di Walter Catalano e Gian Filippo Pizzo

[Pubblichiamo l’introduzione all’antologia di AA. VV. Nostra Signora degli Alieni. Racconti di fantareligione, a cura di Walter Catalano e Gian Filippo Pizzo, ed. Homo Scrivens, 2017, pp. 320, € 16,00.]

Nell’immaginario comune, veicolato negli ultimi decenni forse più dal cinema che dalla letteratura, la fantascienza viene considerata più che altro un genere narrativo a base di astronavi e viaggi spaziali, intelligenze aliene e pianeti da esplorare.  Queste pregiudizievoli aspettative non sono certo errate o fuorvianti, perché la science fiction (SF) è senza dubbio erede moderna di quella letteratura viatoria che si sviluppò tra la seconda metà del Settecento e la prima dell’Ottocento e che vide tra i suoi massimi esponenti il Jules Verne (non a caso incluso tra gli anticipatore del nuovo genere letterario) dei Voyages Extraordinaires. Ma accanto a questo lascito legittimo e più che ovvio, ce ne sono altri meno scontati e forse ben più utili per inquadrare la SF come una narrativa capace di veicolare importanti istanze sociali, filosofiche e addirittura politiche: ci riferiamo alla linea di pensiero speculativa nota fin dall’Antichità come utopia (divenuta nel Ventesimo secolo soprattutto distopia) e ai più tardi contes philosophiques nati in margine all’Illuminismo. E’ in questo orizzonte, che rimanda ad una concezione speculativa, filosofica, meditativa e intellettuale della narrativa, che va inquadrata la fantascienza: il genere letterario la cui vera essenza è l’estrapolazione di dati noti del presente proiettati criticamente in un futuro immaginario, dove le cause attuali hanno prodotto effetti e sviluppi da analizzare e considerare. Fra i possibili oggetti di riflessione sulla natura dell’uomo e della società, la religione non poteva mancare, e anzi doveva necessariamente essere uno dei più presenti, sentiti e frequentati, in quanto manifestazione multiforme e onnipresente: dottrina, mito, rito, simbolo e visione del mondo, giustificazione del destino umano, norma regolatrice della comunità, oppio dei popoli o, alternativamente, esperienza metafisica del sacro e del divino.

Quando Herbie Brennan (scrittore essenzialmente di esoterismo, parapsicologia, avventure per ragazzi e librogames) scrisse “Il dilemma di Benedetto XVI”, uno dei suoi pochi racconti di fantascienza, pubblicato nel 1977 e arrivato in Italia un anno dopo su Urania, non prevedeva certo che il papa di un futuro così vicino avrebbe scelto il nome da lui immaginato. Un ulteriore, significativo esempio di come la realtà imiti la finzione: l’abbandono del pontificato da parte di Joseph Ratzinger ha riportato alla memoria quel racconto, che descrive – un po’ come il film di Nanni Moretti Habemus Papam  o la serie televisiva The Young Pope di Paolo Sorrentino: i papi vanno ancora di moda più che mai – il disagio esistenziale di un pontefice. Il Benedetto del racconto – molto bello e non certo irriguardoso nei confronti della Chiesa – si rivolge a uno psicologo per cercare di capire se stia diventando pazzo o se le visioni che lo assediano siano veramente manifestazioni divine. Il racconto è un ottimo esempio del rapporto ideale – rispettoso ma anche critico, propositivo, dilemmatico – tra fantascienza e religione (in questo caso cristianesimo nella forma cattolica). Se la fantascienza è davvero, come abbiamo accennato, figlia dell’illuminismo e del positivismo – quindi tendenzialmente razionale e scientista, orientata all’agnosticismo e all’ateismo, proiettata verso una teleologia interamente materialistica – allora se ha affrontato il problema religioso, lo ha fatto operando un riduzionismo sociologico e psicologico che ignorasse del tutto la teologia. Tuttavia se la SF è anche letteratura speculativa e filosofica il suo approccio deve essere necessariamente problematico: individuare le giuste domande, più che cercare impossibili risposte, come da sempre fa la filosofia. Jacques Van Herp, nel suo Panorama de la science-fiction, si è divertito ad elencare ben nove possibili problemi “fantateologici”: le religioni secolari; il futuro della religione; l’anticristianesimo; le nuove religioni; le religioni extraterrestri; il politeismo; Dio; il patto con Dio; la creazione di Dio. Una classificazione buona come un’altra ma che evidenzia il profondo connubio speculativo e immaginifico che sempre e comunque produce affabulazione cosmologica e mitografica e si orienta in entrambi i sensi, equidistante dalla fantasia e dalla visione veridica: come scrisse in un geniale paradosso Jorge Luis Borges, «la teologia è un sottogenere della narrativa fantastica». Invertendo l’ordine dei fattori il prodotto non cambia.

Sono molti i romanzi che presentano religioni del futuro, spesso inventate da un gruppo dominante per mantenere il potere e che usa dei falsi miracoli (in realtà dovuti a una tecnologia tenuta nascosta al popolo). L’idea si ritrova in “Se continua così” (pubblicato anche come “Rivolta 2100)  di Robert A. Heinlein e in L’alba delle tenebre di Fritz Leiber: in questo romanzo compare anche un nucleo di ribelli che oppongono resistenza allo Stato e che, essendo questo rappresentato da una teocrazia cristianomorfa, si presenta necessariamente come una setta di adoratori del diavolo. Ancora Heinlein ripropone la stessa idea, ma invertita: in Sesta colonna è un gruppo di patrioti statunitensi che fonda una setta religiosa per liberare l’America dagli invasori giapponesi, confidando nel tradizionale rispetto che gli orientali hanno per le credenze altrui. L’italiano Antonio Piras, in Triguna, presenta invece un futuro terrestre in cui cristianesimo e bramanesimo si sono fuse in un’unica religione, retta – ovviamente – da un Brahmapapa… Molto più serio La parabola del seminatore (poi seguito dall’inedito  Parable of the Talents) di Octavia Butler, dove la nuova religione “Il seme della terra” è un mezzo per sfuggire alle storture di un futuro post atomico di tipo distopico. Di stampo più satirico invece Gore Vidal che nel suo Messiah racconta di un becchino che riesce a instaurare un impero economico fondando una setta religiosa, idea che nella realtà pare essere stata seguita da Ron L. Hubbard – anche lui scrittore di fantascienza – con la sua Scientology. Anche il grande Kurt Vonnegut ha inventato una sua religione, nel romanzo Ghiaccio Nove: il bokononismo, il cui credo basilare è costituito dall’affermazione che ogni religione è una menzogna!

Quanto alle religioni extraterrestri, gli scrittori si sono davvero sbizzarriti, ma solo in pochi esempi la religione è davvero strutturale al romanzo e non semplice elemento marginale di contorno. Roger Zelazny, in Signore della luce, attinge alla religione indiana mostrandoci un pianeta alieno colonizzato da reduci terrestri i quali si sono dati vestigia, poteri e comportamento delle massime divinità hindu (in un altro romanzo, Creature della luce e delle tenebre, Zelazny si è rifatto ad un altro pantheon mitologico, quello dell’Antico Egitto). Philip José Farmer in Notte di luce mette in gioco un religioso, padre Carmody, la cui conversione è dovuta al fatto di aver assistito ai miracoli della dea Boonta sul pianeta Dante’s Joy; Carmody giungerà in seguito alla conclusione che il boontismo è il corrispettivo del cristianesimo per la civiltà interstellare. Farmer ha più volte affrontato temi religiosi e teologici: quello, ad esempio, della resurrezione della carne in L’inferno a rovescio e nel ciclo del Mondo del fiume; nell’altro ciclo dei Fabbricanti di universi i suoi dèi sono invece gli esponenti di una razza ipertecnologizzata extraumana. Ma forse, come ha notato Riccardo Valla, il ritratto più plausibile di una religione del futuro interstellare è quello di Dune di Frank Herbert, con la sua religione cristiano-organista, il cui primo comandamento è «Non sfigurare la tua anima», che porta come corollario quello di non sfigurare il corpo e quindi la totale avversione per trapianti e innesti cyborg. Herbert si è occupato altre volte di temi religiosi, ad esempio in Creatori di paradisi (dove descrive, similmente a Zelazny, alieni dai poteri divini) e in Creatori di dèi (dove racconta di pianeti che custodiscono i culti originari della galassia).

Sono relativamente poche le opere centrate su aspetti del cristianesimo, ma molte di queste sono veramente memorabili. Per esempio,”Sfere di fuoco”, una delle notissime Cronache marziane di Ray Bradbury: due missionari vogliono costruire un tempio ad uso dei marziani che vorrebbero evangelizzare, ma si accorgeranno che pur senza conoscere il nostro Dio i marziani hanno ben chiari i concetti di Bene e Male e perciò vivono in maniera morale. Un concetto simile è alla base del romanzo di James Blish Guerra al grande nulla: un gesuita scopre che gli abitanti del pianeta Lithia vivono cristianamente e moralmente, ma senza avere il concetto di peccato né quello di spiritualità. Invece di rallegrarsi come i missionari di Bradbury, conclude, guidato dalla ragione ma più ancora dalla fede, che un simile popolo non può che essere opera del demonio e pertanto provoca la distruzione totale di quel mondo. Sul tema dell’evangelizzazione, oltre agli inediti The Sparrow e Children of God di Mary Doria Russel, c’è poi il bellissimo e profondo La croce di ghiaccio di Lino Aldani (ampliamento di un precedente racconto intitolato “Quo vadis Francisco”) che descrive l’esperienza di un padre gesuita nel tentativo di convertire un popolo alieno assolutamente refrattario alla comunicazione da parte di civiltà più evolute, le cui caratteristiche sono mutuate da quelle dei Rom. Su un piano più metafisico possiamo citare Il pianeta di Dio di Ian Watson, con i suoi angeli alieni provenienti da Eridani, mondo di un’altra galassia, e Il papa definitivo di Clifford D. Simak con i suoi religiosi-scienziati alla ricerca di manifestazioni divine in tutto l’universo. Il romanzo forse più cattolico della science fiction è probabilmente Un cantico per Leibowitz di Walter Miller Jr., che descrive un futuro post atomico in cui la società si è disgregata e solo un gruppo di monaci dell’Ordine di San Leibowitz si preoccupa di tramandare l’antico scibile tecnologico. Pur senza nominare esplicitamente ii cristianesimo, il romanzo – ispirato all’autore dall’aver assistito durante la Seconda Guerra Mondiale alla distruzione del Monastero di Cassino –  è sicuramente il più profondamente impregnato della visione del mondo cattolica che la SF conosca.

Una sorta di sottogenere della fantareligione è poi quella che racconta dell’arrivo sulla Terra di un nuovo Messia, come nel caso del Valentin Michael Smith inventato da Robert Heinlein, un marziano che giunge sul nostro Pianeta per fondare una nuova religione basata sulla fratellanza e sull’amore sessuale. Il romanzo è Straniero in terra straniera, che nel 1961 divenne un vero libro di culto prima degli hippy e poi dell’intera collettività giovanile americana e fu anche il primo grande bestseller nella storia della fantascienza. Godboy di Theodore Sturgeon, ultima opera di quest’altro grande scrittore, poetica e delicata, narra invece di una seconda venuta di Cristo raccontata da nove personaggi che ne vivono la vicenda e che ne hanno cambiata la vita: un romanzo denso e umanissimo. Nel nome della figlia di James Morrow mette in scena la sorella di Gesù reincarnatasi  in una donna di oggi ad Atlantic City, ma il capolavoro di questo autore è L’ultimo viaggio di Dio che ha un inizio davvero ballardiano (o dickiano): il corpo di Dio viene ritrovano a galleggiare nell’Atlantico e mentre il Vaticano cerca di portarlo nell’Antartide per assicurargli degna sepoltura tra i ghiacci un gruppo di estremisti vorrebbe distruggerlo. Il romanzo è il primo di un’ottima trilogia costituita anche da Abbandon e dall’inedito The Eternal Footman.

Non manca ovviamente nella fantascienza chi ha scelto di occuparsi di religione per criticarla, per fare della satira. Ecco allora tutta la serie di racconti in cui un super perfezionatissimo computer una volta attivato “diventa” Dio (La risposta” di Fredric Brown; “L’ultima domanda” di Isaac Asimov; il romanzo di Frak Herbert Progetto coscienza) o la diatriba cyberteologica sulla possibilità che i robot abbiano l’anima (“La ricerca di S. Aquino” di Anthony Boucher;  I robot non hanno la coda di Henry Kuttner). Ecco lo scatenato Cristo marziano, ancora di P.J. Farmer e “La Stella di Arthur C. Clarke, dove Dio viene accusato di aver distrutto dei pianeti abitati per aver deviato la Cometa dal suo corso in modo che potesse essere da guida ai Magi (Clarke è molto critico nei riguardi della religione anche ne “I nove miliardi di nomi di Dio”). Ecco soprattutto “Il giudizio universale” di Robert Sheckley, dove gli uomini vincono la Battaglia Finale grazie al loro esercito di automi, ma alla fine Dio si porta in cielo questi ultimi. E ancora “Sto ritornando di Ray Russell, in cui Lucifero decide di vendicarsi per essere stato scaraventato agli Inferi. Ecco Perché sono un popolo geloso di Lester Del Rey, in cui Dio si allea con gli alieni che vogliono conquistare la Terra, rompendo il patto stretto con Abramo, e gli uomini scelgono di combatterlo. Inoltre L’undicesimo comandamento, ancora di Del Rey (il comandamento è quello di procreare, perché la storia è ambientata in un futuro post atomico in cui l’umanità è stata decimata) e “Le strade di Askalon” di Harry Harrison (l’intera popolazione di un pianeta alieno si suicida perché ha frainteso il significato del concetto di Vita Eterna portato colà dai missionari) e tutta la serie di opere basate sul viaggio nel tempo alla ricerca di Cristo, fra questi soprattutto I.N.R.I. del già citato  Michael Moorcock, dove il viaggiatore del tempo protagonista scopre che Cristo non è mai esistito e, per non modificare Duemila anni di storia, ne prende il posto morendo sulla croce (idea poi parzialmente ripresa da Gore Vidal con In diretta dal Golgota). Molto più ironico “Buone notizie dal Vaticano” di Robert Silverberg, che descrive, in un prossimo futuro in cui è in corso un Conclave, un gruppo di turisti in piazza San Pietro che commenta la possibile elezione al Soglio Pontificio di un cardinale-robot.

Non dimentichiamo poi i grandi romanzi gnostici di Philip K. Dick, come Deus irae, frutto della collaborazione con Roger Zelazny e lo stesso Ma gli androidi sognano pecore elettriche?, in cui a differenza del film Blade Runner che ne è stato tratto, la tematica religiosa è molto più importante e presente nella trama; e quelli in cui, addirittura, la fantasia letteraria dello scrittore si mescola con il tentativo di comprendere e giustificare la propria stessa inclassificabile esperienza mistica vissuta in prima persona nel febbraio e marzo del 1974: Radio Libera Albemuth e La trilogia di Valis, composta da Valis, Divina invasione e La trasmigrazione di Timothy Archer. Allo stesso Dick, che affronta tematiche metafisiche in quasi tutti i romanzi e il tema messianico almeno in Le tre stimmate di Palmer Eldritch e in Labirtinto di morte,  dobbiamo forse la più appropriata definizione di Dio secondo la fantascienza, l’acrostico Valis: Vast Active Living Intelligent System: vasto sistema vivente di intelligenza attiva…

Il tema non perde né mai perderà attualità e continua a imperversare fino sui nostri schermi televisivi con la bellissima serie TV fantamitologica American Gods, ispirata all’omonimo romanzo di Neil Gaiman, premio Bram Stoker nel 2001 e premio Nebula e Hugo nel 2002. Gaiman aveva già praticato la mitografia fantastica nell’epopea a fumetti Sandman, in cui aveva narrato le avventure del Dio del sonno Morfeo, e in seguito – ispirato dal romanzo horror del belga Jean Ray, Malpertuis, in cui gli ultimi dèi greci, ormai degradati a umili borghesi umani, infestano una casa maledetta, prigionieri di un mago nero – aveva composto un geniale e appassionante plot in cui gli dèi di tutte le mitologie, dal vichingo Odino, all’africano Anansi,  allo stesso Gesù («Gesù se la passa piuttosto bene da queste parti. Ma ho incontrato un tale che mi ha detto di averlo visto fare l’autostop in Afghanistan e nessuno si fermava a tirarlo su. Sai com’è, tutto dipende dal contesto… »),  si alleano per scatenare una guerra all’ultimo (divino) sangue, sorta di nuova Titanomachia, Gotterdaemmerung o Armageddon, contro i nuovi dèi della modernità: gli American Gods, del Divismo cinematografico, della Tecnologia, dei Media, ecc. Anche gli dèi ormai sono solo emigranti e stranieri: «Venendo in America la gente ci ha portato con sé. […] Siamo arrivati fin qui viaggiando nelle loro menti, e abbiamo radici. Abbiamo viaggiato con i coloni, attraversato gli oceani, verso nuove terre. […] Ben presto la nostra gente ci ha abbandonato, ricordandosi di noi soltanto come creature del paese d’origine, creature che credevano di non aver portato nel nuovo mondo. I nostri fedeli sono morti, o hanno smesso di credere in noi, e siamo stati lasciati soli, smarriti, spaventati e spodestati, a cavarcela con quel poco di fede o venerazione che riuscivamo trovare. […] Vecchi dèi, in questa nuova terra senza dèi.». Come si vede l’argomento è inesauribile e ricco di suggestioni e riflessioni profonde. Non finirà mai di ispirare e suggestionare gli artisti di ogni epoca.

Ovviamente la nostra carrellata non è e non poteva essere completa, troppe sarebbero le opere che hanno qualche implicazione con la religione e aspetti correlati (qualcuno potrà aver notato l’assenza di opere quali Il costruttore di stelle di Olaf Stapledon e la trilogia Lontano dal pianeta silenzioso, Perelandra e Questa orribile forza di C.S. Lewis) ma ci pare di aver dato abbastanza esempi di quanto possa essere fecondo il tema della fantareligione. Tenendo presenti tutti questi gloriosi esempi, abbiamo cercato in questa antologia, di raccogliere il meglio di quanto i più importanti scrittori italiani che orbitano nel microcosmo della narrativa fantastica del nostro paese avessero da dire su queste affascinanti tematiche. Il lettore vi troverà quindi una serie di interessanti variazioni sui temi fin’ora descritti; temi che spaziano dalla satira nei riguardi delle manifestazioni temporali della Chiesa, compresi molti aspetti indotti più dalla superstizione che dalla Fede, fino a problematiche teologiche e trascendentali, quali l’esistenza del Paradiso e dell’Inferno o altre ipotesi sull’Aldilà. La Chiesa come Potere Temporale che estende il suo dominio oltre la Terra e oltre il Tempo, dunque, ma anche la Chiesa come Potere Spirituale che colonizza altri pianeti affrontando nuovi problemi esistenziali, e confrontandosi con nuove scoperte scientifiche che rischiano di mettere in crisi la Fede. Un campionario completo in cui alla riflessione filosofica si accompagna la giusta dose di azione e avventura.

Il risultato non ci sembra affatto trascurabile.