di Danilo Arona

LaChiesa.jpgSe c’è una circostanza in grado di zittire tutti coloro che per principio negano le forze sottili e l’energia vibrazionale dei corpi e delle cose, questa risiede nella testimonianza rilasciata alla giornalista Federica Sciarelli dalla mamma di Elisa Claps in data 29 marzo. Si potrà parlare, come spesso si usa per solida mancanza di argomenti, di suggestione e giustificata alterazione della coscienza, ma ciò di cui relaziona questa coraggiosa, ammirevole persona di nome Filomena sono a ben vedere fatti, nudi e crudi. Realtà e non sogni. Al massimo metaforici incubi trasmigrati nel Reale.
“In diciassette anni sono entrata quattro volte in quella chiesa e ogni volta ho avuto un brivido. Sentivo che mia figlia era lì, nascosta da qualche parte.” Così la donna ha riportato alla Sciarelli durante la settimanale puntata di “Chi l’ha visto?”, un dato confermato dal figlio Gildo: “Mia madre non è quasi mai entrata in quella chiesa. Evidentemente sentiva che Elisa si trovava lì. Me lo ha sempre detto.”

Ma ci sono altri particolari che gettano una strana luce oscura, al di là delle valutazioni oggettive e scientifiche che sono ovviamente quelle che contano sul piano giuridico.
In ordine sparso: gli inquietanti graffiti disegnati da mano ignota attorno a “quella chiesa” e che indicherebbero una sorta di occulto percorso in grado di condurre (chi?) al luogo del ritrovamento del corpo; la sconcertante notizia che tra gli scherzi più in voga fra i giovani frequentatori del Circolo J. H. Newman c’era quello di far credere che il fantasma di Elisa si trovasse nel sottotetto; l’ombra del satanismo, avanzata dal criminologo Francesco Bruno, che si allunga sul caso per la stessa presenza del corpo in un luogo sacro e per il particolare feticistico-rituale delle ciocche di capelli tagliati; messaggi telefonici captati dalla futura vittima dove sullo sfondo si potevano distinguere le note di “Profondo Rosso”. Tanti frammenti supplementari che non chiariscono ma piuttosto intorbidano ancor di più le acque già di per sé più che limacciose.
Ci sono francamente in cronaca dei casi, quasi sempre criminali, che paiono più romanzeschi di qualsiasi trama ordita da un Jeffery Deaver di turno. Nella storia della povera Elisa di elementi misteriosi e sconcertanti si corre il rischio di fare indigestione e la tentazione, peraltro legittima, a disporli in un certo e logico ordine andrebbe a indicare con una certa precisione colpevole e forse presunti fiancheggiatori. Ma in questa rubrica, come ben sa chi la segue, ci muoviamo su altri binari. Non tanto sui percorsi del mondo reale (al quale comunque dobbiamo sempre appoggiarci), quanto sui diversi piani di un reame immaginale. In quelle “Zone Zero” di cui abbiamo già discusso e dalle quali lo “shining” kinghiano riesce a trasmettere a chi è in grado di ricevere. Ondate energetiche che hanno senza dubbio colpito la signora Claps così nel profondo da maturare in lei convinzioni che alla fine si sono rivelate esatte.
Le chiese, al di là della fede o dell’agnosticismo di ciascuno, sono cupole energetiche al cui interno si formano periodicamente quelle unità psichiche chiamate “Eggregori”, nate dall’accumulo di cariche vibrazionali di più persone che si riuniscono attorno a una determinata e identica idea, rivolte alla stessa immagine o votate a un culto comune. Secondo teorie che non sono prive di riscontri in ambito scientifico, L’Eggregoro creato da vibrazioni collettive di tipo omogeneo può prendere vita autonoma e invisibile in una entità che sarà positiva o negativa (ovvio, dipende sempre dal punto di vista…) secondo il tipo di pensiero emesso. Dapprima debole e propenso a dissolversi, l’Eggregoro può acquisire sempre più una sua indipendenza vitale e poteri più grandi, a mano a mano che s’infittiscono le riunioni di quelli che hanno presieduto alla sua nascita. Ma, a questo punto, non per divagare, ma per approfondire il tema, vorrei cedere la parola a un mio personaggio che si chiama Quirino Calderone, con l’avvertenza che questo anziano signore è in verità un essere umano in carne e ossa a cui ho solo minimamente cambiato i dati anagrafici, lui consenziente (Black Magic Woman, Frilli editore, Genova 2006):

Caro amico, forse è bene che ti ricordi che “cosa” sono veramente gli Eggregori. Cercherò di farlo con poche parole, in quanto l’argomento in realtà richiederebbe decine e decine di pagine e non queste scarse righe. Ci sono molte categorie di esseri che vivono nel mondo invisibile, non è necessario che te li elenchi. Tra questi gli Eggregori si distinguono per essere una Forma intelligente prodotta da un gruppo umano, non importa quanto piccolo o grande. Un unicum di tante individualità psichiche che si sono fuse, creando un insieme più grande che rappresenta il punto d’arrivo più o meno omogeneo delle varie unità costituenti. In ogni corrente magica esistono Eggregori, talvolta molto potenti, capaci d’intervenire efficacemente nelle vicende astrali e umane delle Catene Iniziatiche, producendo effetti magici nell’individuo e nel gruppo. Anche la Chiesa Cattolica rappresenta, in un certo senso, un esempio imperfetto di Eggregoro, dove le aspirazioni del credente, sostenute dallo stato di fede, raccordano in alto le varie individualità, edificando uno Psichismo Collettivo che viene influenzato e diretto dal potere del Pontefice, che ne rappresenta il capo indiscusso e l’esponente gerarchicamente più alto. In campo iniziatico gli Eggregori sono prodotti dalla confluenza, intorno ai simboli viventi della Tradizione, delle numerose unità vitali, umane e non umane, che rappresentano lo svolgersi progressivo, nella dimensione della materia, di un’Eredità superiore che deve manifestarsi nell’eternità. Più antico è l’Eggregoro, più potente è nei suoi effetti magici. Più omogenee ed elevate sul piano psichico sono le unità componenti, più l’Eggregoro si avvicina al Mondo delle Cause, divenendo partecipe dei destini dell’umanità. La manifestazione medianica di un Eggregoro è difficile e pericolosa, per l’intensa atmosfera di energia psichica in grado di scoraggiare i più ardimentosi…
… l’Eggregoro è una creazione astrale collettiva prodotta dalle forme-pensiero degli adepti di un culto. Questo sistema è stato anche descritto come ‘magma larvale’. Se ne possono fare parecchi esempi. Il più efficace modello sul piano della comprensione è quello della Chiesa Cattolica dove le aspirazioni e la fede di ciascun credente, fondendosi ognuna in un gigantesco Psichismo Collettivo, danno vita a un serbatoio di energia positiva ‘votiva’. Questa straordinaria confluenza di unità vitali è molto antica e molto potente e si può descrivere come lo stesso cemento del Cattolicesimo, per quanto non lo troverai mai scritto in alcun testo ufficiale. La sua efficacia magica la puoi riscontrare nei grandi luoghi di culto, da Lourdes a Piazza San Pietro, dove potresti scambiarla erroneamente per suggestione, laddove è proprio questa suggestione che fa compiere anche al più ateo dei presenti azioni e atti di fede impensabili magari sino a un secondo prima. Esiste un altro, celeberrimo esempio quanto mai antitetico al cattolicesimo: il nazismo. Il suo Eggregoro era talmente potente che ipnotizzò mezza Europa. E molti ne subiscono ancora l’effetto
.”

Ovvio che vi sta parlando Calderone, e non il sottoscritto. Ma non neghiamo che l’anziano antropologo culturale abbia appena messo sul piatto della valutazione degli elementi quanto mai interessanti. La chiesa, l’energia vibrazionale al suo interno, il simbolismo inconsapevole, la neutralità del segno energetico. E si potrebbe aggiungere, perché dato recente di cui allora Calderone nulla poteva sapere, lo strano quanto crudele particolare del giocare “al fantasma di Elisa” (non so se è un arcano suggerimento giunto dal mondo invisibile oppure un fake giornalistico, ma tant’è…).
Sarebbe veramente interessante al proposito ascoltare il parere di qualcuno del Centro Culturale Giovanile “J. H. Newman”, l’associazione dei giovani figli della borghesia potentina che ha sede praticamente all’interno della chiesa di cui stiamo parlando. In una città di scale, dove si sale e si scende e certe parti del centro appaiono come affascinanti guazzabugli di mistero urbano, i membri del Centro da anni sono impegnati in proposte e progetti per il recupero degli edifici e la lotta al degrado. Uno degli ultimi presentati all’amministrazione prevedeva proprio il restauro di un tratto di Via Cairoli, alle spalle appunto della Chiesa.
John Henry Newman (1801-1890) fu un eminente teologo e filosofo inglese, che divenne cardinale e grande apologista della fede, apprezzatissimo anche al di fuori dall’ambito squisitamente cattolico. Un’indiscussa personalità che verrà beatificata nel settembre di quest’anno. Sulla tomba di quest’uomo illustre, artefice di un cammino personale e spirituale niente affatto scontato, è scolpito quest’epitaffio, da lui stesso composto:
Ex umbris et imaginibus in veritatem”, ovvero “Dall’ombra e dai simboli alla verità”.
E’ bello immaginare che queste parole più che condivisibili, al di là delle convinzioni personali in materia di fede, possano illuminare e svelare la vicenda della povera Elisa. Ma è brutto constatare che all’ombra della stessa Chiesa qualcuno si stia adoperando per l’esatto opposto.

P.S.
[La teoria degli Eggregori ha trovato una parziale convalida scientifica nel libro del neurologo canadese Michael A. Persinger Neuropsychological Bases of God Beliefs, Preager Publishers, 1987, ordinabile su Amazon USA.] (V.E.)