Amen.jpg[Sulla vicenda del presunto divieto di far tenere la Lectio Magistralis inaugurante l’anno accademico alla Sapienza di Roma al dottor J. Ratzinger, chiunque sembra in grado di dire la sua: a condizione di condannare l’atto violento, intollerante, laicista, e via turpiloquiando, di quella che viene comunque definita “una minoranza”. Gli unici che non sembrano avere cittadinanza nella repubblica delle idee sono gli studenti protagonisti della protesta, definiti dall’onorevole Gasparri «tossici e terroristi». Pubblichiamo qui il loro comunicato, nell’interesse di chi voglia conoscere anche il loro punto di vista. Per completezza d’informazione, qui la lettera di Marcello Cini che ha per primo protestato contro l’invito a Ratzinger, qui la lettera di protesta di 67 docenti, rapidamente aumentati sino a raggiungere 700 adesioni, per i quali sempre l’on. Gasparri ha chiesto l’allontanamento dal servizio.
Qui, infine, una cordiale risposta della redazione di Carmilla all’on. Gasparri.] (g.d.m.)

Una grande vittoria, una pagina importante della vita politica del paese. Non tanto e non solo perché il papa ha deciso di rinunciare all’inaugurazione dell’anno accademico de La Sapienza previsto per giovedì 17 gennaio, ma anche e soprattutto perché una verità è stata confermata. La decisione del papa, infatti, dimostra in modo evidente che le istituzioni ecclesiastiche di Benedetto XVI non accettano dissenso, né differenza, né libertà di parola.

L’occupazione del rettorato che abbiamo fatto quest’oggi è stata un grande successo perché ha ottenuto un risultato che qualifica la democrazia e ne garantisce il funzionamento: la libertà di espressione, la libertà di contestare opinioni, posizioni e poteri che vengono ritenuti lesivi dei diritti di tutti.
Non si è trattato né di violenza, né di una cacciata, ma di un esercizio di libertà! L’attacco ai diritti e alle libertà da parte di papa Ratzinger non è cosa nuova e non è invenzione intollerante di un gruppuscolo di laici: ogni giorno gli attacchi alla 194, alla decisione delle donne; ogni giorno l’attacco alle libere scelte sessuali; ogni giorno la crociata contro la laicità delle istituzioni pubbliche. Per non parlare della richiesta pressante di destinare le risorse pubbliche alle strutture formative e di cura cattoliche (lo schiaffeggiamento per Veltroni e Marrazzo della scorsa settimana).

Questo papa è persona di grande intelligenza, dotato di un pensiero forte, indisponibile alle mediazioni: oggi lo ha dimostrato in modo chiaro (a noi e a tutti quelli che per il loro vuoto politico attendevano una benedizione)! Dicendo di no all’inaugurazione Ratzinger non lascia dubbi, né ambiguità: non accetta la possibilità di critica e di dissenso. Non è il pericolo sicurezza che lo ha spinto a rinunciare, ma il fatto che docenti e studenti ritenevano la sua visita inopportuna e hanno lottato in questi giorni per poter pronunciare queste parole. La richiesta di non militarizzare l’università, la richiesta di poter contestare la sua presenza all’interno della città universitaria evidentemente lo hanno indispettito. La disarmonia che tiene lontano il papa per noi ha un altro nome, si chiama democrazia. L’università non è una famiglia, ma uno spazio pubblico, dove la ragione si esercita con il confronto e le divergenze, anche aspre.

Chi sono dunque gli intolleranti? È questa la domanda che rivolgiamo alla stampa e alla politica. È intollerante chi chiede di poter manifestare all’interno della propria università o chi voleva una vetrina senza incrinature e senza rumori dissonanti?

Un elogio va al coraggio dei tanti docenti che con fermezza e passione hanno detto quanto tutta la comunità scientifica italiana avrebbe dovuto dire a gran voce: il pensiero di Ratzinger non ha a cuore la scienza e l’autonomia della ricerca. Questa affermazione che da sola giustifica tanto coraggio sembra suono impercettibile per i tanti che nel mondo politico attaccano docenti e studenti, definendoli mostri laici e integralisti. Ci vuole davvero scarsa dignità a non prendere sul serio le parole di Ratzinger, perché solo chi non le prende sul serio può ritenerle innocue per la scienza, per i diritti, per la libertà, per i desideri.

Invitiamo, infine, tutti, studenti e precari, ricercatori e docenti, sindacati di base e centri sociali, associazioni della società civile, a partecipare alla conferenza stampa di domani, sotto la statua della Minerva finalmente libera, e alla manifestazione che si svolgerà sotto la scalinata di Lettere giovedì mattina a partire dalle ore nove. Una festa e una manifestazione nello stesso tempo, tenendo in conto che per gli studenti e i precari le politiche della sinistra di Veltroni e di Mussi in materia di università e di ricerca sono inaccettabili, oltre che lesive.

W la Minerva libera!

Rete per l’Autoformazione — Roma

Ultimo aggiornamento ( mercoledì 16 gennaio 2008 )