di Giancarlo De Cataldo

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Beppe Sebaste, H.P., l’ultimo autista di Lady Diana, ed. Quiritta, pp. 234, € 13,00.

Un libro sulla morte di Lady D.? Un altro? No, basta, per carità! Non se ne può più! Dei misteri e degli intrighi intorno alla sbiadita signora Spencer e al suo fidanzato musulmano, della Corte di Londra, della canzoncina melensa di Elton John sulla candelina notturna… Pietà! E che c’entra poi con questa triviale icona della contemporaneità un poeta, filosofo e scrittore raffinatissimo come Beppe Sebaste? Che fai, Beppe, giochi all’orrida Cornwell? Niente affatto, niente affatto! Questo non è un libro su Lady D. Questo è un libro su Henri Paul. L’ultimo autista di Lady D. Questo è il libro per chi sa che non è Lady D. che muore per colpa dell’autista Henri Paul. E’ Henri Paul che muore per colpa di Lady D. E questo appare come un libro, ma in realtà è un viaggio.

Un viaggio romantico, allucinato, cristallino come una vetta tibetana nella biografia di uomo qualunque, uno che superfluo come lui non ce n’era un altro al mondo. Eppure un uomo, una persona, l’epicentro di una costellazione di affetti, sentimenti, passioni, splendori e miserie tutte consumate negli interstizi di un tempo fittiziamente consacrato ai Belli&Famosi dell’Hotel Ritz, ai regnanti, alle soubrette… E, nel contempo, una meditazione dell’autore sulla sua stessa natura umana, e su quella di tutti gli esclusi, gli sfiorati, gli appartati, i “secondi” rispetto ai falsi “primi”. Un’esplorazione nello spazio vuoto fra due stazioni radio, quello popolato dalle scariche della banda statica. Lo spazio delle vite reali colte nella profondità della loro essenza, fotografate mentre lanciano un disperato urlo sommesso: io esisto, nonostante tutto. Una bellissima esperienza ricca di un amore struggente per la vita e sorretta dal sorriso compassionevole del Buddha.

La presente recensione è originariamente apparsa sulla rivista Hot. La si riproduce col consenso dell’autore.