sbancor1.jpgsbancor2.jpgCelebriamo Sbancor. Il suo American Nightmare, straordinario esemplare di un genere letterario nuovo (che coniuga thriller, controinformazione, saggistica, autobiografia), è un libro indispensabile per penetrare il nostro presente planetario. Per una recensione di American Nightmare, cliccate qui. Riproduciamo una analisi acuta che Sbancor ha pubblicato su Rekombinant: in tempi di successo per Matrix Reloaded, Sbancor ci dimostra che Matrix è già in funzione – qui e adesso. [gg]

Il sistema capitalista mondiale assomiglia a Matrix. C’è, nascosta da qualche parte una matrice che genera un mondo rovesciato, dove, appunto “i rapporti fra gli uomini divengono rapporti fra cose”. Una volta fatta funzionare la matrice è impossibile tornare indietro. O meglio indietro si può andare con funzioni sorico-mantiche, ma anche in questo caso non riusciremo mai a ricostruire la “realtà”. Questa è andata irrimediabilmente perduta nel primo passaggio della equazione matriciale. Potremo reiventare delle storie. Quasi nulla sappiamo della guerra di Troia, molto conosciamo invece dell’Iliade.

sbancorcover.jpgVista in funzione nella sua forma elementare Matrix assomiglia al modello dell’equilibrio generale di Warlas. In una perfetta concorrenza, merci perfette incontrano mercati perfetti, minimizzando i prezzi e costruendo quell’equilibrio che appunto viene definito generale. Leontiev cercò di trasformare queste mirabili equazioni in un piano. Pensò cioè che un Piano potesse riprodurre l’equilIbrio con la stessa efficienza, ma questa volta coscientemente, fidando sulla ragione e non sugli automatismi del mercato. Fu una catastrofe logica, prima ancora che economico politica. Il pensato è molto più lento e fallibile di un automatismo. La correzione degli errori è più lenta. E richiede violenza manifesta, cosciente, li dove la violenza del mercato sembra destino naturale e perciò incolpevole.

La storia del socialismo sovietico è tutta inscritta in questo “prometeico” errore. E ne paghiamo ancora le conseguenze. Loro, soprattutto. Matrix intanto continuava a funzionare. Le equazioni divenivano sempre più complicate. Gli addetti alla matrice (gli economisti) ormai non ne capivano più il significato. Balbettavano come dei mantra dei pezzi di teoria: “libero mercato… privatizzazioni… lotta all’inflazione… contenimento della spesa pubblica improduttiva… flessibilità… ottimismo… congiuntura pessimismo… superindice… aggregata spesa pubblica aggregata …invariata domanda invariata,,,bad loans, soft loans, bonds, equity highyeld bonds, junk bonds… derivatives… emerging markets… asimettrie informative… moral hazard… deregulation… innovazione tecnologica, di prodotto di processo, deflazione recessione reflazione …” La figura era penosa. Molti se ne accorgevano, ma nessuno poteva contraddire il pensiero unico, perché era l’unico pensiero… Ma non si poteva più staccare la spina senza annullare il mondo, questo mondo, perché altri mondi non ne esistevano più. Il bello è che la matrice, Matrix, continuava a produrre ricchezza. Delle nazioni crescevano a ritmi impressionanti. In molti paesi si erano sconfitte le malattie, allungata la vita, risolto il problema della fame. Un quarto o meno del mondo aveva il problema dell’obesità. I tre quarti avevano ancora il problema della fame. Ma non si poteva dare la colpa a Matrix.

Ora fra le centinaia di milioni di equazioni che svolgendosi simultaneamente e ricalcolandosi all’ ennesima potenza, ve ne era una particolarmente rischiosa.

Il nome in codice era “warfare”. Essa descriveva l’impatto che la spesa pubblica militare avrebbe avuto sotto diverse condizioni come moltiplicatore del PIL.

La teoria del “moltiplicatore” era di un inglese depravato del XIX secolo, con amicizie discutibili, appassionato alle signorine un po’ troppo virili di Bloomsbury. Uno speculatore di Borsa spesso fortunato che aveva sempre confuso i conti di tutti, ed i suoi personali, con quell’abilità truffaldina che costituisce l’intima essenza del genio. Aveva convinto il Mondo che l’economia era ripartita dopo la Grande Depressione grazie alle sue Teorie, tralasciando come insignificante la II° guerra mondiale e l’impatto di distruzione.creatrice che aveva avuto.

Cosa fosse il PIL pochissimi invece erano in grado di capirlo. Del PIL dell’Indonesia, ad esempio faceva parte il petrolio estratto e i soldi spesi per ripristinare i danno dell’estrazione del petrolio. Nei modelli semplificati definiti di “partita doppia” inventati da un monaco italiano (Pacioli) secoli prima che fosse apparso Matrix, le due cifre andavano sottratte, come anche al più obnubilato senso comune sembrerebbe logico fare. Invece no, chi officiava il rito del PIL le sommava. Poi misurava incrementi e decrementi anno su anno e il risultato, spesso assolutamente casuale di queste operazione misurava la ricchezza delle nazioni e quello che esse avrebbero dovuto fare per rispettare il “pensiero unico” amministrato dai sacerdoti dell’IMF (International Monetary Fund) che era stata un’idea sempre dello stesso Lord Keynes.

Insomma “warfare” diceva che per 1 dollaro (che cosa fosse un dollaro era anche questa questione aperta dopo il 1973 a Bretton Woods) investito in armi il PIL sarebbe cresciuto circa di 2,5 dollari.

“Warfare” aveva funzionato già diverse volte. In Corea, nel Vietnam, in Iraq, in Kossovo. Warfare funzionava anche se la guerra non si faceva. “Lo scudo stellare” l’aveva dimostrato ai tempi in cui un attore di terzordine aveva occupata la carica più alta dell’Impero. Non si capiva perché non avrebbe dovuto funzionare anche questa volta. La I° guerra islamica nacque così. C’era una sottile strategia perfezionata negli ultimi anni. Il nemico veniva selezionato con cura. Preferibilmente un agente ex stipendiato dall’Impero. Noriega, Saddam, Milosevic, Osama Bin Laden. Nomi improbabili su cui un’accurata indagine sui patrimoni e sulle relazioni personali avrebbe messo in luce liasons inquietanti. Gruppi di “geopolitici”, funzione sacerdotale che prendeva sempre più importanza nell’Impero, disegnavano prima strategie e mappe su cui orientare la guerra. Mass mediologi e giornalisti (funzione assai screditata anche nel Basso Impero) si incaricavano di creare i nemici. Terroristi. L’esercito assomigliava sempre più alla polizia. E la Polizia all’esercito.

E se uno sciagurato ex presidente democratico, divoratore di noccioline, aveva messo fuori legge le “covert operations” particolarmente “dirty” questo alla lunga si era rivelato un bene. Si erano “privatizzati” i Servizi Segreti e di Sicurezza, creando una rete di società di consulenza e servizi, specializzate proprio nelle operazioni più sporche.

Tutto avrebbe funzionato anche stavolta. Fra l’altro, per qualche maledetto calcolo di struttura errato questa volta sotto le Due Torri erano rimaste un sacco di persone. L’emozione era forte. E con l’emozione non si ragiona. E così a Bush II° poteva riuscire quello che a Bush I° non era riuscito: fare la guerra e uscire dalla depressione giusto in tempo per il secondo mandato imperiale. Bush I° era stato tradito dai tempi e i benefici effetti economici della Guerra nel Golfo li aveva incassati un imperatore democratico ed erotomane.

Questa volta tutto avrebbe funzionato. Il mondo di Matrix avrebbe continuato a sopravvivere e a prosperare.

Ma dentro Matrix c’era un “baco”. Nessuno dei sacerdoti-economisti aveva capito la sua natura, eppure era una equazione assai banale. Tradotta in lingua comprensibile ai plebei più meno diceva che se si aumenta la produttività, grazie all’uso di nuove tecnologie e nuove organizzazioni del lavoro, se si mette al lavoro il “general intellect”, e contemporaneamente non si aumenta la domanda aggregata, i prezzi sarebbero caduti rovinosamente. Era un’antica imperfezione di Matrix, si era manifestata negli anni 30, un periodo tremendo, ma poi non era più accaduto. Si chiamava Deflazione, ed era l’esatto contrario del “grande nemico” dei sacerdoti economisti, che invece si chiamava Inflazione.

Il primo paese dove questa epidemia si era diffusa era il Giappone. Qui la produttività era cresciuta per anni esponenzialmente. L’Impero lo aveva obbligato prima a rivalutare la moneta, in modo da smettere di esportare, poi era crollato un indice che si chiama Nikkei, a cui si dava grande importanza, poi era esplosa la bolla immobiliare, infine le banche erano finite sull’orlo del fallimento. I giapponesi avevano già provato tutti i riti propiziatori delle varie sette di sacerdoti-economisti. Prima avevano abbassato a zero i tassi di interesse. Poi avevano indebitato lo Stato. Adesso avevano cominciato a stampare moneta. Niente. I prezzi continuavano a scendere. E quindi conveniva detenere liquidità, anche a tassi zero piuttosto che investire e consumare. La stessa cifra domani avrebbe acquistato più beni di oggi. Trappolone della liquidità, come anche l’Inglese depravato ben sapeva.

L’Impero pensava che questo poteva accadere solo in Giappone, paese che non faceva guerre da quando due bombe nucleari erano cadute sul suo territorio, bruciando migliaia di persone e uccidendone decine di migliaia con la radioattività.

Ma invece poteva accadere anche nell’Impero.

Frugando fra le tabelle che Matrix produceva di continuo, spesso cambiando le cifre per sembrare più bravo (anche le Matrici hanno i loro piccoli default dell’ego) ne trovai di sconfortanti.

Ecco la deflazione in Giappone:
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Ed ecco quella americana:
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Che risulta più chiara se si guardano ai prezzi alla produzione:
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Per contro la produttività continua ad essere forte.
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Troppo forte: dal I° trimestre del 1994 al primo trimestre del 2001 è cresciuta del 35%.

Di quando dovrebbe aumentare la “domanda” per reggere questi incrementi di produttività?

Qui la matrice si fa un po’ più imprecisa. Ma proviamo lo stesso. Dunque il PIL americano, le spese personali e gli investimenti sono andate ultimamente così:
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L’ultimo trimestre è già negativo, ed il quarto sarà ancora con il segno meno d’avanti. Le spese reggono ancora fino al secondo trimestre 2001, mentre gli investimenti iniziano a scendere già dal II trimestre dell’anno scorso (2000). Il tasso di risparmio (savings rate) nell’Impero tradizionalmente basso sta salendo. Forse è il primo segnale di trappola della liquidità.

Ora per far risalire il PIL di 1 punto percentuale, che è pari (ultimo dato) a 10.225 miliardi di dollari, servirebbero circa 130 miliardi di dollari in spesa militare (moltiplicatore 2,5) che darebbe appunto un effetto di 325 miliardi di dollari in un anno. Ma se continua la deflazione ai livelli attuali, -1,5% sui prezzi alla produzione, questa cifra è assolutamente insufficiente, perché mi si svalorizza mentre la spendo. Dunque servono altri soldi. Per riportare il PIL a una crescita normale, pari al 3% iniziano a servire spese militari superiori ai 600 miliardi di dollari l’anno. Tralasciamo gli effetti sul debito pubblico, la sottrazione di risorse ad altri settori dell’economia, le tasse che prima o poi dovranno salire ecc. ecc. e tutti i “caveat” del caso. Ma vi sembra razionale spendere 600 miliardi di dollari anno per Osama bin Laden?

E se poi tutti questi investimenti mi continuano a far crescere la produttività e ad abbassare i prezzi?

Fino a quando la “spesa militare” dovrà espandersi, per coprire una domanda di beni e servizi “non militari” in diminuzione?

Fra un anno serviranno oltre 1.000 miliardi di dollari e così via.

Matrix è in “loop”.

Il fatto è che non posso essermene accorto solo io. Altri lo sanno. Altri sanno che il “programma warfare” ha un baco nella serie di equazioni che descrivono gli investimenti militari, gli incrementi di produttività, e l’andamento dei prezzi. Perché una guerra abbia effetto su una economia come quella attuale deve essere davvero una Grande Guerra, non una azione di polizia internazionale.

Lo “scontro di civiltà”, la guerra islamica non è una guerra seria. C’è un unico vero grande avversario: La Cina.

Questo Matrix aveva cominciato a calcolarlo nei primi mesi dell’impero di Bush II°. Aveva mandato un aereo nello spazio aereo cinese. Aveva scatenato un casino. Ma qualcuno gli staccò i contatti, rendendosi conto che la guerra contro 1,5 miliardi di cinesi, come già aveva capito il Generale Mc Arthur in Corea, è una guerra termonucleare. E quella nessuno se la può permettere.

Li hanno lasciati giocare con l’Afghanistan. Hanno rimesso in piedi i conti della Loockhed, hanno evitato il crollo di Wall Street a settembre. Tutti risultati tattici. Adesso siamo al punto di prima.

Domani o fra un mese o fra tre si riverseranno sul mercato le “sofferenze” delle banche giapponesi.

Il debito Argentino al confronto è uno scoperto di conto corrente in una agenzia di periferia. Sono 152 trilioni di Yen. Il 30% del PIL Giapponese. E solo 70 sono coperti da garanzie. Tradotto in bilanci bancari vuol dire che le prime cinque banche giapponesi hanno perso metà del loro patrimonio netto di vigilanza. E le altre non lo hanno semplicemente più. I dati sono del F.M.I., e perciò sicuramente ottimisti.

I giapponesi erano “the lender of last resource”. Il prestatore di ultima istanza. Appunto. Lo erano.

Il futuro non è più quello di una volta…. Ed è difficile interpretarlo

Ma “Qualcuno” ha staccato la spina…”Qualcuno” sa che Matrix ci porterà alla rovina…”Qualcuno” che ancora oggi non è uscito fuori, allo scoperto. “Qualcuno” che aspetta che Bush II° arrivi alla fine della corsa, per buttarlo giù da cavallo.

Questo “qualcuno” potrebbe essere una lobby dell’Impero, certo. Anche nell’Impero ci sono “illuminati”. Oppure questo “qualcuno” potremmo essere noi stessi. Migliaia, centinaia di migliaia di operai del lavoro mentale, annidati ovunque. Nelle banche, nei Centri di ricerca, nell’industria dello spettacolo, nelle agenzie di pubblicità, nell’industria del software, nelle case editrici….in un qualsiasi posto in cui ti chiedono di usare il tuo cervello, le tue capacità di relazione, la tua affettività per il lavoro. Centinaia di migliaia di empati, che fra un giro su Internet, una “relazione che deve essere pronta fra un’ora”, fra le coscie della segretaria o rimirando le virilità supposte del collega, stanno scambiando informazione, lanciando disperati messaggi di aiuto”…Mayday …Mayday…Matrix è in loop…. Red Alert….Mayday. Se ci sono essere umani in circolazione fatevi sentire. Subito.”