Guerradi Marinetta D’Annunzi

L’Ora è giunta.
Un secolo dopo la Grande Guerra, è finalmente arrivato il momento di celebrarne degnamente l’anniversario ripetendone l’impeto redentore.
Che il sangue dei morti incendi quello dei vivi di nobile Furia vendicatrice.
Che il fuoco dei nostri mirabili ordigni squarci le tenebre delle lande barbare che osano minacciarci con il loro contagio oscurantista.
Che il vivido fulgore della nostra Scienza dissolva in un lampo di fiamma il loro arcaico culto sanguinario.
La nostra superiorità morale e militare surclassa la loro tribale ferocia almeno un milione di volte.
Dispieghiamola orgogliosamente in tutta la sua Potenza.
Perché limitarsi, perché subire ancora? Sarebbe vile, infame, insensato.
Indegno della nostra Stirpe, del suo nobile retaggio, della sua illuminata Cultura che così chiaramente rappresenta l’apice della Civiltà Umana.
È nostro Dovere, nostra Missione, nostro Destino liberare il mondo e il futuro da quest’orrida minaccia.
Spazzare via per sempre questo efferato Nemico.
E poi, immediatamente dopo, crearne un altro.
Perché senza un Nemico da odiare e combattere lo Spirito dei Popoli si spegne e muore.
L’Amor di Patria marcisce nella laida decadenza della torpida pace.
Il Progresso scientifico arrugginisce e s’incaglia.
L’Economia s’impantana.
All’arme dunque, non esitiamo oltre.
Che il Grande Ciclo ricominci.

Questo articolo non rappresenta il parere di nessuno della redazione di Carmilla. Nemmeno di chi l’ha scritto.

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