occhio.jpgdi Giuseppe Genna

Di fronte a tanto Dan Brown, ci voleva una terapia. Le terapie letterarie sono spesso esilaranti. Pur rimanendo nell’àmbito del delirio e del fantastico, la terapia letteraria è un atto di desacralizzazione totale, di illuminismo al cubo. E’ perciò con rinnovato sollievo che accogliamo il clamoroso ritorno di uno dei libri più belli che ci sia capitato di leggere negli anni Novanta, quando già l’ideologia cospirazionista scricchiolava ed era pronta a trasformarsi, via via, in rivolo à la page del New Age e poi in moda da supermarket: L’occhio nella piramide di Robert Anton Wilson e Robert Shea, ora riportato in catalogo dalla gloriosa ShaKe, è uno dei primi e più clamorosi esempi di avantpop vent’anni prima dell’avantpop, e resta una pietra miliare nella lotta letteraria al pensiero unico, al fumus persecutorio, al pogrom della fantasia che soprattutto il white trash americano ha propalato per anni ovunque.

Preparatevi a un viaggio acquatico ed erotico, paranormale (come il “fenomeno” di Alberto Sordi) e soprattutto kitsch: questa diffranta e fibrillante trilogia sta ventimila leghe sotto i mari del disgusto e della letteratura fatta condizionamento e gabbia dell’immaginario. Qualunque mente omologata proverà un irresistibile ribbrezzo nello scandagliare l’impazzita enciclopedia dei complotti che Shea e Wilson hanno allestito, condendola di cartoon Warner Bors, icone politiche americane in lsd (su tutte, Nixon), simbologie ultraesoteriche, girandole di segreti di cui si sa tutto tranne se siano veri o meno. E, volete saperlo?, i protagonisti li conoscete già! E’ dal Pendolo di Foucault di Eco fino agli Illuminati di Brown che ve la menano con questi ipercomplotti che controllerebbero la storia delle presidenze Usa, le monarchie anglicane, le subitanee morti papali, i graal nelle grotte di Petra, le speculazioni finanziarie, l’enfisema di mia nonna Antonietta, l’unghia incarnita del mio allucione: sono loro, sono gli Illuminati di Baviera! Via via trapassati in una miriade di sottosette, di varia natura ed eziologia, questi manipoli crucchi capitanati dall’ormai vieto Adam Weishaupt hanno piazzato una piramide massonica occhiuta sulle banconote da un dollaro, costringono i due Bush (finora due) a fare le corna massoniche, nascondo il Ring nazista nelle lande argentine, hanno in mano i cadaverini di certi alieni, dispongono di apparecchiature che funzionano attraverso le scoperte sul magnetismo che connettono Mesmer a Tesla, e finiscono pure in un film con Nicholas Cage!
La realtà è sempre più sorprendente della fantasia, ma la letteratura (quella buona, si intende) è più spiazzante e della realtà e della fantasia. Così L’occhio nella piramide (soggetto di cui ormai sapete tutto da decenni, tanto che il libro di Wilson & Shea risale al 1975 e il complotto muratorio della Rivoluzione francese data ancora prima) è un tuffo nell’unica, sconvolgente novità che può ancora riservare la paranoia del complotto: la risata liberatoria e, quindi, rivoluzionaria. Non c’è angolo di questa melma in cui sguazzano i cristiani fondamentalisti e i cattolici reazionari che i due geniali autori della Trilogia lascino intatti. Questo minestrone fa convergere tutta la cultura pop e l’anticultura della conspiracy theory in una sorta di zuppone eterogeneo e imbellamente irredentista. I delfini che compiono un salto evolutivo tale da portare la specie a mistiche altezze; un nuovo capitano Nemo che è adepto dei portati più lisergici del comparto universitario californiano; scopatrici con incensi insopportabilmente profumati e l’om facile sulle labbra; alieni che, come in Lovecraft o in X-Files, sono pronti al risveglio – ehi!, gli anni Sessanta non sono finiti, sono ancora la più valida delle terapie per il nostro presente anoressico e bulimico al tempo stesso, ma anche un po’ pallidino, e ferocemente dedito all’autoassoluzione rispetto a tutte le altre epoche e a ogni esperienza umana…
In effetti potremmo tradurre l’esperienza di questa lettura centrifuga in una sorta di assalto del futuro e del passato contro le diligenze (per nulla pionieristiche) dei nostri giorni. La novità da sottolineare oggi, a trent’anni dall’apparizione di questi tre clamorosi super-romanzi, è che non c’è branca della fisica, della psicologia, della cosmologia, dell’antropologia e della storia contemporanea che sia sfuggita alle profezie (solo apparentemente comiche) di Wilson e di Shea: è da tre decenni che il mondo si allarga verso gli orizzonti fantastici che questi due scrittori d’avanspettacolo ed’avanpresente avevano preconizzato. E’ la solita verità che si scatena nel gioco e nella letteratura: la libertà totale è questione di profezia, di messianesimo aperto e gioioso, di demolizione del calcare in cui la storia sembra cristallizzarsi.
Non perdetevi una pagina di questo manuale a uso delle sempiterne degenerazioni. Si irride a tutto, ma ridendo si vive e si abbraccia il futuro, procedendo alla cancellazione dei residui tossici che ogni ideologia totalitaria trasmette all’immane metabolismo, fisico e fantastico, della specie umana. Queste pagine che ci arrivano dal passato prossimo descrivono per noi ciò che è prossimo, con una leggerezza fumettistica che non va sottovalutata e seppellisce tutti con una risata. E’ il manabile della liberazione mentale da ogni tentazione autoritaria, la vecchia e sempreverde retorica antipotere, il segreto del buffone che assassina il re.
Leggete e fate leggere L’occhio nella piramide e i volumi che completeranno quest’imperdibile Trilogia.

Robert Shea, Robert Anton Wilson – L’OCCHIO NELLA PIRAMIDE – Primo volume della trilogia Gli Illuminati! – ShaKe – € 16