di Alessandra Daniele

standoffI due uomini armati si fronteggiano.
Improvvisamente, uno dei due prende un ostaggio.
– Butta la pistola, o sparo alla bambina!
– Non è mica una bambina – dice l’altro – avrà almeno tredici anni. E poi guarda com’è vestita.
– Vuoi dire che se lo merita? – Chiede l’uomo, stranito.
– No, sto solo dicendo che è scorretto da parte tua cercare di aumentare il valore emotivo del tuo ostaggio definendola bambina.
– Perché, le ragazzine e le donne non valgono niente?
L’altro sbuffa.
– Non ho detto neanche questo, anzi, sono favorevole alla legge sul cosiddetto femminicidio, che però è una definizione che non mi piace perché…
– Basta! – Grida l’altro – Butta la pistola o sparo!
– E dove la butto? Plastica o alluminio?
– Buttala a terra!
– Ah no, questa non è una discarica abusiva. Poi vi lamentate dell’ ecomafia…
Il cellulare nella sua tasca comincia a suonare. L’uomo risponde con la sinistra, continuando a puntare la pistola con la destra.
– Pronto, Papa Francesco… no, non voglio cambiare gestore telefonico… sì, l’ho capito che tu ti trovi molto bene col tuo.
L’altro gli fa segno di attaccare.
– Scusa Francesco, ma adesso ho da fare… no, non m’interessano le offerte del mese.
– Attacca, o sparo alla bambina!
– Non è una bambina.
Un frastuono di elicotteri scuote il soffitto. Una voce stentorea ordina da un altoparlante
– Consegnateci immediatamente le vostre armi chimiche, o dovremo bombardarvi!
– Non abbiamo armi chimiche!
– Negate di averle? Allora dobbiamo bombardarvi.
– No, fermi, aspettate! Sì, le  abbiamo…
– Ce le avete? Allora dobbiamo bombardarvi.
– Ma è un comma 22!
– No, è un’ingerenza umanitaria. Non vi permetteremo di usare le vostre armi chimiche contro i bambini.
– Non è una bambina!
– Se bombardate adesso, ammazzate anche me! – Strilla l’ostaggio.
– È un danno collaterale accettabile per salvare il vostro paese dilaniato dalla guerra civile – risponde la voce, in tono grave.
– Quale guerra civile?
– Quella di cui parlano sempre i vostri leader.
– È solo una metafora…
-Allora chi ha distrutto le vostre infrastrutture, i ponti, le autostrade?
– Non sono distrutte, sono… incompiute – rispondono i due, con vago imbarazzo.
– E le vostre industrie strategiche? – insiste la voce – Il petrolchimico, le acciaierie?
– Quelle le ha chiuse il proprietario, per ricattare il governo e la magistratura.
– Berlusconi possiede anche le acciaierie?
I due si scambiano un’occhiata ostile.
– Solo quelle minorenni…
– Non era una bambina!
Tornano a puntarsi la pistola contro.
– Basta! – Tuona la voce – Abbiamo il dovere morale di finire questa guerra come tutte quelle che troviamo cominciate.
– Perché? – Chiede l’ostaggio.
– Sarebbe un peccato buttarle – risponde decisa la voce.

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