di Franco Berardi Bifo

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[ Da Bologna (Serie A) a Bologna (Serie B). Lettera aperta di un provocatore ai buoni cittadini bolognesi è il titolo di un pamphlet che ho scritto alla fine del novembre 2005. E’ in distribuzione gratuita in alcune librerie, edicole e locali pubblici bolognesi. Il testo completo dell’opuscolo si può trovare qui ].

CHE SUCCEDE?

Ma che succede nella città che un tempo si considerava vetrina del socialismo dal volto umano? Adesso il socialismo non c’è più, ma anche il volto umano è ricoperto di pustole e cicatrici. Parlo di Bologna dove da qualche tempo è arrivato un tizio che vuole metterci in riga. Da quando c’è lui, l’ordine regna sovrano. Nervosismo, discordia, aggressività, sfruttamento, violenza. Tutto nel quadro della legalità.

Quel tizio è stato eletto Sindaco tra le grida di giubilo di molta gente (tra cui me). Ci aspettavamo che venisse qui per ristabilire i diritti maltrattati dalle giunte comunali precedenti: il diritto alla casa, il diritto a un’aria respirabile, a un traffico meno concitato, il diritto a una convivenza affettuosa, cortese, o perlomeno meno paranoica.
Ma purtroppo le cose hanno girato male.
Quel tizio si è messo a minacciare i poveracci che lavano vetri abusivamente, ha mandato ruspe a cacciare altri poveracci che dormivano nelle baracche. I sudditi, impauriti e succubi, a voce bassa si chiedono che cosa sia accaduto, e sussurrando domandano perché mai li tratti così quel signore che molti avevano atteso come un salvatore.
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Io, cittadino elettore, essendomi recato alle urne nel giugno del 2004 per mettere una croce sul nome di Sergio Gaetano Cofferati ora mi accingo a scrivere qualche paginetta sull’uomo che ho contribuito a insediare nel seggio di Palazzo d’Accursio. Non soltanto su di lui, intendiamoci. Colgo l’occasione per alcune riflessioni sulla volgarità ignorante del potere, sulla meschinità e sulla paura, sul cinismo disperato di chi ha perduto ogni rispetto di sé. Ma colgo l’occasione anche per alcune meditazioni sul futuro che attende il paese intero, che si annuncia orribile, se Bologna ne è il laboratorio di anticipazione.
Ho deciso di scrivere questo libretto un po’ per fare ammenda dell’errore madornale nel quale sono caduto: l’errore di credere alle parole di un uomo come questo, la cui storia politica e personale avrei dovuto conoscere.
Ho deciso di farlo perché penso che quest’uomo abbia rubato il nostro voto, e che occorra al più presto ritornare alla urne per una nuova elezione del Sindaco di Bologna. I sondaggi dicono che Cofferati ha un consenso maggioritario tra i cittadini. Bene, si torni a votare e che lui torni a vincere, ma questa volta con i voti che si merita. Non con il mio, né con quello di migliaia di persone per bene che non condividono l’arroganza, l’aggressività, l’ipocrisia dei suoi discorsi.
E siccome le cose non sono comprensibili se non se ne ricostruisce un po’ la genesi e il contesto, ho pensato di raccontare, in modo disordinato e un po’ autobiografico vicende recenti e meno recenti di questa città. E per finire ho cercato di capire come possa influire sul futuro politico italiano l’assurdo clima di furore in cui è recipitata la città di Bologna.