di Enzo Baranelli
[da GialloWeb]

8845203069.jpgmarshallsmith.jpgRicambi, lo splendido romanzo di Michael Marshall Smith, uscito nel ’96, univa una
trama fantascientifica ad un tono narrativo vicino al noir. Il libro si apriva con una
citazione da Jim Thompson che metteva subito in chiaro l’umore di fondo dell’opera:
"Quelli come noi. La gente. Tutte persone che hanno cominciato a giocare con la
stecca storta, che volevano cosi` tanto e hanno ottenuto cosi` poco, cosi` ben intenzionati
e finiti cosi` male"
. (J. Thompson, L’assassino che e` in me).
Uomini di paglia e` un thriller che nasce da queste premesse: scritto da un autore
che proviene da una fantascienza abbondantemente ibridata con il noir. Il risultato e` una
versione pronta all’adattamento cinematografico di un romanzo di Ballard, la sua analisi
del crimine in Cocaine Nights viene qui aggiornata al mondo del nuovo millennio
e Michael Marshall si sposta negli Stati Uniti, quelli delle stragi nelle scuole o negli
uffici federali o all’interno di un fast food.

Retaggio della fantascienza speculativa che esplora tematiche sociali, qui l’ambiente e`
ricostruito sotto una forma nuova e più sinistra: anche senza lo spostamento nel futuro
si può ormai riscrivere il mondo e la sua Storia. Complotti e segreti circondano ogni
informazione e le informazioni si moltiplicano e aumentano in modo vertiginoso. Reinventare
il presente per metterne a nudo le ferite nascoste: una formula ormai collaudata e ampiamente
usata.

Il romanzo si apre con una breve e incisiva visita ad una piccola cittadina della Pennsylvania:
all’interno di un fast food si consuma una strage. Il racconto e` scarno con descrizioni brevi
e oggettive.
Dati biografici e traiettorie di proiettili fusi in poche pagine che non danno alcuna spiegazione.
Questo il prologo. Qualcosa che abbiamo gia` visto o letto e che Marshall ripete ora a beneficio
della nostra memoria.
Il romanzo si sviluppa con due storie che procedono prima in parallelo per poi deviare
inevitabilmente fino a congiungersi. Da una lato abbiamo Ward Hopkins: la storia inizia
da lui e la narrazione e` in prima persona. E` appena tornato a Dyersburg nel Montana,
perche` i genitori ormai anziani sono morti (in un incidente). La chiusura del secondo
capitolo e` magistrale e sembra uscire dalla pagine di Philip K. Dick, e non voglio
aggiungere altro: la lettura di un thriller e` fatta anche di queste brevi e abbaglianti
emozioni che riverberano nelle mente e che impongono un ritmo serrato al lettore.
L’altro lato della narrazione e` occupato da un ex poliziotto della squadra omicidi di
Los Angeles e da un’agente federale sulle tracce di un serial killer. Michael Marshall
(che per motivi bibliografici ed editoriali ha rinunciato per questo romanzo a una parte
del cognome: Smith) scrive un thriller di ottimo livello con ingredienti in parte gia`
visti -la ragazzina rapita, la corsa contro il tempo per salvarla, il serial killer con
un suo oscuro progetto, l’amico pronto ad aiutarti a rischio della vita, che e` anche
(che comodita`!) un agente della CIA- ma sono espedienti narrativi nobilitati da una
scrittura attenta ai dettagli e nello stesso tempo incisiva ed essenziale.

Le spiegazioni che il romanzo fornisce agli orrori del nostro tempo sono figlie di
un’ottima fiction, ma non hanno altro valore aggiunto, e il loro peso e` quello della
carta su cui sono stampate. Uomini di paglia e` -qui mi ripeto- un ottimo
thriller: si puo` essere soddisfatti e nello stesso tempo desiderare di più? Con questo
romanzo tra le mani credo di sì.

Michael Marshall – Uomini di paglia – traduzione di R. Seru – Bompiani – euro 18,00