Comitato Paolo Persichetti – Un osservatorio per la civiltà giuridica

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Mostro chi? La notizia c’era tutta. Lunedì 17 maggio la Procura di Bologna,
che tanto aveva lavorato alla costruzione del mostro-Persichetti, quasi allo
scadere dei termini ­ quasi obtorto collo ­ archivia la sua posizione in
relazione all’omicidio Biagi.


Il castello di carte giudiziarie con riconoscimenti arditi, scambi furtivi
di zainetti, testi amorevolmente “aiutati”, alla fine è crollato
miseramente. Secondo alcuni, un castello architettato già prima
dell’estradizione strappata al compiacente ministro Perben, probabilmente
convinto da prove fatte balenare come schiaccianti.
Un castello fortunosamente mantenuto in piedi per quasi un anno
dall’impavida procura di Bologna, nonostante la difesa di Persichetti avesse
prodotto, nel luglio 2003, testimonianze inoppugnabili relativamente alla
circostanza non banale per la quale Paolo Persichetti non si era spostato da
Parigi per svariate settimane antecedenti l’omicidio Biagi, e che quindi non
aveva potuto fare appostamenti, pedinamenti e altre attività del genere.
E la stampa che fa? Ignora la notizia. Con tanti mostri in giro, la notizia
vera, giornalisticamente parlando, non sarebbe quella dell’accertamento di
un mancato mostro? Uno di meno, se non altro?
Non meritava Paolo Persichetti un piccolo risarcimento? In fondo, nell’afoso
agosto 2002 aveva movimentato la paginazione dei giornali e le scalette dei
telegiornali. La sua faccia è passata non si sa quante volte, ed è diventata
un’icona. E poi, nei due anni successivi, era stato la causa di molte
prurigini giornalistiche sulle collocazioni estere dei santuari delle BR. Ed
è stato anche l’insperata occasione di una novella union sacrée tra
forcaioli e dietrologi di destra e di sinistra.
Che stampa è mai questa? Dove sta la notizia? Mostro chi?
Questo Comitato, dedicato alla “civiltà giuridica”, si sarebbe accontentato
di un sussulto di civiltà mediatica. Se non una pari enfasi risarcitoria,
almeno il “dare la notizia”. Niente di più che il minimo deontologico.
Nemmeno questo?