di Alessandra Daniele

– Magister, si dice che siate sopravvissuto alla Peste Nera – chiese Pedro, in tono reverenziale. Eymerich annuì.
– Dio aveva altri piani per me.
Pedro sorrise.
– E di certo li avete realizzati. Ditemi, vi siete curato da solo?
– Sì.
– Dev’esservi pesata la solitudine in quei momenti.
– No.
– Beh, ma voi avete una tempra unica. In tempo di pestilenza la quarantena è parte della pena – sospirò Pedro.
Eymerich fissò lo sguardo sull’orizzonte grigio.
– In realtà sono da sempre convinto che un certo grado d’isolamento, di distanziamento sia una condizione che giova non solo alla salute del corpo, ma anche dell’anima, e andrebbe mantenuto sempre.
– Anche in assenza d’un morbo in circolazione?
– C’è sempre qualche morbo in circolazione, Pedro, ce ne sono a centinaia.
– Sì, ma una mezza quarantena permanente non sarebbe sostenibile – obiettò Pedro – troppe attività ne soffrirebbero, il commercio, le arti…
Eymerich accennò un sorriso sarcastico.
– Il commercio, le arti – ripeté – pensiamo piuttosto a quanto se ne gioverebbero gli studi. I costumi. L’ordine. E la preghiera.
Pedro s’affretto ad annuire.
– Sì, certo. Però mi sembra difficile che una situazione del genere si realizzi mai, no?
– Non mettiamo limiti alla Provvidenza – rispose Eymerich, con un mezzo sorriso.

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