di Girolamo De Michele
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Perché a mia mamma ho detto che vado al solito campeggio degli scout per non impezzarmi con una discussione politica, e poi perchè a lei la Sandra proprio non piace, dice che si veste tipo da puttana, chissà cosa fuma, cose così. Che poi secondo mia mamma lì ci si va solo per scopare, come se invece ai campeggi scout non… che chissà cosa si crede quando vado a fare i campeggi, pensa che l’anno scorso praticamente mi ha tanato il diaframma dallo zaino e non se n’è accorta, cioè non l’ha riconosciuto solo perché per sbaglio l’avevo messo in un’altra scatola.

Parla e straparla la Chicca.
Effetti collaterali degli spazi aperti, dell’autostrada che corre via sotto il muso del Tir che l’ha caricata su ai mercati generali. genovaG8_3.jpgLa Sandra aveva poi ragione, mica tutti vecchi di trent’anni e passa i camionisti, questo qui che porta cose fino a Sanremo ad esempio non è neanche male, poi è stato carinissimo, soprattutto quando all’autogrill si sono avvicinati i pulotti e gli hanno controllato documenti e tutto, e poi gli hanno chiesto: «e quella lì (che poi sarei io)? L’hai tirata su col dito?» (che lì per lì non ho neanche capito che “col dito” voleva dire autostop), e lui troppo tranqui ha risposto che tipo sono sua cugina e mi porta in viaggio-premio a vedere la città dei fiori per la promozione. Lino. Si, tiggiuro, proprio come quel tuo ex che… beh, ma non lo so, non mi sembra tipo che… cioè, è uno strabello, adesso ti lascio che sennò resto senza scheda, ti richiamo non appena ne compro un’altra: ma se senti la Sandra dì che mi chiama, che non so bene dov’è questo Carlini che dobbiamo dormire lì, e arrivando…

…e arrivando a Genova avevo pensato, scrive Guido sul foglio, avevo pensato che queste nike nuove erano proprio una figata, lo so che c’era un mucchio di ragazzi che contestavano le scarpe firmate per lo sfruttamento dei lavoratori delle Filipppine o di non so dove, ma in fondo anch’io lavoro.
Rilegge, Guido: sono più di dieci pagine, e ancora non è arrivato a Genova.
Quella notte a Genova, ha scritto sulla prima pagina.
Non ha preso un altro foglio per scrivere Quella notte e basta: ha lasciato Genova sotto la riga.
Quella notte.
Ma in fondo anch’io lavoro, rilegge. E infatti, appena arrivato è venuta giù che dio la mandava, tutta quell’acqua dal cielo che veniva giù a secchiate. Meno male che quei greci hanno avuto l’idea di cominciare a scavare delle canalette, mi ci son messo anch’io e abbiamo cominciato a far defluire la pioggia, e insomma ne siamo venuti fuori.
Un’altra riga nera.
Guido guarda avanti, verso il mare calmo come una tavola.
Com’è che diceva quella canzone?
Il pensiero come l’oceano non lo puoi bloccare…
Ne siamo venuti fuori
Ci stai ancora troppo dentro, direbbe Sandra, se fosse qui.
Se fosse…

…se fosse capace di un minimo di organizzazione, la Chicca, non sarebbe partita in autostop stamattina con mezza Italia da percorrere, col cellulare senza soldi e pure scarico, e la famiglia che non si può contattare perché la crede coi boy scout, smoccola Sandra mentre il sole viene giù, il concerto sta per iniziare e della Chicca zero notizie.genovaG8.jpg
E dire che con tutte le ragioni per esserci la cosa che la prendeva di più era il concerto di Manu Chao.
Peggio per lei, pensa Sandra: che poi lei Manu Chao lo ascolta, ma la sua passione sono i 99 Posse: non mi vedrete mai come volete voi, dice la sua maglietta.
Infatti non c’è storia, hanno spaccato: Ho un rigurgito antifascista lo pogavano tutti. Troppo bello: peccato per la maglietta piena di strappi.
Che poi: chissà se Thomas lo conoscevo, se non era per quello strappo.
E invece no, dice Thomas: ti stavo chiedendo una ‘osa, mica ti stavo a guardà le zinne, dio ‘ane!
No, Thomas: mica vergognarsi, ma avevi l’occhio allungato proprio lì…

…proprio lì, chiede Lino? Guarda che… non sono fatti miei, eh?, ma secondo me vai a cacciarti in un casino. Ma dai, non mandarmi in para, fa la Chicca: no, davvero, ho degli amici che ci sono andati, a Genova. Figo, fa la Chicca: amici tipo? Amici dello stadio… la curva gialloblù: andiamo a fare un po’ di casino, dicevano. E tu?, fa la Chicca. A me non piace il casino per il casino, risponde: e poi c’ho questa consegna da fare, secondo te dopo aver guidato fino a Sanremo tutto il giorno volto il furgone e vado a cacciarmi nei guai? Questo furgone è la mia ditta, lo sto ancora pagando, conclude Lino mettendo la freccia.
Ascolta, le fa, io mi fermo a mangiare, vedi tu, se non hai fretta mangiamo insieme, sennò se vuoi cercare un altro passaggio questa è una stazione piuttosto grossa, un passaggio lo trovi.
Non ha fretta: e poi alla fine offre lui.
E insomma, com’è come non è, finisce che a furia di raccontare com’è la vita dell’autotrasportatore in proprio, quanto è lunga l’Italia da fare in su e in giù, e la lista completa dei panini autogrill per autogrill, e ‘sti stronzi delle brigate che m’hanno fatto passare la voglia di andare alle partite, e questa canna che spunta da chissà dove, finisce che…

…finisce che io e te prima o poi rompiamo per davvero, dice Sandra la sera quando finalmente Chicca ha ricaricato il cell e la chiama per dirle che domattina da Sanremo, ma cosa ci fai a Sanremo, poi ti racconto, ho incontrato uno troppo strafigo che…
Vai a fidarti della Chicca!
Questo Thomas, invece: io ci sono arrivato da compagno, dice, da compagno ultras, condivido ‘na sega dell’organizzazione, la tartaruga di plastica e la gommapiuma, che se si mette male si va a fare carne da macello.BAL.jpg E invece no, Thomas, io metto in gioco il corpo e domani sto nel corteo del Carlini, anch’io sto nel corteo, t’ho detto che son qui da compagno, però aspetto i compagni della nord, noi s’è abituati a stare tra noi, in pochi, ci si fida di chi conosci, ma tu ci vai in curva?
Poi l’acqua comincia a venir giù, che a Sandra sembra un brutto presagio: ma Thomas non è tipo che si perde in brutti pensieri, eccolo lì a dare una mano, a cercare di svuotare questa specie di vasca che sta diventando il campeggio, gomito a gomito con questi qui che un si capisce ‘na mazza ma sono bravi a scavare, l’acqua defluisce e: guarda che è greco, dice Sandra che fa il classico e cerca di parlarci, e si finisce tutti a ridere, che i greci non capiscono cosa Sandra sta dicendo e Sandra non capisce perché non capiscono, però quella bottiglia di liquore scalda, e sotto il telone quando i greci vanno via si resta in tre: Sandra, Thomas e quel ragazzo tutto rasato, come si chiamava quel… ah, si: Guido! Chi l’avrebbe mai detto che il giorno dopo…

…che il giorno dopo a Boccadasse il corteo ancora non è arrivato, e la Chicca non sa se andargli incontro o aspettare, e finisce che comincia a girare e perdendosi s’imbatte in una piazza dove distribuiscono datteri con su scritto sulla maglietta Contrabbandiere etico, tipo che non si può perché c’è l’embargo ma lo fanno lo stesso, e visto che non si riesce a parlare con Sandra perchè ci sono troppi telefonini nel suo corteo prova a telefonare a Lino tanto per sapere cosa fa, ma anche dov’è lui non c’è campo. Pensare che per andare a portare il carico di fiori in Toscana deve passare da quella sopraelevata, troppo bello pensare che lui sta passando di qui mentre io sono qui a mangiare i datteri e trovo delle compagne che mi portano con loro verso il corteo, povero Lino che stamattina dormiva che era ancora buio…

…era ancora buio quando sono tornato indietro a cercarla, scrive Guido su questi fogli davanti al mare, a cercarla perché non mi usciva dalla testa che poteva…
Si ferma. Smette di scrivere. Ascolta il mare.
Ma lo sai che mia sorella è nata lo stesso giorno in cui è uscito quel disco?, gli aveva detto mentre la pioggia batteva sopra il telone.
Quale disco?
Ma dai, quello che ti dicevo… quello di Dalla, Com’è profondo il mare.
Com’è poi successo che siamo rimasti soli sotto il telone?
Non lo ricorda, Guido: ma a un certo punto Thomas ha visto passare qualcuno e l’ha apostrofato con un MADONNA MAJALA!, e Sandra ha continuato a parlare non ricordo più di cosa…
Ah, sì: del mondo. A chi non ha mai provato il desiderio di distruggere tutto non ho niente da dire, le dicevo convinto, studiato bene, e lei va bene distruggere, ma poi cosa fai in mezzo alle rovine? E poi parlava del mondo reale e del mondo possibile, discorsi troppo complicati che non capivo e che non ricordo più…
Ma della canzone del mare sì: è l’unica cosa che ricorda di tutta quella discussione, Sandra che parla del mare.
I discorsi del mare, e gli occhi di Sandra. Era buio, tutto intorno.
Poi è venuto il giorno, e abbiamo cominciato a prepararci.
Sandra ha cominciato a prepararsi: io ero già pronto.
Sandra aveva delle buffe bardature sugli avambracci. Mi ha preso per mano quando il corteo si è messo in moto…

…quando il corteo si è messo in moto, dice il corrispondente della televisione, l’atmosfera sembrava quella del giorno prima: poi le parole vengono coperte dal chiasso di una comitiva appena entrata, ma a Lino in fondo non interessa più di tanto. Prende cappuccino e brioche e si sposta per liberare il bancone.Genova G8.jpg
Poi, senza accorgersene, comincia a guardare il televisore.
Nel chiasso del bar non sente le parole: ma il tono di voce della giornalista comincia a salire.
Le immagini scorrono sullo schermo. Ragazzi vestiti di nero. Fumo. Fiamme.
Lo avevo detto che…
Che andava a finir male? A chi lo avevi detto?
Alla Chicca.
La Chicca che per un attimo attraversa lo schermo scappando con un solo sandalo al piede. Il piede con la farfalla sopra la caviglia e la catenina con i due campanellini: quella catenina che ieri sera suonava mentre…
L’ha vista solo un attimo. Non è vero: ha visto una ragazza in mezzo a tante altre, con i capelli ricci e lunghi. Non è vero che ha davvero visto il tatuaggio: gli è sembrato il tatuaggio della Chicca.
Esce di corsa e accende il motore del furgone.
Fa inversione di marcia, bestemmiando.
Genova è a meno di un’ora: e nel frattempo alla Chicca può essere successo…

…può essere successo quando? Non se lo ricorda più bene, Thomas. Effetto secondario indesiderato delle pillole che prendi, dice il medico: fatica a ricomporre le sequenze temporali.
Soprattutto durante le crisi di emicrania.
C’era Sandra dalle parti della tartaruga. Che baciava Guido.
Guido.
C’era Guido da solo. Che si sfilava la maglietta rossa e restava con la maglia nera. Che s’infilava il passamontagna nero. Che usciva dal corteo e raggiungeva quegli altri.
C’era quel bancomat distrutto, majala tre volte!
C’era Sandra che si sbracciava verso quella ragazza coi capelli ricci. C’era il corteo fermo in Tolemaide, che si aspettava di sape’ ‘osa fare, e ci si sentiva nudi senza niente in mano. C’erano Sandra e la su’ amica che quasi s’abbracciavano, quando dall’altro lato del corteo…
Poi sono arrivati i caramba, a freddo, madonna ‘ane inseguita del ciuco!
Il camion che indietreggia e i blindati che arrivano. I genitori co’ bimbi e quelli che cercano di resistere. I fedayn che ci si riconosce a pelle e le tute bianche. I compagni genovesi assieme agli ultras genoani e blucerchiati vicino alla ferrovia, che si riesce a non far spezzare il corteo che pianino pianino torna indietro.
E la Sandra non la vedo più, poi in un gruppetto proviamo a sganciarci ma dobbiamo tornare indietro e ci disperdiamo e vedo di lontano l’amico nero di Sandra fermo in mezzo alla strada, e più in là…

DIGOS-G8 …più in là di così non puoi andare si dice Lino fermando il furgone, com’è possibile che si sente il fumo e si vedono fiamme e si sentono urla e rumore e in questa strada non c’è nessuno, il furgone lo lascia lì, addirittura parcheggiato, e comincia a girare finché vede quella signora seduta per terra, cosa fa lì signora, che non l’aveva visto il sangue uscire dalla fronte, e lì affianco uno con la pettorina da medico pieno di lividi, e la valigetta del pronto soccorso per terra, stia ferma signora che un po’ ne capisco, faccio volontariato in ambulanza al finesettimana, e dopo la signora e il ragazzo con la pettorina c’è quello che parla solo tedesco con la maglietta del Sankt Pauli, e quel ragazzino con l’occhio tumefatto e chissà quanti altri, e quando arriva un’ambulanza aiuta a portare dentro quella che non si regge sulle gambe, e finisce anche lui dentro l’ambulanza, e da lì in ospedale che forse la Chicca…

…che forse la Chicca se non la riconosceva di nuovo Sandra chissà come finiva, ferma tra due in nero con le spranghe e i carabinieri che arrivavano, con la mano sul braccio nero di lividi quando Sandra la ritrova e la tira via e correndo vede lì Guido fermo che non si capisce cosa sta facendo, e là Thomas che prende a calci un portone e lo apre e fa segno di qui, di qui, e cominciano a bussare alle porte e la Chicca fa la cazzata che le salva il culo perché vede un’altra porta e riesce in strada, cosa ne sapeva che in quel vicolo non c’era nessuno, e invece no, belìn, c’era quel vecchio del posto che la guida di vicolo in vicolo col braccio che fa sempre più male, se la carica sull’Apecar e la porta al pronto soccorso.
Dove poi l’hanno arrestata, col braccio ingessato: sua madre l’ha vista così, al telegiornale. Ma della Sandra no, non…

…Sandra no, non di là!, grida Thomas vedendo dal finestrone delle scale i caramba che arrivano in strada, quelli del blocco nero che vanno via e quello lì, l’amico di Sandra che rimane fermo, proprio fermo sull’angolo mentre uno degli elmetti va a parlarci e parlano, e dopo aver parlato indica il portone, ‘nfame, t’avessi ‘n culo t’andrei a caa alla Meloria, e Sandra non s’è accorta della porta aperta e della signora che faceva segno di entrare svelti, ci sono rimasto tutto il pomeriggio dalla signora che m’ha raccontato del marito che non c’è più, ma tu lo sapevi dell’estate del ’60? Insomma, venerdì m’è andata così, è sabato sera che m’hanno massacrato… Ma quando sono uscito nel pianerottolo di Sandra c’era solo lo zainetto, e sullo zainetto c’era del sangue…

…c’era del sangue sulle pareti e sulle magliette, sui termo della scuola e sulle barelle, scrive Guido sull’ultimo foglio, e io pensavo che da qualche parte Sandra doveva essere finita, ma niente…
Mette via la matita.
genovaG82.jpg È andata così, si dice riguardando i fogli. Gli hanno detto che è stato bravo. Gli hanno detto di farsi ricrescere i capelli, che non si sa mai, con tutte quelle fotocamere. Gli hanno detto che le nike poteva tenersele. Gli hanno dato un mese extra di stipendio.
Ha chiesto in giro. Sa chi è Thomas, col pretesto del Daspo lo ha fatto interrogare, ma di lei Thomas non ha saputo più nulla. Ha riconosciuto l’amica di Sandra, l’ha rintracciata — lei e quel suo amico a cui hanno sfasciato il furgone: dice che il cellulare non ha mai risposto, che la Sandra non è più tornata a casa.
Con i soldi dell’extra in mano la prima cosa che ha fatto è stata andare a comprarsi quel disco.
Chi pensa è muto come un pesce, e come un pesce è difficile da bloccare, perché lo protegge il mare.
Non l’ha ancora capito perché a Sandra questa canzone piaceva tanto.
Però ogni volta che guarda il mare gli torna in mente, anche se non la capisce.
Anche adesso che guarda lontano e vede le luci della boa del sub che sono due punti luminosi e sembrano due occhi che splendono nella notte.
Anche adesso che prende i fogli su cui ha scritto per tutta la notte e uno ad uno li piega, ne fa delle barchette che mette in mare e le vede allontanarsi, e chissà che carta mi hanno dato, perché restano tutte a galla, non ne affonda neanche una, sempre più in là a fare tanti segni bianchi sul nero del mare
così stanno umiliando il mare
così stanno piegando il mare…

[Questo racconto è stato già pubblicato su carmilla il 27 agosto 2008]

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