di Ward Churchill, a cura di Alberto Prunetti

NicaraguaStrage.jpgSPECIALE SULL’11 SETTEMBRE
L’intervento di Valerio Evangelisti
L’intervento di Giuseppe Genna

Chiedetelo agli iracheni,
a quel milione e trecento mila morti tra le due guerre del golfo, assassinati dalle sanzioni economiche;
alle 150mila vittime “collaterali”, bombardate dagli aerei statunitensi nella prima guerra del golfo;
ai 77 mila civili ammazzati a partire dalla seconda guerra del golfo;
ai soldati, perlopiù coscritti, macellati a migliaia sull’autostrada della morte;
a quei 10mila uccisi a Basra 24 ore dopo che il “cessate il fuoco” era stato proclamato;
ai migliaia di anonimi sepolti vivi nella sabbia del deserto, che invocavano pietà davanti ai buldozer con la bandiera a stelle e strisce.

Chiedetelo ai palestinesi,
che ancora inciampano nelle cluster bombs fabbricate negli USA;
ai ragazzini che lanciano pietre contro le pallottole dei fucili M16 fabbricate nella terra dello zio Sam;
ai centinaia massacrati a Sabra e Chatila dall’esercito del primo alleato d’America.

Chiedetelo ai latinoamericani,
ai guatemaltechi, sterminati in 300mila dopo che la CIA distrusse il governo eletto nel 1954 per insediare una brutale giunta militare che garantiva le multinazionali stelle e strisce;
ai 30 mila desaparecidos argentini, ai cileni torturati dagli sgherri di Pinochet col consenso della Casa Bianca, a tutti quelli seviziati dal piano Condor, a chi ha perso la propria vita sotto il fuoco dei contras addestrati negli USA.

Chiedetelo agli asiatici,
agli indonesiani, a quel milione di vittime del colpo di stato sponsorizzato dalla CIA;
ai tre milioni di indocinesi, sterminati nel corso di una campagna più che decennale contro Vietnam, Laos e Cambogia; a quelli con le carni bruciate dal napalm, ai seviziati e derisi;
ai giapponesi, alle migliaia di civili bruciati vivi in maniera deliberata e sistematica nei raid contro Tokio; a quelli vaporizzati a Hiroshima e Nagasaki, non per scopi militari, ma per dimostrare le potenzialità letali del mostro bellico nordamericano a chi volesse mettere in discussione il suo primato postbellico.

Chiedetelo ai nordamericani,
ai nativi “indiani”, alle donne, ai vecchi e ai bambini raccolti in una fossa comune dopo il massacro di Wounded Knee del 1890;
alle decine di migliaia di indigeni uccisi per sport o per raccogliere i loro scalpi; a quelli caduti a migliaia nelle marce della morte, nei sentieri delle lacrime, nelle dislocazioni forzate in punta di baionetta, al solo fine di liberare le loro terre per consegnarle a una pretesa “razza superiore” arrivata dal nord dell’Europa; ai milioni di indiani ammazzati dal vaiolo, diffuso ad arte con coperte infette nel più democratico e liberale dei paesi.

Chiedetelo agli africani, a quella “carne nera” martirizzata nel commercio atlantico di schiavi, ai milioni che si sono spenti lentamente nelle navi, a quelli frustati a morte o sbranati dai cani dopo essere stati venduti in un’asta pubblica del libero mercato del nuovo mondo; a quelli dilaniati dopo che la schiavitù era stata formalmente abolita nel “paese dei coraggiosi”, alle migliaia di linciati dal Klu Klux Klan perché non volevano stare “al loro posto”;

Chiedetelo a tutti gli immigrati nel Nuovo Mondo, ai milioni di coolies cinesi ingoiati dalle miniere, sepolti lungo il cammino delle ferrovie in costruzione; chiedetelo agli italiani, consegnati al ghetto e ai campi di lavoro migranti per alimentare il miracolo economico americano, di tanto in tanto usati come capri espiatori per le necessità della propaganda che si inventa nemici e criminali; chiedetelo agli ispanoamericani, giustiziati il sabato sera per noia o per odio da qualche adolescente che non ha bisogno di andare fino in Iraq — a lanciare missili al sicuro riparo del terminale di un computer e massacrare sconosciuti mai visti a centinaia di chilometri di distanza — per essere chiamato “eroe”.

Chiedetelo a tutti loro. Come potrebbero non odiarvi?

[Queste righe sono una traduzione/rielaborazione di un breve saggio del nativo nordamericano Ward Churchill, The Ghosts of 9-11, contenuto nel volume On the Justice of Roosting Chickens, (Edinburgh, AKPress, 2003). Le fonti delle cifre delle vittime sono indicate nelle note in calce al suddetto capitolo, nelle pp. 26-37] (A.P.)