di Alessandra Daniele

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L’acronimo di Robert Anson Heinlein ben richiama ciò che lo scrittore rappresenta nel pantheon della fantascienza: Il dio Sole, la divinità maschile per eccellenza, con tutti i pregi e i difetti che questo simbolicamente comporta. Potenza e incisività narrativa, ma pure inclinazione al militarismo e al darwinismo sociale
Esiste però un’affascinante produzione letteraria di RAH meno nota, ma non meno importante dei suoi ruggenti scenari bellici, che svela quanto la reale complessità dell’autore sia invece impossibile da schematizzare così facilmente. Ci sono racconti come Essi (They, 1941) o Confino (Coventry, 1940) che paiono richiamare suggestioni gnostiche, indagando la soggettività del reale, o interpretando l’esperienza di vita come una sorta di percorso iniziatico.

C’è La casa nuova (And He Built a Croocked House, 1940) nel quale la struttura multidimensionale dell’Ipercubo diventa una possibile metafora dell’inconscio, il meta-labirinto dalle infinite porte che si spalancano sull’ignoto, e dove ci si ritrova a inseguire se stessi. Racconti che portano a riflettere sull’intera opera di Heinlein, chiedendosi quanti di questi altri riferimenti, magari criptati, si possano ritrovare anche tra le pieghe di altre sue trame, solo apparentemente semplicistiche. Che RAH si sia mai interessato di gnosticismo o esoterismo (in senso junghiano) è tutt’altro che facile da dimostrare, tuttavia è lecito supporre che abbia potuto cercare anche in culture in un certo senso opposte al suo consueto positivismo risorse per innervare le sue storie di elementi (anche subliminali) che sostenessero la sua visione dell’universo come ”Severo Maestro”, scaturita dalle esperienze e dalle letture più diverse e sincretiche.
C’è un sorprendente racconto nel quale lo stesso Heinlein sembra volerci rivelare la propria duplice natura: Tutti voi zombies (All You Zombies, 1959) una geniale e beffarda rilettura del mito dell’Ouroboros in chiave di paradosso temporale, che usa le potenzialità della sf per disarticolare le convenzioni narrative, e fare implodere la realta’ in un finale deliziosamente inquietante, e decisamente gnostico, che sembra anche l’ironica auto-parodia di quel ”self made man” tipico protagonista heinleniano.
E’ possibile che, come la luna, anche il sole abbia una faccia nascosta da riscoprire, un dualismo capace di rafforzare la propria stessa coerenza interna. Le doti con le quali RAH maggiormente distanzia (e di parecchio) tutti i suoi presunti epigoni non sono soltanto l’implacabile cristallina perizia tecnica, ma pure l’altrettanto implacabile e asciutta sincerità delle convinzioni, sintetizzabili in uno dei suoi titoli più archetipici: La luna è una severa maestra (The Moon is a Harsh Mistress, 1965-66). Per Heinlein il mondo è un banco di prova fatto per selezionare il meglio della natura umana, far emergere e temprare le doti migliori degli uomini, e delle donne, visto che i suoi personaggi femminili sono spesso eroine non meno risolute dei loro compagni. E’ a questo che RAH dedica la sua epica. sia nei vasti scenari della saga, come I figli di Matusalemme (Methuselah’s Children, 1941), sia nelle interzone quasi intimiste dei racconti brevi, come Disadattato (Misfit, 1939) o Mal di spazio (Ordeal in Space, 1948). Ed è forse proprio qui la chiave per risolvere l’apparente contraddizione fra le sue due ”anime”, per scoprirne la segreta origine comune, il punto dove si chiude l’anello, dove l’ultraliberista de L’uomo che vendette la luna (The Man Who Sold the Moon, 1950), e l’ultralibertario di Straniero in terra straniera (Stranger in a Strange Land, 1961) si rivelano i due volti dello stesso individualismo. Dove la ricerca di metafore e suggestioni esoteriche e l’esaltazione delle virtù marziali si dimostrano due strumenti per sostenere la stessa weltanschauung sempre discutibile però mai monocorde. Impossibile etichettare semplicisticamente come reazionario l’iconoclasta cantore dell’insurrezione di Se continua così… (“If this goes on”, 1940).
RAH è considerato il padre fondatore della fantascienza statunitense, del quale il giovane Asimov già provava soggezione a pochi anni dall’inizio della rivoluzione stilistica e concettuale della rivista Astounding, concepita per fare della sf un genere adulto, ma riuscita nel suscitare molto di più. RAH è l’ inventore di un concetto di Storia Futura capace di coniugare la ferrea coerenza dell’ intelaiatura di base con l’articolazione degli sviluppi narrativi, l’autore al quale l’editore rubacchiava gli appunti, ammirato dal disegno che componevano.
RAH è però anche considerato il cattivo maestro dell’hard sf più militarista e darwinista, fieramente avversata da Philip K. Dick, che riconosceva il mondo non come una palestra, ma come una prigione. Il nemico naturale dalla successiva rivoluzione stilistica e concettuale della sf, la New Wave. Alla quale però ”All You Zombies” sembra appartenere.
In realtà, grazie alla sua maestria Heinlein si trova oltre questa schematizzazione, pienamente meritevole della devozione politicamente e culturalmente trasversale dei suoi lettori.