logo_wn3.jpgComunicato della redazione di WarNews

Nel mese di agosto Warnews ha faticato a stare al passo con gli aggiornamenti. I ritardi sono dovuti soprattutto al periodo estivo, che comporta sempre qualche assenza nel gruppo. Ma dobbiamo ammettere che i problemi non si limitano a questo.
La verità è che continuare a gestire il sito e le attività correlate a costi vicino allo zero è già da tempo molto difficile, se non impossibile.

Da quando, all’inizio di quest’anno, abbiamo aperto alla possibilità di fare donazioni alla nostra piccola associazione culturale a sostegno del progetto Warnews, sono stati raccolti un totale di euro 771,80 (saldo alla data del 19/08/2004, mentre viene scritto questo comunicato, ndr), al netto delle commissioni bancarie.
(Ringraziamo di cuore tutte le persone – in maggioranza semplici lettori – che hanno donato tramite bollettino postale o via carta di credito).

Obiettivamente è chiaro che si tratta di una cifra molto piccola, che basterà a malapena a finanziare le spese di hosting e (forse) un nostro piccolo progetto promozionale previsto per la fine dell’anno.

Con questi presupposti è evidente che al momento non siamo nella condizione di fare alcun salto di qualità verso una organizzazione piu’ consona all’impegno che l’aggiornamento costante sulle news dai fronti di guerra richiederebbe.

Paradossalmente, il grande successo di Warnews è il maggior problema che dobbiamo affrontare oggi: al di là del lavoro di redazione, l’impegno nella gestione dei contatti, dei rapporti e delle attività esterne aumenta costantemente.
Di fatto ci troviamo ad un bivio: continuare ad utilizzare solo i ritagli di tempo che ognuno di noi ruba al lavoro, allo studio o alla famiglia non basterà a farci sopravvivere. Rischiamo davvero di non farcela.

Non possiamo nasconderci dietro a un dito: o troviamo i fondi, le strutture e l’aiuto economico necessario oppure rischiamo di dover gettare la spugna.

L’unica alternativa alla chiusura del servizio è raggiungere obiettivi concreti: disporre di una sede fisica ( anche un minuscolo sgabuzzino con un computer, un telefono e un fax) e avere la possibilità che almeno due redattori abbiano un minimo di retribuzione, in modo da potersi dedicare a tempo pieno al lavoro di redazione.

In fondo basterebbe una struttura molto modesta , con spese ridotte al minimo , per consentirci di andare avanti, di crescere e di continuare con ancora maggiore incisività il nostro lavoro.
Purtroppo anche una struttura cosi’ snella ha i suoi costi fissi, difficili da ripagare senza introiti pubblicitari o comunque commerciali. Ma la trasformazione di Warnews in un media tradizionale, legato agli interessi dei clienti e alle regole del mercato non è quello che ci interessa: Warnews deve continuare ad essere diverso, indipendente, libero.

Dopo quasi 4 anni di lavoro sulla cronaca da tutte le guerre nel mondo crediamo ancora nella possibilità di lanciare un sasso nello stagno dell’indifferenza. Crediamo ancora che dare pari dignità a tutte le sofferenze sia una necessità e un obbligo morale troppe volte disatteso nel panorama informativo italiano.

Per questo chiediamo un piccolo sforzo, non solo ai nostri lettori, ma anche ai professionisti che utilizzano il nostro servizio, agli enti, alle fondazioni e alle istituzioni che ci hanno notato e che ci hanno dimostrato apprezzamento e interesse.

Grazie a tutti.

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Nota: Fondazioni, enti, ONG, associazioni in genere che volessero contattarci possono prendere contatto scrivendoci all’indirizzo warnews@warnews.it . Risponderemo fornendo anche i nostri numeri di telefono e di fax.