Errideluca.jpgPirani.jpgLa Repubblica del 4 marzo riportava, in prima pagina, uno dei più bizzarri articoli mai apparsi sul quotidiano in tutta la sua storia. Era contro Cesare Battisti e lo firmava Mario Pirani (nella foto a destra, con un bicchiere di vino in mano).
Perché “bizzarro”? Perché così spiegava chi fosse Battisti:
– “Si tratta di un ex brigatista rosso” (non è vero)
– “condannato all’ergastolo per quattro omicidi” (in verità per due, e anche su quelli ci sarebbe da ridire, ma quest’ultima è opinione nostra)
– “riuscì nel 1981 a evadere dal carcere di Frosinone e a riparare in Nicaragua” (ehm, Pirani, si trattava del Messico)
– “nel 1990 trovò comodo rifugio… sulle rive della Senna” (qui bisognerebbe intendersi sul concetto di “comodo”, ma vabbe’…)
– “Nella latitanza parigina Battisti intuì che l’immagine dell’intellettuale era quella che nei paraggi del Quartiere Latino poteva riuscire la più confortevole e sicura” (forse anche in Messico, visto che fu in Messico che Battisti fondò la sua rivista letteraria Via Libre)
– “e si mise a scrivere libri gialli, con una eccezione costituita da un racconto-memoria intitolato L’ultimo sparo” (o anche L’ultimo sparo è un giallo, o tutti gli altri romanzi di Battisti sono “racconti-memoria”, visto che appartengono allo stesso filone narrativo)
– “Non avendolo letto” (ah, ecco che si spiega tutto!)
– “non sappiamo se in esso era contenuto anche il volantino (segue testo)” (no, non c’era)
Ecc. ecc. ecc.
Inutile proseguire: è ormai piuttosto evidente che il valoroso Pirani si arrabatta alla meglio, ma non sa di cosa stia parlando.
Sul resto delle argomentazioni, cediamo il commento a Erri De Luca (accusato da Pirani di “complice solidarietà”), attraverso l’intervista (che riprendiamo da Indymedia) da questi rilasciata all’emittente Radiolina di Napoli:
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