stato.jpgBULGARELLI: CASO BATTISTI, ITALIA E FRANCIA HANNO MENTITO SULLE MODALITA’ DELL’ARRESTO E PREPARANO NUOVE ESTRADIZIONI?

Il verde Mauro Bulgarelli ha presentato un’interrogazione parlamentare (il 2 marzo) sulle
modalità dell’arresto di Cesare Battisti e sulle rivelazioni del giornalista
Enrico Porsia, il quale in un articolo apparso nell’edizione on line del
periodico ‘amnistia.net’, sostiene che l’arresto di Battisti rientra in un
accordo tra Italia e Francia in virtù del quale, oltre a Battisti,
dovrebbero essere estradati due ex militanti delle Brigate Rosse, Roberta
Cappelli e Enrico Villimburgo: “Se quanto afferma Porsia è vero, l’arresto
di Battisti non avvenne perché questi aveva minacciato di morte un suo
vicino ma perché fu esplicitamente richiesto già nel gennaio del 2003 dalle
autorità italiane in virtù di accordi presi l’11 settembre 2002 con quelle
francesi, accordi tesi a mettere mano alla ‘dottrina Mitterand’ e a
procedere alle estradizioni valutando ‘caso per caso’. I nomi di Battisti,
Cappelli e Villimburgo erano contenuti in una lista più ampia di 14
nominativi che le autorità italiane avevano inoltrato a quelle francesi,
concedendo a quest’ultime la facoltà di “scegliere” 3 soggetti da estradare.”


“Dopo alcuni mesi, il guardasigilli francese, contrariato per i ritardi nell’
allestimento dei fascicoli, chiese personalmente al Procuratore generale di
Parigi, Nadal, di procedere all’estradizione, ma Nadal, il 4 dicembre 2003,
rispose seccamente che i tre non erano estradabili per effetto di precedenti
pronunciamenti della Chambre d’Accusation. Queste rivelazioni gettano una
luce decisamente inquietante sulla vicenda: perché l’accordo del settembre
2002 non fu reso noto? Qual’era la contropartita che la Francia avrebbe
ottenuto in cambio dell’estradizione degli esuli italiani? Appare chiaro, a
questo punto – conclude il deputato del Sole che ride – che ad essere sotto
tiro è l’intera comunità degli esuli italiani in Francia; molti di essi, a
oltre vent’anni dai fatti che sono loro imputati, e per i quali spesso sono
stati condannati solo a seguito di rivelazioni di pentiti, hanno ormai la
cittadinanza francese e sono perfettamente integrati nella società civile di
quel paese.”