di Danilo Arona

Tsunami.jpgDi tanto in tanto ci s’imbatte in articoli (qualche volta, libri interi) in cui specchiarsi. E’ il caso di un pezzo che mi fa intravedere nuovi e pure sinistri percorsi, scritto da Cinzia Di Cianni e pubblicato su “La Stampa” del 9 settembre. Racconta del “Taos Hum”, il ronzio infinito ben definibile come “fantasma sonoro”, che migliaia di persone percepiscono con conseguenze disastrose nella cittadina di Taos in New Mexico, e più in generale dell’identico fenomeno che si sta espandendo un po’ dovunque su tutto il pianeta. Ne riporto gli stralci più significativi:

“Il suo ronzare, un suono a bassa frequenza persistente come un’antica maledizione, viaggia per decine di chilometri nell’aria tersa, spingendo chi lo sente all’esasperazione e a volte a raptus di follia. E’ l’incubo di Taos, cittadina del New Mexico annidata su un altipiano a 2 mila metri d’altezza. Nel 1991 è arrivato il «Taos Hum», il fantasma sonoro, e da allora non se n’è più andato. Gli «hearers», quelli che avvertono il ronzio lamentano uno stato di malessere generale e sintomi anche gravi (emicranie, difficoltà respiratorie, attacchi di panico, insonnia). Non servono tappi per orecchie, ansiolitici, sonniferi. Alcuni disperati sono scappati da casa in piena notte, percorrendo centinaia di km alla ricerca dell’origine del ronzio. Ciò che è certo è che l’«Hum» è caratterizzato da una bassa frequenza, compresa fra 30 e 80 Hz, e quindi è difficilmente rilevabile tanto dagli strumenti quanto dall’orecchio (in altre parole, è un infrasuono, commento mio…). Già nel ’93 gli abitanti di Taos, esasperati, ottennero l’intervento di un team di esperti che, diretto da Joe Mullins della New Mexico University, coinvolse l’audiologo James Kelly e centri come il Los Alamos National Laboratory, il Phillips Air Force Laboratory e i Sandia National Laboratories. Si condussero rilevamenti acustici, geodinamici, magnetici, elettromagnetici e nel ’95 stilarono un rapporto che tuttavia non chiariva il mistero. Esclusero però l’origine geofisica, visto che l’area è poco sismica, e la responsabilità della locale rete elettrica, che emette frequenze a 60 Hz. Si sa che in natura i suoni a bassa frequenza sono generati da fenomeni diversi, come interazioni del vento, variazioni barometriche, tornado, onde oceaniche, valanghe, terremoti, attività vulcaniche, fino alle aurore boreali. Le più comuni fonti artificiali di infrasuoni sono invece motori, impianti industriali, reti elettriche, «pipeline», turbine eoliche. Ma nulla di tutto ciò risulta una possibile causa del «Taos Hum».”

Al che la Di Cianni allarga la forbice e riferisce che la casistica sta crescendo. Qua e là sul pianeta, a macchia di leopardo, quanto meno dai luoghi da dove giungono i resoconti (Alaska, Gran Bretagna, Australia…). Soprattutto in Gran Bretagna, in cui si detiene il poco simpatico primato e già si registra il primo suicidio da persecuzione di Hum.

“Il «Bristol Hum» è il primo della serie, dato che ha conquistato i titoli dei giornali già dagli Anni 70. E oggi si registrano fenomeni a Londra e Leeds, oltre che nelle contee di Cheshire, Cornwall, Gloucestershire, Shropshire, Suffolk, Wiltshire. Tra gli episodi più recenti c’è quello del villaggio gallese di Minffordd, dove il Comune ha installato una serie di strumenti per individuare le cause del ronzio, e quello australiano del «Bondi Hum», nella celebre località balneare vicino a Sydney. Adesso gli «hummers» hanno costituito associazioni e gruppi di sostegno, mentre la «Low Frequency Noise Sufferers Helpline» di Southampton ha già ricevuto 2 mila richieste di aiuto e nuovi casi sono segnalati ogni settimana. Gli studi sul fenomeno restano scarsi, anche se la prima conferenza sul tema fu tenuta alla Royal Society of Medicine di Londra nell’89. Nel 2006 il neozelandese Tom Moir, dell’ Università di Massey, ha registrato l’«Auckland Hum» a una frequenza di 56 Hz, mentre ora David Baguley, audiologo dell’Addenbrooke’s Hospital di Cambridge, lavora a un progetto pilota con la Salford University, convinto che, per cause sconosciute, alcuni soggetti diventino ipersensibili a determinate frequenze, innescando un circolo vizioso che conduce a un’ansia incontrollabile. Ma il mistero è tutt’altro che risolto.”

Sin qui l’ottimo articolo della Di Cianni, che personalmente mi fa intravedere un ben altro panorama. Ovvero, che gli «hummers» siano ben di più e non affatto localizzati. Parto da un dato personale ed empirico: io, nel mio infimo, conosco più d’una persona che percepisce il misterioso ronzio. Io stesso mi reputo vittima, più che occasionale, del fenomeno. Se così stanno le cose, in Italia non siamo affatto pochi. E infatti questo forum di discussione, facilmente reperibile in rete, me ne offre ampia conferma.

Tutta gente a posto, non amateur del Lato Oscuro come il sottoscritto. Allora? Allora, mentre la scienza ci studia e ci organizza convegni, si può azzardare qualche ipotesi. Ad esempio, pensare a quelle onde presismiche “orizzontali”, quasi impercettibili, che però sono in grado di provocare un suono, anzi un infrasuono compreso tra i 2 e i 12 Hz (sarebbe interessante poter censire se all’Aquila e zone limitrofe esista chi sia stato oppresso da un qualche «hum» abruzzese…), che gli animali — uccelli, gatti e cani — sembrano in grado di percepire causa la predisposizione del loro apparato uditivo. Da qui in realtà deriverebbe la loro discussa “preveggenza” in merito ai terremoti. E anche quella di tanti bipedi umani i cui sensi paiono essere assai “animali”.
Ma si può anche andare oltre e puntare verso il dominio della Luce Oscura. Chi segue questa rubrica e la mia produzione in genere sa che esiste, tanto in Italia quanto in tutto l’orbe terracqueo, una comunità virtuale chiamata Final Dreamer o, più ottimisticamente all’italiana, “coloro che sognano la Grande Onda”. Non sto a ripetervi tutta quanta la storia (che peraltro trovate anche qui, su Carmilla), che si basa essenzialmente sulla constatazione che migliaia di persone condividono tutte le notti più o meno lo stesso sogno, quello della ciclopica onda “finale” che ci spianerebbe tutti quanti ad altezza zero… Sapete anche che le ipotesi più ardite in merito ipotizzano in realtà non un’onda acquatica, ma un’onda quantica o, meglio, una turbolenza cosmica — già in atto — che si sta esprimendo attraverso l’impatto sonoro di una vibrazione in grado di colpire la Terra, viaggiando tra le dimensioni, e di creare una serie di ripercussioni tanto sul piano materiale che su quello sottile ed energetico.
In questo momento starebbe appunto vibrando una sorta di “nota di fondo” universale, in primo luogo viene avvertita da coloro che condividono i sogni, e poi da tutti gli “altri”, «hummer» in testa. Naturalmente questa nuova “nota di fondo” universale darà un turbo, potenzierà le persone e cose che possiedono vibrazioni a essa compatibili, mentre dall’altra parte chi avrà pensieri e abitudini disarmoniche con tanto e disturbante “rumore di fondo” del cosmo riscontrerà forti difficoltà, che andranno dalle nevrosi e psicosi fino alla pazzia aggressiva, con tutte quelle conseguenze di cui leggiamo ogni giorno sui giornali.
In altre parole, l’Hum — che in altra sede ho personalmente ribattezzato come buuuzzz quantico — annuncia lo tsunami cosmico, attorno al quale l’aneddotica e l’editoria del 2012 si stanno sprecando anche con notevoli risultati economici. Peraltro, anche nella fisica quantistica si parla di “stati vibrazionali della realtà”, per effetto dei quali non siamo affatto in grado di percepire con gli occhi realtà vibratorie quadrimensionali, ma forse di “udirle”. E sappiamo anche che il nostro pianeta — molti scienziati lo ripetono da anni — sta mutando la propria vibrazione dimensionale. Gli esseri umani sono connessi col pianeta in cui vivono in molte maniere: tramite il campo elettrico del cervello, la massa gravitazionale del proprio corpo o le polarità magnetiche del corpo astrale. Tramite queste connessioni, la Terra è in grado d’influenzare gli esseri umani con il proprio campo elettromagnetico/gravitazionale. E forse semplicemente coloro che sognano l’Onda – che sono sempre più numerosi – si stanno connettendo con la colonna sonora del suo arrivo.