di Francesco Forlani

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Vi prego
non cacciate la bilancia
a misurare i morti con quell’ago
che la si chiami storia, critica, rimpianto

“a te di più che a me hanno fatto male”
e via con gare tra la conta e il conto
da presentare a un altro, che non sia se stesso
di vittime e carnefici di stragi

e diventare forca, cappio gogna

in questo fare provo più vergogna
per voi che a quell’elenco in calce dite morto
e dei feriti a morte – urlava Bene –
non ve ne frega nulla

non giudicate vi prego quel fuggiasco

e la saliva che vi sgorga dentro
ingoiatela insieme al desiderio storto
di vendetta e farne sputo

o allora fatelo e comprendete me
che insieme a lui ho bevuto birra
ai piedi di Belleville in primavera