NEW YEAR’S EVIL

di Danilo Arona

NewYearsEvil.jpg
Estratto da Il Porcospino, giornale online di Bassavilla.

Lettera a Tommaso

Caro Bambin Gesù…

… tranquillo! Non ho richieste improbabili o conversioni urgenti da confessarti. Non farò come John Belushi che, a spasso in montagna in una mitica scena di Chiamami aquila, accortosi di avere a pochi metri da sé un orso Grizzly, cade in ginocchio e biascica “Signore! So che ti sembrerà ipocrita in questo momento!” e prosegue con una serie di voti che ovviamente non manterrà. Niente di tutto ciò. Semplicemente avevo bisogno di parlare, forse sfogarmi, per un peso che nel corso dell’anno che si sta concludendo è diventato sempre più opprimente.

E il peso che davvero non sopporto più è quell’insieme di prescrizioni, proclami e balle che trasuda quotidianamente da quella specie di Triangolo delle Bermuda che è compreso tra il cardinale Ruini, l’onorevole Paola Binetti e l’ateo devoto Giuliano Ferrara.
Non ne posso più, mio caro Bambin Gesù, di documentari sulla magnificenza di questo o quel papa, di sceneggiati sulla gloria di questo o quel santo, di telefilm in cui il prete di turno è sempre sagace, agile, magnanimo e discretamente sexy ma senza mai cedere alle tentazioni in cui volentieri lo indurrebbero certe parrocchiane che se lo mangiano con gli occhi.
Non esistono personaggi storici oltre a quelli saliti al soglio di Pietro? Non esistono vite da raccontare che non siano quelle che assurgono alla santità degli altari? Non esistono figure sacerdotali da tracciare, quanto meno, in chiaroscuro? Sulle reti Rai e Mediaset ne esistono davvero poche. E quindi ne esistono poche anche nell’immaginario collettivo di questo nostro paese. Non ne posso più, mio caro Bambin Gesù, di difensori della famiglia naturale e consacrata davanti a Dio, che sono pubblicamente divorziati e, per certuni sembrerebbe di intuire, privatamente puttanieri. E nel migliore dei casi — vogliamo far l’esempio del devoto Casini — sciolgono il loro matrimonio per andare a vivere in peccato mortale insieme a graziose venticinquenni che di cognome fanno Caltagirone.
Caltagirone. Come il luogo natale di don Sturzo. Che l’abbia fatto per questo? Una forma di ritorno alle origini del cattolicesimo impegnato in politica in Italia? Chissà…
Nel frattempo lui e gli altri continuano a ritenere illecito ciò che per loro è pratica quotidiana.
Non ne posso più, mio caro Bambin Gesù, di un clero e di un mondo cattolico che, in parte decisamente maggioritaria, affida la difesa politica dei suoi valori al Berlusconi che la platea del convegno ecclesiale di Verona acclama, mentre riserva sonori fischi al cattolicissimo Prodi. Al povero Prodi, a cosa è servito unirsi in matrimonio davanti a Camillo Ruini oppure coniugare per una vita i valori della sua fede nella pratica politica? A niente. Per essere infine messo in croce davanti al Barabba Berlusconi. L’uomo inventore della tv “tette e culi”. L’uomo delle esortazioni a investire in Italia perché le segretarie sono bellissime. Frase accompagnata da quell’occhiolino che diceva “e certe fanno anche il servizietto sotto la scrivania”.
Persino a un non credente come me quell’uomo appare la più pagana tra le espressioni di un materialismo volgare e cinico. Il massimo teorico ed artefice di quella cultura “sazia e disperata” che sembrerebbe egemone.
Eppure molti devoti, prima si confessano, poi si comunicano e infine votano Berlusconi. Almeno confessatevi dopo averlo votato!
Non ne posso più, mio caro Bambin Gesù, di coloro che traboccano d’indignazione davanti a proposte che chiedono di riconoscere valore normativo a comportamenti che riguardano ormai milioni di persone senza danno alcuno per i terzi. Di coloro che ritengono, solo in determinati casi, il desiderio di paternità e maternità una specie di vizio osceno, una fisima da correggere. Di coloro che ogni due per tre evocano il pericolo della “deriva zapaterista”, figura retorica che ormai evoca fiamme infernali sullo sfondo e rumori di zoccoli e forconi in dolby surround stereo.
Miei cari indignati, dovreste saperlo bene pure voi che la netta maggioranza dei casi di violenza fisica o sessuale a danni di donne o di minori avviene tra le pareti di case che ospitano battezzati cristianamente uniti in matrimonio. Non credete forse che i minori che hanno dovuto subire tali abusi avrebbero di gran lunga preferito crescere tra genitori omosessuali ma amorevoli?
E volevo anche dirvi che il signor Zapatero, insieme alle tante leggi che vi tolgono il sonno, ha trovato il modo di far approvare una norma che fornisce maggior tutela alle donne vittime di violenza domestica e aggrava le pene dei violenti. Ma sono certo che qualcuno tra voi non esiterebbe a sostenere che si tratta dell’ennesimo attacco alla famiglia.
Non ne posso più, mio caro Bambin Gesù, di queste e tante altre ipocrisie e falsificazioni.
Ma l’altro giorno sono venuto a conoscenza di un fatto che, oltre a farmi sghignazzare per un’ora buona, ha aperto nuove prospettive al mio rapporto con il trascendente.
In un’apparizione televisiva l’onorevole Franco Grillini, fondatore di Arci Gay, chiosava il solito elenco di omosessuali celebri (Michelangelo, Caravaggio, Leonardo, ecc.) enumerati dal conduttore del programma con una curiosità davvero suggestiva. Quella per cui il volto del Gesù Cristo che troneggia magnifico nella Cappella Sistina non fosse altro che quello di tale Tommaso, fidanzato del Buonarroti.
Ecco Bambin Gesù, anzi Tommaso, l’idea che sarai tu a gestire il Giudizio Universale mi riempie il cuore di letizia e ribalta le mie opinioni su ciò che avverrà una volta che avrà termine questa nostra vita terrena.
E penso che il giorno del redde rationem ci sarà davvero da divertirsi.
E mi vedo già, insieme a te e altri, di nuovo come John Belushi (questa volta da The Blues Brothers) di nero vestito e con gli occhiali scuri, seminare il panico tra i tanti devoti di cui sopra, scendere dalla Cadillac e gridare “Siamo in missione per conto di Dio”.
E spedire seduta stante le loro flaccide chiappe a disposizione delle forche di quei mattacchioni con gli zoccoli e la coda a punta mentre noi lumeremo le pupe (o i boys, a seconda dei gusti) tra un Martini e un Mojito.
E so anche che tutto questo durerà al massimo un giorno, perché poi li faremo salire tutti al piano di sopra, essendo noi gente che non augura a nessuno ciò che teme per sé.
Ci sarà da bere per tutti e nessuno resterà senza stuzzichini, in nome di quella pietà e carità che nessun Dio mi ha insegnato ma che, a volte a fatica, trovo ogni giorno tra gli uomini e le donne di questa terra.