Caro Valerio,

sono passati due anni da quando hai scelto di ritirarti su un pianeta migliore di questo.

Due anni possono essere molto lunghi e allo stesso molto brevi: lunghi perché non c’è stato momento in cui la tua figura e le tue parole non ci siano mancate, brevi perché ci è sembrato sempre che tu fossi ancora qui, con noi.

Alla notizia della tua scomparsa, in redazione, il dolore si era subito sommato al timore.
Il timore di non farcela a continuare il tuo lavoro, lo sconforto per non essere magari in grado di mantenere la barra salda e rischiare, per questo motivo, di andare a sbattere contro scogli e demoni che tu sapevi sempre indicare e prevedere per tempo.

Con le gambe inizialmente molli siamo riusciti, però, ad andare avanti e a mantenere quella unità nella diversità che ha sempre contraddistinto Carmilla, la tua creatura.
L’abbiamo fatto continuando a scrivere, “ostinatamente in direzione contraria” come avrebbe detto De André; ad osservare il mondo, la cultura e la letteratura con strumenti sempre diversi per ognuno di noi, ma che tu ci hai insegnato ad affinare.

Alcuni di noi ti hanno dedicato un libro, sperando che altri, magari ad opera di studiosi più giovani, possano seguire, per sottolineare l’importanza della tua opera e dei tuoi scritti in un ambito letterario e culturale spesso asfittico, anche quando si pensa “altro” e di “opposizione”.

Abbiamo continuato ad immaginare e re-immaginare il mondo, conducendo la battaglia che forse ti stava più a cuore: quella contro la colonizzazione dell’immaginario collettivo ad opera del capitalismo e dei suoi servi e scherani.

Unico italiano a farlo e ad anticiparlo, insieme a James Ballard e Philip Dick, hai saputo cogliere nella continua rifondazione dell’immagine del mondo uno dei momenti e modi topici per combattere e controbattere il dominio reale instaurato dal capitale. Non solo sul terreno del valore e della sua costante accumulazione attraverso lo sfruttamento di ogni risorsa vivente, ma soprattutto su quello di ciò che davvero conta, oppure no, per la prosecuzione della vita su questo pianeta.

Una vita vera e piena che, per te e per noi tutti, non può essere sottomessa o ridotta alle esigenze del capitale morto. Quel capitale accumulato che si nutre di orari di lavoro e ricatti sullo stesso sempre più pesanti e dal quale occorre far di tutto per fuggire.

Abbiamo seguito le tue tracce sul cammino che porta alla capacità di resistere, comunque, al vampiro che ancora attanaglia il mondo dei viventi e che cerca, in modi sempre più abbietti, distruttivi, perversi e demoniaci di trasformarlo in un mondo di zombie, di morti viventi. Chiamando vita ciò che è morto e condannando tutto ciò che gli si oppone.
Chiamando pace la guerra ed esaltando quest’ultima come mezzo definitivo per affermare in eterno i propri, miserabili valori.
Travestendo da “diritto” ogni individualistica affermazione del povero e impotente “io” borghese contro il ben più importante interesse collettivo e la potenza della riflessione che può scaturirne.

Noi siamo ancora qui, al nostro posto e al tuo fianco: contro il nazionalismo, il fascismo, l’egoismo, la miseria economica e morale di un sempre più finto liberalismo.
No pasaran….anzi meglio Venceremos!

La Redazione
20 aprile 2024