di Federica Vicino

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NINNA NANNA

dormi – dormi bimbo
che domani andrai a lavorare
in fabbrica

e troverai un omone
imbronciato
che ti dirà quello che devi fare
e che -se non ti sta bene- quella è la porta

ti daranno un foglio da firmare
senza il tempo di leggerlo
ti diranno qual è il tuo stipendio
e che -se ti sembra troppo poco- o ‘sta minestra o ‘sta finestra

dormi ancora bimbo
che un bel mattino ti sveglierai più arrabbiato del solito
non avrai più fame né sonno
solo voglia di gridare
e con te grideranno altri uomini
e sulla strada sarà un carnevale senza coriandoli
ma -ancora- con un Re da bruciare

sarete centinaia e centinaia
tutti stanchi di essere considerati un numero
tutti stanchi di leggere le cifre
(della disoccupazione, della crisi, della recessione, dei salari, della cassintegrazione)
e le percentuali
(di adesione allo sciopero, di famiglie al di sotto della soglia di indigenza,
di giovani in cerca di prima occupazione, di lavoratori in prepensionamento)

dormi – dormi bimbo
ché domani sarà primavera
avrai qualcuno a cui raccontare dei mandorli in fiore
e delle rondini che una volta tornavano
proverai – di nuovo- a contare le stelle
dalla finestra del condominio
la tua
che sarà alta – appesa nel cielo fra cento altre

correrai a perdifiato per il corridoio
dopo aver fatto le scale
e supererai cento e cento porte chiuse (ognuna col suo interno)
per varcare la soglia di casa tua –
dimentica i pensieri
chè hai una ninna nanna da cantare

IL GIRASOLE MECCANICO

dammi una ragione
per non essere più
un bullone stretto nel dado
una puleggia che scatta
nelle centraline

dammi una ragione
per non essere uno stantuffo
che ansima
un pistone che pulsa
nel suo abitacolo

dammi una buona ragione
e io saprò farmi seme
e il seme saprà farsi stelo
e lo stelo
foglia
e la foglia
corolla
e la corolla girasole

E-MAIL

controllo ogni sera la mia
casella di posta elettronica

la controllo come se da un giorno all’altro
da un attimo all’altro
di lì dovesse passare la più importante delle novità della mia vita
la notizia più attesa, la più eccitante
la risolutiva

così controllo ogni sera la mia casella di posta elettronica
e la trovo sempre vuota
sempre maledettamente vuota
roba da rinnegare destino e miseria
perché mi sembra un paradosso essere soli
anche in rete
proprio nella rete, dove nessun luogo è lontano e
nessun uomo è solo
dove tutti si cercano e tutti si parlano
e si vive di chat e di forum e ognuno sembra fatto apposta per l’altro appena incontrato
e così via cazzate-discorrendo

mi sembra un paradosso

Oppure boh

COMPUTER

Il mio computer è ironico
parla una lingua banale e retorica, ma sa di farlo
e non se ne fa un problema

L’ho detto: è dotato di una notevole ironia

Lo diceva anche il buon vecchio Chinawski:
il computer è anacronistico ed avveniristico allo stesso tempo
– lo strumento più paradossale nelle mani di un poeta

ma tant’è

alle volte lo lascio fare
è un ladro di idee
un servo fedele e beffardo, un arlecchino affamato
e satollo

il mio computer è pieno di luce
e di luci
e sembra respiri polvere di idrogeno straparanoica
a notte fonda mi altera la percezione del tempo: mi fa questo favore,
fa scorrere i minuti più lentamente, e con gran solennità aspetta che anche il mio
straparanoico pensiero dica la sua
-con pazienza e rassegnazione-

l’ho detto (e l’ha detto anche Chinawski):
il mio computer è ironico.

MISSIONE

Trasmesso — rispetto del padre
Inculcato — amor di patria
Propinato — senso dell’onore, coraggio, sprezzo del pericolo
Trasmessa — paura dell’autorità
Inculcata — ferocia reciproca, possessività assassina
Propinata — anticultura

Fa’ di me un uomo
Fa’ di questo un uomo
Se puoi

Annienta se puoi tutto ciò che è contro
E fallo se puoi con ogni mezzo
Legittimo o no
Leale o no

Insegna — una lingua comune
Diffondi — una religione
Santifica — le feste, il dio di turno e i potenti

Idolatra — denaro e tivvù
Promuovi — belle donne e cibospazzatura
Nomina — il tuo vice per i giorni più neri

Vinci ogni guerra — e se non puoi vincere, dichiarane di nuove
Sempre nuove
Finchè non dimenticheranno la prima e non conteranno più l’ultima

Poi esigi rispetto e amor di patria; appellati al senso dell’onore, al coraggio, allo sprezzo del pericolo;
serviti di paura, ferocia, possesso e ignoranza;
fatti aiutare dal cibo e dalle donne, dalla religione e dalla tivvù.

Governa, uomo, governa.
Col denaro compra denaro; sbandiera denaro, ostenta denaro, prometti denaro, sottrai denaro.
Il tuo vice sarà ancor più feroce. Governa uomo, governa.