di Valerio Evangelisti

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Piovono da più parti inviti a moltiplicare nei siti web le vignette danesi su Maometto, in nome della libertà di stampa.
Questa testata è gestita da vari soggetti, e io parlo per me stesso.
Personalmente non credo in nessuna delle divinità proprie delle religioni monoteistiche. Mi sembrano rozze caricature delle regole ancora sconosciute dell’universo. Guardo con interesse entomologico, ma anche con una leggera compassione, chi ha “fede”. Per me credono in un’ancestrale proiezione nel presente del fulmine o del sole. Le loro festività sono transitate senza traumi dal paganesimo alle varie religioni organizzate.

Fosse per me, raderei al suolo chiese, sinagoghe e moschee (risparmiando gli edifici di interesse artistico, da trasformare in musei). Dato che molta gente – per fortuna oggi meno numerosa che in passato – pare credere in una versione semplificata del cosmo, e a divinità colleriche e brutali modellate sugli uomini, ho deciso di sopportare. Anche se la loro teologia infantile, tra tappetini da preghiera, candele accese davanti a effigi di santi (veri o presunti), candelabri a sette braccia, mi sembra un condensato di imbecillità.
Per via della visione del mondo che coltivo, non è facile che io bestemmi: sarebbe ridicolo insultare chi non esiste. Alla stessa maniera, non vedo l’utilità di vignette contro Maometto: figura di storicità dubbia, appartenente più alla poesia araba che a un universo concreto. Esattamente come Gesù Cristo, residente a Nazareth senza che una Nazareth sia mai esistita. Per non parlare delle panzane del Talmud o dell’Antico Testamento.
Carmilla non pubblicherà disegni satirici su Maometto. Specie se chi li sollecita è un Adriano Sofri – difensore dell’islamismo se si trattava dell’Iran di Khomeini o della Bosnia di Izetbegovic – diventato crociato anti-islamico sulla scia del suo del suo amicone Giuliano Ferrara. La personalità di Sofri appare scissa: i suoi pezzi sull’opportunità del velo alle donne arabe alcuni li hanno dimenticati, altri no!…
Tutto ciò per dire: volete una nuova guerra mondiale? Accomodatevi! Attizzate lo scontro di religioni, fingendo che non abbia radici sociali. Scegliete pure l’inesistente (Dio, Yaveh, Allah: altrettanti termini che richiamano il sole, idolo dei primitivi ignari della complessità del cosmo) quale pretesto per fare riemergere l’istinto ferino presente nei geni dell’animale uomo.
Ma non chiedete a me o a Carmilla di partecipare alla preparazione della guerra futura. Se un aldilà esistesse, in questo momento Woytila (reclamato santo dalle belanti masse cristiane) vi sarebbe in ginocchio sui ceci a chiedere perdono a Jeovah (o a una delle tante varianti del Dio Sole) per il suo fattivo contributo alle guerre civili nella ex Jugoslavia. “Ex” anche grazie a lui e all’Europa portatrice di civiltà (si legga il bel saggio di Zaira T. Lofranco, nel n. 51 della rivista “Giano”).
Insomma, in questa sede, niente vignette su Maometto, e niente che getti benzina sul fuoco dello “scontro di civiltà”. Peraltro inevitabile, temo. La bandiera del Niente è, da sempre, quella che più trascina.
Ribadisco che si tratta di opinioni personali. Così un’eventuale denuncia per oltraggio alla religione (si sa, in Italia siamo mostruosamente tolleranti) ricadrà su me solo.