Lascera’ le chiavi della provincia di Dhi Qar al governatore iracheno subentrante, Hamid Al-Rumayad. Barbara Contini e’ stata fino ad oggi governatrice della provincia e ritiene di aver fatto un buon lavoro: “E’ stato un lavoro ottimo – ha dichiarato – tutti i progetti che avevamo studiato sono stati portati a termine. Ho lasciato volutamente in sospeso solo due di essi per continuare a dare lavoro a questa gente”. [AGR – 27.6.04]

contini.jpgE’ vero che Barbara Contini fu nominata dagli americani all’insaputa dell’Italia? In 192 righe il governo non vuole rispondere
di Giorgio Frasca Polara
Immagino sappiate tutti chi è Barbara Contini, la disinvolta funzionaria milanese che un giorno — chissà come, chissà perché — si è ritrovata governatrice della provincia di Dhi Qar, in Irak, dove si è fatta una fama poco lusinghiera e comunque di assoluto sgradimento da parte degli irakeni e non solo. Un giorno (venerdì 27 febbraio di quest’anno) l’Unità rivela che la impegnativa nomina della Contini è stata fatta dagli occupanti Usa senza nemmeno interpellare il governo italiano che ha saputo della decisione americana a cose fatte. E’ vero che è andata così?


“Per sapere se risponda a verità la notizia pubblicata dall’Unità…”: è così che comincia una secca interrogazione rivolta a Martino, l’impalpabile e americanissimo nostro ministro degli Esteri, dal deputato indipendente di sinistra Nerio Nesi. Ho detto secca: sette righe a stampa su mezza colonna nei resoconti Camera di cento giorni addietro.
E dopo qualche mese (un primato di rapidità, in genere passano semestri, e anche un annetto) è arrivata — ed è stata pubblicata sugli atti della Camera a generale edificazione — la risposta non del ministro ma del suo sottosegretario Alfredo Luigi Mantica, An. Non altrettanto secca: alle sette righe della domanda hanno fatto fronte 192 (centonovantadue) righe a stampa su mezza colonna, sugli stessi resoconti Camera.
Ma questo — la lunghezza spropositata: sarebbe bastato un sì o un no — questo è niente. Il punto stupefacente, ma anche francamente inammissibile, è il contenuto della risposta. Vediamo. Anzitutto una sottolineatura che tanto il consiglio di governo provvisorio quanto il gabinetto interinale — i due organi irakeni che insieme all’autorità della coalizione degli invasori (CPA) hanno in carico l’amministrazione provvisoria del paese — “annoverano tra i propri membri una donna”. Embè? Poi che “esiste una crescente consapevolezza in seno ad alcune forze politiche irakene che la tutela dei diritti delle donne rappresenta un elemento fondamentale per la costruzione di un Iraq sovrano, democratico e prospero”. Hai capito, tu! Quindi l’annuncio che è stato aperto a Baghdad un centro-donne, “il primo di nove centri che verranno aperti in tutto l’Iraq per migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle irakene”. Straordinario.
Ma la Contini da chi è stata nominata? E il governo italiano ne ha saputo nulla? Un momento, non siamo neppure a metà della risposta del governo. Che passa poi a illustrare “la intensa attività dell’Italia a favore dei diritti delle donne e dell’uguaglianza di genere”. Che illustra le benemerite iniziative — discorsi, appelli, congratulazioni e altre amenità inutili come un raffreddore — della nostra ministra per le Pari opportunità contro Ogni Forma di Discriminazione contro le Donne (iniziali maiuscole, di rigore) della Comunità internazionale.
E la Barbara Contini? 192 righe senza che il sottosegretario Mantica ne citi il nome, o la qualifica, e comunque dica se a nominarla sono stati gli americani e se noi ne abbiamo saputo qualcosa se non a cose fatte. Dove vai? Piglio pesci! Ma in questo caso, con tutto il rispetto per il deputato interrogante, ad esser preso a pesci in faccia (quei pesci, appunto) è stato Nerio Nesi. Piena solidarietà a Nesi.
[da DS Online Magazine, 10.6.04]