futurosangue.jpgSegnaliamo disordini in varie librerie d’Italia: fan impazziti di Carmilla si sono disputati a sangue e futuro l’antologia carmillica curata da Vittorio Catani e affettuosamente ribattezzata Carmillone. Sembrava di assistere alla ressa di diseredati iraqeni intorno ai camion che distribuivano acqua e cibo a Baghdad. Almeno, queste le notizie trasmesseci da Magdi Allam e noi non abbiamo alcun motivo di ritenere che siano distorte o false, vista la credibilità del prestigioso giornalista repubblichino. Trasmettiamo quindi un accorato appello ai carmilli in crisi d’astinenza da Carmillone: arriveranno a breve nuove copie in tutte le librerie del Paese. Per chi se lo fosse scordato, ripetiamo che il Carmillone è la migliore antologia di fantascienza italiana mai prodotta a memoria d’uomo: il titolo è Il futuro nel sangue , sono 19 racconti sul potere, un totale di 354 pagine al prezzo politico di 9 euro. Qui ci sono tutti i nomi degli autori e i titoli dei racconti antologizzati. Potete acquistare il Carmillone in queste librerie. Oggi vi proponiamo un nuovo estratto dal libro, che solo per disguidi tecnici non è stato dedicato a Magdi Allam. [gg]

da Frammenti degli occhi di Tiberio
di Franco Ricciardiello
Durante il trasferimento, Arduino Marchetti ricordò il breve flash di indignazione negli occhi del dottor Ferrari quando gli aveva spiegato che sarebbe stato preferibile iscrivere sua figlia nella lista delle meretrices.
– Naturalmente, è per evitare di essere giudicata come adultera – aveva aggiunto Marchetti divertito, sperando in segreto che il suo cliente mandasse a monte il viaggio. – Nella tarda epoca repubblicana, molte signore anche della classe degli equites si dichiaravano prostitute per aggirare il disonore dell’adulterio.

Ma non era servito a evitargli quel lavoro. Evidentemente la volontà didattico-correttiva del dottor Ferrari era più potente della eventualità di esporre sua figlia ai pericoli del trasferimento.
Marchetti si vestì della tunica, annodandosi alla vita una cintura di lana. Provò il funzionamento di tutti i servomeccanismi nano-bio-mec installati nel suo corpo, che avrebbero dovuto garantirgli aiuto in caso di difficoltà durante il viaggio. Non si accorse che Terenzia Ferrari lo aveva raggiunto da dietro, e quando la udì schiarirsi la gola si voltò infastidito.
– Be’, come sto? – disse la ragazza allargando le braccia per mostrargli la tunica logorata ad arte.
Marchetti pensò che era bella. Quello, almeno, sarebbe servito da consolazione per un viaggio che proprio non voleva fare. – Sembri… diversa con quella capigliatura – disse.
– Visto che effetto? – approvò Terenzia ravviandosi i capelli, trasformati in una decina di minuti di trattamento da un biondo liscio in un riccio castano chiaro.
Il tecnico di trasferimento barricato oltre il vetro insonorizzato suonò una spia per richiamare la loro attenzione. – Due minuti – disse.
– Anticipiamo? – domandò Terenzia.
– Questione di congiunzione – rispose Arduino Marchetti facendole segno di seguirlo al centro del cerchio argentato. Sedettero sul pavimento, una accanto all’altro, in mezzo alla stanza in un appartamento all’ultimo piano di corso Vittorio Emanuele, la più recente sede non ancora individuata dalla polizia.
– Chiudi gli occhi – consigliò Marchetti, – è di aiuto per evitare la nausea, talvolta.
– Slurp! – scherzò la ragazza – chiusi-chiusi? – domandò. Poi Marchetti la sentì urlare e aprì gli occhi. Si ritrovò in una stanza con muri intonacati di fresco, una decorazione a greca sul bordo superiore delle pareti, un telo di lino alla finestra. Erano nel 133 a.C.