internationalanswer.jpgIl 17 e 18 maggio la città di New York sarà la scena di un evento straordinario: i partecipanti alla comunità A.N.S.W.E.R. Coalition, una delle sigle più importanti del movimento pacifista americano, si ritroveranno per una due giorni in cui verranno scambiate informazioni, prodotte documentazioni ed elaborate strategie da proporre ai movimenti no global internazionali. E’ soprattutto la messa in comune di informazioni che ogni gruppo ha raccolto in quest’ultimo anno a costituire un motivo di interesse notevolissimo: si attende un salto di qualità per quanto concerne la controinformazione sui panni sporchi del regime Bush, siano essi lavati in famiglia o davanti agli occhi di tutto il pianeta. Si parte con la messa a fuoco dell’affermazione rilasciata il 7 maggio da Karl Rove, uno degli architetti più perniciosi dell’Amministrazione Bush: “In Iraq abbiamo soltanto assistito a una battaglia: la guerra è più vasta”.

bushimpero.jpgIl paventato rischio di un allargamento del conflitto in Medio Oriente e non solo, all’interno di una strategia di rifacimento a vantaggio degli Usa della situazione geopolitica internazionale, è un fulcro su cui il movimento pacifista americano ha prodotto un dibattito sconcertante per messe d’informazioni e lucida capacità di individuazione delle strategie neoconservatrici. E’ una scontata verità geopolitica che gli immediati obbiettivi Usa siano Iran, Siria e Libano, nonostante le profferte di pace che lo scherano Colin Powell declama in questi giorni – profferte più sloganistiche che effettive e tutte legate a un preciso target: eliminare definitivamente dalla scena internazionale Yasser Arafat nel medio breve periodo. Target che, tra l’altro, offre il vantaggio di distogliere momentaneamente l’attenzione della pubblica opinione rispetto alla programmazione di un conflitto a più vasto raggio di quello che abbiamo visto esplodere dopo l’11 settembre 2001. La questione pendente di Cuba, l’aggressione mediatica (tipica del nuovo modello strategico di guerra asimmetrica) contro la Cina con la bufala SARS, e la sistemazione della questione nordcoreana lasciano prevedere che il regime americano (tale a tutti gli effetti, a partire dall’illegalità dell’elezione di George W. Bush) trascinerà il conflitto nell’oriente medio ed estremo del pianeta almeno fino alla fine del mandato attuale della marionetta presidenziale, che tenterà di incassare una seconda elezione per continuare l’opera di consolidamento geopolitico iniziata l’indomani degli attentati a New York e Washington.
manifestazioneroma.jpgIn questa situazione che concretamente si profila per il futuro, A.N.S.W.E.R. Coalition oppone l’unica risposta in grado di fare saltare gli ingranaggi della macchina bellica (una macchina fatta non soltanto di congegni militari e soldati, ma anche di fiction di propaganda, strategie economiche, lobbismi indecenti, élites in fibrillazione): il movimento dei movimenti. Il 12 aprile di quest’anno, milioni di persone sono scese a manifestare contro la guerra e il devastante disegno del potere americano in sessanta Paesi diversi: un successo che ha costituito la definitiva legittimazione popolare (un popolo planetario) di un soggetto con cui devono fare i conti anche l’Onu e gli Usa.
L’incontro del 17 e 18 maggio, a New York, sancisce una nuova fase di crescita del movimento. Non sarà soltanto il momento chiave della condivisione di informazioni a costituire il passo in avanti di questo soggetto che – è importante sottolinearlo – ha avuto la sua prima evenienza in America (a Seattle): è la palese intenzione di diventare un polo effettivo con cui le amministrazioni devono fare i conti a inaugurare la seconda fase dell’esistenza del movimento.
Per informazioni sull’incontro di New York: http://www.internationalanswer.org/campaigns/m3/index.html