di Alessandra Daniele

 Il governo Renzi è morto.
Naturalmente resterà in carica, l’Italia ha una lunga tradizione di governi zombie, ma la sua morte annunciata, che ha quasi ucciso anche il suo principale sponsor Berlusconi, è ormai irreversibile.
Il ventennio renziano è durato un decimo del previsto da editorialisti, politologi, opinionisti, e leccaculo.
Spacciatosi come arma vincente per il PD Renzi s’è rivelato un handicap.
Nonostante i suoi candidati abbiamo cercato fino all’ultimo di comprare voti all’ingrosso e al dettaglio promettendo nuovi finanziamenti più o meno olimpici, o minacciando il ritiro di quelli già previsti, da nord a sud quasi tutti hanno subito sconfitte clamorose e umilianti.
A Roma la papessa pentastellata Raggi ha travolto Giachetti doppiandolo, ed entrando nella storia come prima sindaca della capitale.
A Torino la placida bocconiana Appendino ha completamente ribaltato il pronostico, consegnando Fassino al Museo Egizio.
A Napoli, dove il PD non è neanche arrivato al ballottaggio, De Magistris s’è aggiudicato un’investitura da leader nazionale.
Il Movimento 5 Stelle ha superato la crisi di crescenza e la paura di vincere sovrapponendo alla grifagna leadership di Beppe Grillo tutta una nuova covata di telegenici cuccioli rampanti dagli occhioni stellati e dai curriculum rassicuranti per la borghesia, ma il PD del Cazzaro non è stato sconfitto soltanto dal movimento che s’è rivelato più bravo di lui al suo stesso gioco, in città come Trieste, Grosseto, Savona, Cosenza e Olbia è stato battuto persino da una destra spappolata, acefala, letteralmente moribonda, resistendo soltanto, e non a caso, asserragliato in quella che fu la roccaforte del craxismo e del berlusconismo: Milano.
Dopo aver accusato tutti i suoi oppositori di abbarbicarsi alle poltrone, Renzi adesso s’aggrappa alla propria. Una disfatta così rovinosa però lo espone alla vendetta interna delle formiche che ha finora calpestato (quella vecchia ditta che è riuscita a conservare il posto a Bologna) e che aspettano ansiose di divorarlo quando cadrà.
La sfida referendaria che gli sembrava così facile da vincere da farne addirittura un’ordalia sul suo destino personale potrebbe davvero segnare la sua fine.
La Renxit è cominciata.