renzidi Alessandra Daniele

Mentre l’Europa continua a deragliare verso l’estrema destra, in Italia la minacciata Congiura delle Polveri grillina è saltata. Gli elettori hanno incoronato il loro nuovo Re Sòla, consegnando al PD di Matteo Renzi una maggioranza democristiana quanto suo padre. Matteo infatti è figlio d’arte. È un (ram)pollo d’allevamento.
Grillo s’è confermato esattamente l’oppositore che serve al governo. Infatti, per quanto Renzi (e Berlusconi) lo insultino, lo fanno sempre assecondando il suo personaggio, perché gli serve come spauracchio.
Adesso che la pluriennale complicità del PD col canaro di Arcore è stata resa completamente esplicita dalle larghe intese perenni, il PD ha bisogno di un nuovo “nemico”, e Grillo è perfetto come babau.
È lì apposta. E ha funzionato.
Prima assorbendo e neutralizzando il dissenso per trasformarlo in un rutto sonoro ma innocuo, come il bicarbonato fa con l’acido gastrico. E poi spingendo milioni di precari a votare per paura il cazzaro che li ha condannati al precariato a vita.
Il PD renziano ha vinto cannibalizzando e prosciugando tutti i suoi alleati (che prima o poi gliela faranno pagare) compreso Berlusconi, e sfruttando Grillo come battitore: durante una partita di caccia il compito del battitore è infatti spaventare la preda, per spingerla in direzione del cacciatore. Facendo ammuina. Producendo coreografiche minacce fasulle, come l’annunciato “processo virtuale” (cioè finto) alla Ka$ta, ovvero l’inutile sondaggio online della galera giocattolo, il modellino di cartone con le finestrelle, le faccine, e il muschio del presepe.
Il fatto che la classe politica responsabile del G8 di Genova, e che tutt’ora controlla il Ministero degli Interni, si sia finta spaventata dalla Prigione dei Puffi dimostra quanto si tratti d’un evidente gioco delle parti.
Renzi ha così ottenuto l’investitura che cercava per continuare ad applicare l’agenda BCE spacciandola per l’Era dell’Acquario. Gli elettori italiani continueranno a bersela finché non si renderanno conto di stare annegando.
Forse presto, se Renzi è, come sembra, la versione Genesis di Berlusconi, un clone geneticamente destinato a un decadimento fulmineo quanto lo sviluppo.
Forse presto, ma comunque tardi.