di Jari Lanzoni

Disclaimer: all’interno dell’articolo viene chiamata Famiglia Balillino una famiglia disfunzionale frutto della mia immaginazione e non connessa a nessuno che di cognome fa Balillino.

“Non capisci proprio un cazzo della vita. Perché solo a chi si sporca le mani. È concesso il privilegio di avere una coscienza pulita”, cantano in “Scatole” i pinguini tattici nucleari, nuova fissa della mia primogenita. Di base, questo concetto di una fatica pura, o di un sudore “giusto”, non è sbagliato (passare dalla scrivania del grafico alla pistola del benzinaio o alla vanga del becchino non mi ha fatto che bene). Inoltre è con la fatica che si è sempre usciti da situazioni critiche, vedi la ripresa dopo la seconda guerra mondiale.

Tuttavia c’è un residuo maligno in questa idea, come la terra argillosa che resta attaccata alla vanga e la appesantisce.

Durante una fase di recessione economica si possono notare diverse reazioni: la rassegnazione, l’auspicarsi un poco credibile “ce l’abbiamo sempre fatta”, l’isteria per la consapevolezza della situazione, la spinta a rischiare e reinventarsi e, come sempre, il ribollire di una gretta invidia sociale, che parte dal basso e da stimoli di pancia. I social non aiutano (anzi, sono diventati una sentina) e il gorgogliante fermentare di questo nuovo olio di ricino ha tempistiche molto brevi.

Ci tocca assistere di nuovo allo scontro tra un Assalonne Mordivò, ebreo incarnante di tutto ciò che di male e sudicio esiste al mondo, e un eroico Balillino*, un “Candido” poco ispirato a Voltaire e più simile a un dissennato camerata Farinacci, così puro e immacolato da doversi sentire in dovere di punire i Mordivò di tutto il mondo.

I nuovi Assalonne Mordivò, nella cui condanna ci si gratifica senza tuttavia migliorare la propria situazione, sono online e vengono definiti i “creatori di contenuti che in virtù di questa attività ricevono compenso”. Il concetto è troppo complesso per il signor e la signora Balillino, per cui è stata fornita per loro una versione omogeneizzata: influencer, creator, social media manager, etc etc.

Certo che, se durante la visione di Don Matteo 13 o Sanremo i Balillino si fermassero a riflettere, potrebbero dedurre che i “creatori di contenuti che in virtù di questa attività ricevono compenso” è quello che sono tutti gli attori dei loro intrattenimenti preferiti, e in uno sforzo pari ad Atlante che regge il mondo potrebbero giungere persino all’epifania di un “ah beh, allora che i creatori di contenuti siano in tv (media convenzionalmente accettabile) oppure sui social (ritenuti media inferiori) è uguale! Non c’è differenza!” Ma sarebbe troppo per loro! Il crollo della rete neuronale li schiaccerebbe portando al collasso tutte le funzioni biologiche.

Meglio odiare una ragazza che parla di trucco, storia o crime davanti al suo iPhone, o che mostra ciò che le viene chiesto su onlyfans, oppure qualcuno che ha fatto successo comunicando contenuti.

Questi nefandi Assalonne Mordivò digitali, si permettono di NON SPORCARSI le mani e guadagnare da piattaforme come YouTube, onlyfans o altro. Niente tornio, niente vanga o saldatore. Ma dove si andrà a finire, signora mia?

Va detto che se propongono cose che non interessano a nessuno o hanno modalità comunicative sbagliate, il loro portafoglio resta vuoto, quindi se si portano a casa 1.000,00 – 3.000,00 euro al mese vuol dire che si stanno sbattendo a fronte di una grande richiesta, che propria è del cliente.

Ma niente, non producono bulloni o cipolle e quindi sono da condannare, giusto? Orde di casalinghe, operai/e, impiegati/e e imprenditori sfiniti dicono “Sì“.

Ora, sarebbe interessante far notare che siano da un bel po’ in una fase di media “fluidi”, in cui il prodotto (ad esempio un film) si è staccato dal suo supporto originario (vhs, dvd, bluray) e come un Pinocchio senza fili arriva in streaming dove pare al fruitore. Mi viene in mente La Spada dei Sette occhi di Cencini, tanto per dire, che non leggo, ma che ascolto, prodotto in maniera autonoma ma non per questo di basso livello. In questo contesto, è davvero così importante se un prodotto è realizzato da uno studio, un media canonico o un privato in casa sua?

Se pago un abbonamento per ascoltare un audiolibro (che è un contenuto!), il canone per una tv o una tariffa per lo streaming, perché tutto questo non può essere valido (e dignitoso) anche per individui che forniscono LO STESSO CONCETTO DI PRODOTTO? Perché no.

Perché altrimenti non c’è più nessuno da odiare, funzione inutile ma che il cervello rettile esige!

Perché questi figuri sono “marchiati”: hanno un termine inglesizzato (orrore!) appiccicato addosso che la massa italianissima e patriottica percepisce come un segnale verde di “pestalo pure”.

Perché sono soli e non tutelati.
Sono online quindi ritenuti “accessibili”
Sono persone e quindi sono percepite come bersagli. La persona, l’individuo, è più “colpibile” in quanto ritenuto indifeso.

È un periodo difficile: il lavoro non sempre c’è, se c’è non sempre è ben remunerato/ riconosciuto, il tessuto sociale si sfalda, i vecchi equilibri saltano. Cosa fare per migliorare tutto questo? Incazzarsi con chi lavora online! Logico! In un apocalittico assassino della razionalità, dell’empatia o della più banale capacità di contestualizzare, orde sbavanti di haters si scatenano contro chiunque osi alzare la testa dalla mediocrità circostante, con vere e proprie shit-storms di post.

Ecco il risvolto dell’intervento della influencer Elisa Esposito sulla “colpa di chi guadagna solo 1.300,00 euro al mese”.

Traduco e sintetizzo l’intervento (che si trova comunque online e consiglio di vedere): la Esposito è libera di monetizzare i suoi contenuti, indipendentemente dalla piattaforma e dai contenuti stessi, che siano una gag su youtube o altro su onlyfans, questo la porta ad avere delle entrate che risultano essere consistenti. Il guadagno che lei ne trae è superiore allo stipendio medio (che in Italia è molto basso, cosa che non dipende da lei), ma proviene da sue scelte (e ovviamente dalla domanda) rispetto a come e dove veicolare le proprie energie. Dato che l’argomento “grana” è usato dalle signore Balilline per aggredirla (ossia “noi non guadagnamo quanto te, non è giusto!”), lei ha dovuto precisare tutta la precedente pappardella.

La stampa ovviamente ha parlato di provocazione (con il sotto testo “questa ragazzina ricca che non sa niente, sta provocando vuoi Brava Gente che tanto faticate e sudate”), ma quella della Esposito è stata solo una reazione a quella vagonata di insulti che le hanno rivolto i Balillini di ogni tempo e luogo, i benpensanti, conservatori, alieni ai salti logici, che vogliono un mondo a misura mediocre, con tanti capri espiatori per le loro frustrazioni.

Un bel mondo formato Balillino insomma, con i Mordivò messi alla gogna social ogni giorno, i figli Balillino ipnotizzati dai tablet a cena così non rompono i coglioni e poi subito a letto, che mamma Balillino deve difenderli scrivendo troia nei post delle influencer e attaccare la maestra dei suoi principini sul gruppo di whatsapp, mentre papà Balillino, in modalità nascosta, cerca nuovi video della categoria interracial she-males.

Lasciando la famiglia di Balillino al proprio brodo di mediocrità, voglio segnalare una serie di turpissimi Youtube, che regolarmente forniscono contenuti (a mio avviso) ottimi:

Simone di Nova Lectio (https://www.youtube.com/@NovaLectio), con i suoi 939mila followers si occupa di storia e geopolitica ad alto livello, alieno al mainstream.

La splendida Elisa True Crime (https://www.youtube.com/@ElisaTrueCrime), dopo anni di contenuti ben sviluppati ha 875mila follower, collabora con Netflix ed ha partecipato al Mystfest al fianco di Carlo Lucarelli e Franco Forte.

La cornucopia del sapere Vivy Everyday (https://www.youtube.com/@Vivieveryday) 198mila followers e una mente enciclopedica!

La bellissima Silvia di L’occhio creepy di Youtube (https://www.youtube.com/@OcchioCreepy) con 168mila iscritti e tutta la sua determinazione.

Il folle Neurodrome (https://www.youtube.com/@NEURODROME), 130mila follower pazzi come lui, irregolare nella tempistica di uscita dei contenuti che però spiccano per il loro potere dissacrante.

Ultimi ma non ultimi, Clara Campi e Marco Champier di Crime & Comedy (https://www.youtube.com/channel/UCPHKHNSQwpIDrIoL5zZxvLw) 12mila followers in crescita, che al di là del numero hanno una straordinaria capacità comunicativa al punto da aver iniziato a fare serate live in locali e arene.

 

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*Nota: protagonista di un fumetto del ventennio, Balillino era descritto come uno che “una ne pensa, una ne fa” altro che cento, perché se nasci sotto una certa ottica oltre il numero primo non puoi andare…

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