di Daniela Bandini

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Paolo Ferrucci, Giacomo Leonelli, Omicidi particolari, Ed. Piemme, 2000, pp. 348, € 15,49.

[Avvertenza. Normalmente recensiamo in questo sito opere letterarie recenti, reperibili nelle librerie. Questo criterio può variare se il tema del romanzo considerato investe temi attuali come, nella fattispecie, una certa cosiddetta “comunità terapeutica” su cui la legge Bossi-Fini sulle tossicodipendenze pare modellata.Il libro in esame è comunque ancora acquistabile nei siti web di vendita on line.] (Red.)

E’ con viva emozione che mi accingo a presentarvi questa opera prima di due eccezionali scrittori, Ferrucci e Leonelli. In copertina, dopo il titolo del romanzo, c’è, in basso a sinistra, piccolina, la definizione: thriller. Niente di più sbagliato. Siamo di fronte a un trattato rigorosissimo di alchimia, con tanto di glossario finale, di studio su Wilhelm Reich e la sua energia orgonica, di botanica, di astronomia, di teorie sulle galassie, stringhe cosmiche, Progetto Prometeo, il segreto della Proiezione, nonché condivisibilissime posizioni contro strutture specializzate nella cura della tossicodipendenza, e un’attenta analisi di ciò che avviene nel corpo e nell’anima di chi si sta innamorando.

Questo romanzo, se trattato con l’ attenzione dovuta verso le cose più care, diventerà senza accorgercene, e quindi senza saccenteria, una straordinaria miscellanea di principi antichi e modernissimi sulle principali scoperte etiche e fisiche della conoscenza. Sarà poi il lettore,se lo vorrà, ad approfondire, partendo però dal punto giusto, da una visione alta, quella della curiosità.
Il professor de Bellis è morto: nessun dubbio. Ucciso nello studio di casa da un soprammobile, una statuetta raffigurante il “Rebis”, l’Androgino, l’unione di maschio e femmina, cioè del solvente e del corpo solubile…”Emilio Mazza, ricercatore al Dipartimento di Paleografia dell’Università di Bologna stava rientrando a casa sua, una località in provincia di Rimini, dopo un breve soggiorno a Cuba, un periodo di riposo consigliato per alleviare certi dolori dell’anima che gli avevano lasciato una persistente depressione a tratti ansiogena.”
Il dottor De Bellis era un suo vicino di casa, un distinto docente dal quale tutto ti saresti aspettato tranne che di vederlo nelle prime pagine della cronaca nera. Il sostituto procuratore Antonio Pierleoni chiederà proprio a Emilio Mazza un aiuto per cercare di dipanare l’intreccio che ha del diabolico, in questo delitto pieno di riferimenti criptati, esoterico-sessuali, di difficile decifrazione se non da addetti alla materia, a cominciare dall’arma del delitto.
Nelle vicinanze sorge un edificio per il recupero della tossicodipendenza, di esplicito riferimento muccioliano, dove ragazzi in serie difficoltà, alla ricerca di un punto fermo nella loro instabile esistenza, trovano chi non chiedo altro che esserne il riferimento. Non uno dei tanti, non uno delle nuove centralità della vita, ma l’unico riferimento. In questo centro di recupero-azienda, in bilico tra l’aureola di santità e il marchio di sfruttamento ed evasione fiscale, nonché di abuso edilizio, si trova Domenico Querzoli, il collerico manager economico e spirituale della comunità.
Nei paraggi pochi, eppure significativi per il piccolo centro, erano stati i furti e i disagi provocati dalla comunità, ma era logico che da lì partissero le indagini, anche perché dall’appartamento di De Bellis qualcosa era stato sottratto, magari a scopo di rapina in cambio di qualche dose. E poi, nel frattempo, due membri della comunità erano scappati, e malgrado la vigilanza fosse ben salda all’interno della comunità, questi erano riusciti a fuggire senza lasciare traccia. Ma più si cercava di capire cosa fosse stato sottratto e perché, più lasciava interdetti il tipo di materiale rubato. Carte molto antiche, mappe stellari, fascicoli rigorosamente catalogati, dai quali mancavano alcune parti
Grazie ai nostri due autori, facciamo la conoscenza del Dottor Bisi, eminente anatomopatologo, il quale illustra, a noi ignari, come i cadaveri deceduti da poche ore possano mettersi seduti, vomitare, insomma, quasi tornare in vita, se non fosse che si tratta dell’effetto di potenti emissioni d’aria all’interno del cadavere. Il Dottor Bisi non è un cinico sciacallo, ma un uomo pacato e mal rassegnato all’idea di una società che cerca in tutti i modi di esorcizzare l’idea della morte, invece di affrontarla nella sua naturale semplicità. Sta di fatto che molti sono i sospettati, e molti saranno coloro che verranno coinvolti a vario titolo, con le motivazioni più varie, dai progetti più ambiziosi all’eccessiva e morbosa curiosità. Da colui che scopre che la sua vita ha un’andatura troppo zoppicante, con una fase di rispettabilità e una degradata e impresentabile, a chi dello studio dell’alchimia e delle sue applicazioni più antiche vuol trarre lo strumento per un efficiente e moderno controllo sull’uomo e sul mondo. Da chi scopre che il disonore è eccessivo per continuare una vita passata troppo a lungo nell’ipocrita accondiscendenza, a due casi di suicidio in una comunità-galera fuori dal controllo della legge, che le garantisce una specie di extraterritorialità.
La sigla PR in uno dei fascicoli con parti mancanti non sta per protezione, ma per Progetto Prometeo, “un piano che concepiva la creazione di un uomo nuovo attraverso l’utilizzo del cosiddetto raggio cosmico attivo, di cui l’irraggiatore orgonico era veicolo di trasmissione”. Immaginate di varcare tutta la magia, a suo modo rigorosamente scientifica, della struttura del pensiero medioevale, aggiungere Reich, e coagulare una sostanza reale, di colore verdastro, del tutto simile a “quella di cui era costituita la materia cosmica primordiale, il primo prodotto della coagulazione dell’energia primigenia del cosmo”.
Per avallare le ipotesi scientifiche, si sa, ci vuole la sperimentazione. Anche per testare l’efficacia e l’innocuità di un deodorante, d’altronde, ci vogliono le cavie… Un romanzo (un thriller?) sorprendente.