di Riccardo Valla

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Riassunto. Parigi, estate 2005. Il Conservatore del Louvre, Sommelier, è stato ucciso. Dopo una notte di ricerche, tutti i protagonisti sono tornati al museo. Madame Madeleine Pâtissière rivela di essere la madre di Valjean; il padre era l’ucciso.

— Ah, è così! — esclamò un’altra voce, dal fondo della sala. — Chi si credono di essere questi autori? So fare di meglio io!
— Perché, c’è qualcosa che non la convince? — chiese Tonnorosa. — E, di grazia, che cosa la autorizza a parlare? è un autore? un critico? ha la tessera da giornalista?
— Mi autorizzano questi. — Mostrò i pugni. — Bisognerebbe darvi quattro schiaffi, e ben dati! Non fate i furbi con me! — L’uomo cominciò ad avvicinarsi minacciosamente.
— Se vuole suggerire, si accomodi… — ironizzò il vescovo.


— Certo che suggerisco! — L’uomo si portò sotto di loro. Era un omaccione gigantesco, dalla faccia rossa. — Piantatela di cincischiare con le seghe mentali! Tirate fuori ‘sto cazzo di documento, ormai sappiamo tutti dov’è! E poi, quell’idiota di monaco ha ammazzato Sommelier senza motivo, solo per copiare il libro di Brown, e adesso che l’autore si trova nella merda per spiegare la cosa, cercate tutti di far finta che non sia successo niente! Vediamo che cazzate inventate per giustificarlo!
Mentre Londong impallidiva e mormorava: — Vero, me n’ero scordato… — il monaco, più rapido di lui, si fece avanti.
— L’ho ucciso perché era un porco, non è chiaro? — Strizzò l’occhio a Sophie, che si affrettò ad annuire.
— Dammi ancora una risposta così e ti svito la testa — minacciò l’omaccione. Si rivolse a Fouché: — E tu che cazzo di poliziotto sei? Battutine, stronzatine, Luigi Ics-Ics… Ma fa’ un’indagine seria, invece di attaccarti alle intercettazioni telefoniche!
— È cittadino del Vaticano, va giudicato secondo il codice canonico… — bluffò il vescovo.
Fouché non gli badò. — Bene, allora chiariamo tutto, a cominciare da Teadrinker. — Guardò l’inglese. — Gliel’ha ordinato lei?
— No. Non era previsto che lo uccidesse. Almeno, non prima di avere recuperato il documento.
— E lo stesso discorso vale per il vescovo. Lei, Long Dong, cosa può testimoniare? Aveva un appuntamento con la vittima, vero?
— Sì, al Jolly. Alle 21, poi rimandato di qualche ora.
— E l’argomento?
— Sommelier mi aveva chiesto informazioni di semantica storica.
— Ossia?
— L’uso di alcuni termini in testi antichi. Quando compaiono, le varie grafie ecc.
— E cosa se ne faceva?
— Probabilmente voleva accertare l’antichità di qualche citazione.
— Vade retro, Satana! — mormorò il vescovo, facendosi il segno della croce. — Qui siamo ben lontano dall’etimologia sapienziale e cristiana. Questa scienza semantica mi puzza di eresia!
— Eh, eh, vi brucia ancora, vero? — rise Teadrinker. E spiegò: — È il sistema usato da Lorenzo Valla per dimostrare che la “Donazione di Costantino”, creduta vera ai tempi di Dante, era un falso del decimo secolo.
— Vi spiego io i moventi di Valjean — intervenne Londong. — È stata una decisione sua, ma neppure lui ne saprebbe dire la ragione. Però, le sue parole sono importanti. Una sola battuta, ma estremamente rivelatrice: “Era un porco”.

(16-CONTINUA)