make_poverty_history2.gifdella Coalizione italiana contro la povertà

A dieci anni dalla scadenza per il raggiungimento degli otto obiettivi per
sconfiggere la povertà globale, la Coalizione italiana contro la povertà
ritiene opportuno offrire un bilancio delle azioni intraprese dal governo
italiano in questi cinque anni. Il rapporto, in formato pdf, è leggibile cliccando qui. La Coalizione nasce dalla sensibilità e dall’impegno
di 40 associazioni affinché l’Italia rispetti gli impegni sottoscritti nel 2000, e fa
parte del movimento globale che ha preso la forma della G-CAP, la Global call to
action against poverty.
Questo bilancio si rende oggi ancor più necessario, tenendo presente che il 2005
potrebbe essere un anno di svolta per la fine della povertà. C’è un filo unico, che
corre da Gleneagles a Hong Kong, dalla Scozia dove si tiene il G8 di luglio alla
città asiatica che a dicembre ospiterà il Summit dell’Organizzazione mondiale per
il commercio (OMC). Passando per New York, il 10 settembre, dove i governi si
confronteranno sui progressi fatti per il raggiungimento dei Millennium Goals.

Attorno a questi appuntamenti e all’obbiettivo numero uno (lotta alla povertà), si
è mobilitata la società civile di tutto il mondo, una galassia di organizzazioni
eterogenee tra loro che ha trasformato in slogan le parole dell’economista Jeffrey
Sachs, direttore dell’Earth Institute di New York: “La povertà può essere
sconfitta, non dalla generazione dei nostri nipoti ma dalla nostra”.
La Global call to action against poverty è una campagna globale che si declina in
modo diverso a seconda dei Paesi. Se in Gran Bretagna il coordinamento
nazionale Make poverty history comprende oltre 400 charities, tra organizzazioni
non governative, associazioni e gruppi di lobbying, in Italia la campagna per il
primo obiettivo del millennio è sostenuta da sindacati, ONG, organizzazioni
pacifiste e movimenti di cittadini, d’ispirazione laica e cattolica. resized_mph_Resized.jpgIl simbolo per
tutti è la “white band”: un braccialetto bianco o una fascia di stoffa con lo slogan
Make poverty history, in altre parole “Consegna la povertà alla storia!”. L’idea è che
ognuno si faccia la propria “white band”: in Brasile hanno fiori di carta bianchi,
nei Paesi europei soprattutto i braccialetti, in Italia il comune di Prato ha donato
un milione di fasce di cotone.
Durante la giornata di mobilizzazione globale del primo di luglio, a Roma e in altre
città nel mondo una fascia bianca cingerà i monumenti più rappresentativi, e il
giorno successivo il Live 8 Concert animerà la capitale; l’11 settembre – la
seconda giornata mondiale di azione, prevista per il giorno precedente negli altri
Paesi – coinciderà in Italia con la marcia della pace Perugia-Assisi. Due azioni oggi
più che mai dovute, per sensibilizzare mondo politico e opinione pubblica. Ad
avvalorare tali iniziative sono i numeri che definiscono l’impegno del nostro Paese
per il raggiungimento degli MDGs e un paio di date fondamentali nel recente
passato. Secondo il rapporto pubblicato nell’aprile scorso dal Development
Assistance Committee (DAC) dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo
Sviluppo Economico), l’Italia sprofonda all’ultimo posto per la percentuale di
risorse destinate all’Aiuto pubblico allo sviluppo (APS) sul Prodotto interno lordo,
avendo destinato nel 2004 solo lo 0,15% del PIL ai programmi per lo sviluppo e
la lotta alla povertà, a fronte di una media europea dello 0,36%. La percentuale
è scesa del 9,7% rispetto al già misero 0,17% dello scorso anno, quando il nostro
Paese era al penultimo posto, appena prima degli Stati Uniti. Il dato italiano si
distingue inoltre per essere uno dei pochi totalmente negativi in un panorama
internazionale che vede una crescita (seppur lenta) dell’impegno di 15 dei 22
Paesi membri del DAC. Queste percentuali tradiscono in realtà l’impreparazione
dell’impegno sottoscritto dall’Italia in ambito UE, a Barcellona nel 2002, e che
impegnava l’Italia assieme ad 14 Paesi europei a raggiungere entro il 2006 la
quota dello 0,33% del PIL. Se a ciò ci aggiungiamo l’appello lanciato il 12 aprile
scorso dal presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, durante
la presentazione a Bruxelles della sua nuova agenda per l’Aiuto allo sviluppo in
vista del G8 di luglio (“entro il 2010, gli Stati membri dell’UE dovranno donare
una media dello 0,51% del PIL in aiuto allo sviluppo”), una cosa sola possiamo
affermare oggi, con pochi rischi di smentita: la cooperazione italiana è fuori
dall’Europa e lontanissima dagli impegni assunti con la Dichiarazione del
Millennio, nonostante i passi avanti fatti con la “timida” sottoscrizione, il 24
maggio scorso in sede di Consiglio dei Ministri di un nuovo impegno europeo
dello 0,51-0,54%, da raggiungere entro il 2010, come obiettivo intermedio verso
il traguardo dello 0,7% nel 2015.
Il presente rapporto, strutturato sulla base agli otto obiettivi del Millennio, si pone
tre finalità: analizzare per ogni obiettivo l’impegno italiano sugli MDGs negli ultimi
cinque anni; interpellare i nostri esponenti politici sulle cause del ritardo italiano;
infine, strappare promesse in vista della prossima legislatura.

La COALIZIONE ITALIANA CONTRO LA POVERTA’ è composta da: Acli, ActionAid, Agesci. Aifo, A.L.A Onlus, Amici dei popoli, Amref, Associazione Ong Italiane,
Campagna “No excuse 2015”, CBM Italia, Missioni Cristiane per i Ciechi nel Mondo, Cestas,
Cesvi, CGIL, Cipsi, CISL, Cilap Eapn Italia, CINI — Coordinamento Italiano Network Internazionali,
Cisv, Cittadinanza Attiva, Civitas, Consiglio nazionale sulla disabilità — CND, Coopi, Coordinamento
Nazionale Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, Disabled Peoples’ International Italia (DPI-Italia),
Federazione italiana per il superamento dell’handicap – F.I.S.H, Federazione regionale campana
delle associazioni, degli handicappati e delle loro famiglie – FEDERHAND — ONLUS, Fivol,
Fondazione Banca Etica, Forum del Terzo Settore, La Gabbianella – Coordinamento per il Sostegno
a distanza, Intervita Onlus, Istituto di Cooperazione Internazionale Progetto Sud, Legambiente,
LVIA — Focsiv, Mani Tese, Masci, Mlal, Movimondo, PeaceWaves Onlus, Retedonnesenzadominio,
Sdebitarsi, Segreteria Provinciale del Sindacato FILCA-CISL di Bergamo, Social Watch Italia, Tavola
della Pace, Tavola della Riconciliazione e Pace di Benevento, Telefono Azzurro, Terre des Hommes
Italia, Transnational Organisation for Development, Employment, Social and Youth (T.O.D.E.S.Y.),
Ucodep, UIL, Unicef Italia, Unimondo, Vides Internazionale, Vis, Volontari nel mondo- Focsiv, WWF.