volpecover.jpgdi Roberto Sturm

Difficilmente mi sono imbattuto in recensioni negative di libri pubblicati dalla peQuod. Il lavoro dei responsabili della casa editrice anconetana si è sempre distinto per la qualità delle scelte che, come ho avuto modo di puntualizzare in altre occasioni, hanno portato alla luce esordienti con capacità e potenzialità stilistiche e narrative difficilmente riscontrantibili in scrittori che pubblicano con case editrici solo apparentemente più prestigiose. Gli esempi potrebbero essere parecchi, ma al lettore curioso basterà fare una ricerca in questo stesso sito per riscontrare diversi interventi più che favorevoli ospitati più o meno di recente.
Tra romanzi di evidente spessore psicologico e sociale, tra una narrativa spesso essenziale ma mai banale, tra opere prime quantomeno sorprendenti, spicca questo All’incrocio delle righe, romanzo di esordio di Sandro Volpe, quarantacinquenne insegnante all’Università di Palermo.

Di certo quello di Volpe è un testo essenziale, che non presenta una struttura narrativa complessa, che non ha diversi strati di lettura. Ma quella dell’autore è senza ombra di dubbio una scelta consapevole. La scelta di presentare una storia semplice, senza la pretesa di accenni e connotazioni politico sociali che avrebbero solo appesantito, rendendolo sicuramente meno apprezzabile, lo sviluppo della vicenda.
All’incrocio delle righe è un semplice giallo che, narrando solo gli eventi senza che l’autore inserisca nel testo considerazioni personali e biografiche, ci fa meditare sull’amicizia, sull’amore e sul tradimento. Con quale profondità lo deciderà il lettore sulla base delle proprie esperienze, della propria voglia di penetrare le pieghe della propria esistenza.
Andrea torna nella propria città dopo alcuni anni. Ne era scappato per lasciarsi alle spalle una donna, Elisa, che l’ha tradito col suo miglior amico, Bruno.
Ma non c’è tempo per rimpianti e risentimenti, perché Bruno viene trovato morto. E da qui comincia un’altra storia, la storia di Andrea che indaga sulla morte dell’amico (ri)scoprendo antichi sentimenti ed emozioni che sembravano sopiti e i tentativi di Bruno di riallacciare un rapporto con lui.
La storia si dipana piacevolmente, le tessere del mosaico si incastrano senza difficoltà, la lettura risulta scorrevolissima. Un altro esempio di come la semplicità si possa combinare all’eleganza stilistica, di come la padronanza dei propri mezzi non abbia bisogno di una ridondanza di cui molti autori oggi sembrano non poter fare a meno, di come le proprie conoscenze non abbiano bisogno, per essere colte dal lettore, di essere esibite ad ogni paragrafo.
Sono questi, in sintesi, i punti di forza di questo romanzo. Soprattutto in un mondo letteraio in cui molti best seller sono costruiti, in maniera evidente e forzata, per evidenziare la presunta cultura dell’autore. Uno per tutti, per fare un esempio eclatante, il Dan Brown de Il Codice da Vinci, agli antipodi, secondo me, della beneamata (almeno da parte nostra) letteratura popolare. Di cui All’incrocio delle righe, invece, entra a far parte con pieno merito.

Sandro Volpe – All’incrocio delle righe – peQuod edizioni – pp.95 – euro 11,00