[da Europa]

gente.gifNon era stata ancora pubblicata una riga. Per il solo fatto di aver ricevuto documenti relativi all’indagine sulle violenze al G8 di Genova, Gennaro De Stefano e Umberto Brindani, rispettivamente redattore e direttore del settimanale Gente, sono stati iscritti sul registro degli indagati con l’accusa di ricettazione. Gli avvisi di garanzia sono stati recapitati ai due giornalisti ieri mattina quando, su ordine della procura della repubblica del capoluogo ligure, agenti della polizia giudiziaria hanno perquisito la redazione milanese del giornale e l’abitazione romana di De Stefano, alla ricerca di documenti “riservati”. Un’indagine “preventiva”, avviata su un articolo mai scritto. Un atto «sconcertante e lesivo della libertà di stampa, ancora garantita dalla nostra costituzione », si difende il direttore di Gente.

Un’iniziativa «preoccupante» secondo la Federazione nazionale della stampa, che ricorda come nei mesi scorsi altri giornalisti e altre testate hanno subito, sempre su iniziativa della stessa procura, sequestri, perquisizioni, iniziative «dal sapore intimidatorio ». Il settimanale non ha reso noti i contenuti delle carte ricevute da una fonte forse interna proprio allo stesso ufficio giudiziario di Genova.
Il verde Paolo Cento preannuncia una interrogazione parlamentare, l’associazione Articolo21 invita piuttosto i magistrati a fare luce sulla fonte del documento. Resta il carattere di censura preventiva su un’inchiesta ancora tutta da verificare.