paperino.jpgLa Disney ha proibito alla Miramax (sua consociata) di distribuire nelle sale “Fahrenheit 9/11” il nuovo ed esplosivo documentario di Michael Moore, il regista di “Bowling a Columbine”.
E’ evidente che dietro questo gravissimo atto di censura c’è il tentativo di difendere George Bush e la sua sanguinaria politica dalle fondate rivelazioni che il regista fa nel suo film – che sarà comunque presentato in concorso al festival di Cannes – a proposito degli avvenimenti dell’11 settembre e dei legami esistenti tra la famiglia Bush e Osam Bin Laden.

Sul suo sito, Michael Moore ha dichiarato:

“Speravo di poter essere in grado di mettere il mio lavoro a disposizione del pubblico senza dover sperimentare gli ostacoli della profonda censura che spesso mi capita di incontrare.
Ieri mi è stato detto che la Disney, la società che possiede la Miramax, ha ufficialmente deciso di proibire al nostro produttore, Miramax, la distribuzione del mio nuovo film, “Farenheit 9/11”. La ragione? Secondo il New York Times di oggi (5 maggio), potrebbe “porre a rischio” i milioni di dollari in riduzioni d’imposta di cui la Disney beneficia da parte dello Stato della Florida, perchè il film farebbe “adirare” il Governatore della Florida, Jeb Bush. L’articolo è in prima pagina del Times e può essere letto qui (Disney Forbidding Distribution of Film That Criticizes Bush).
L’intera storia di questi (e altri) tentativi di ammazzare il nostro film sarà esposta in dettaglio man mano che i giorni e le settimane passeranno. Per quasi un anno, questa lotta è stata una vera lezione su quanto sia difficile in questo paese creare un’opera d’arte che possa irritare il potere (anzi, scusate, ok – SICURAMENTE irriterà il potere… divertente. Non vi avevo detto che era umoristico?). Tutto quello che posso fare è ringraziare Dio per Harvey Weinstein e la Miramax, che mi hanno seguito per l’intera produzione di questo film.
Ci sarebbe molto altro da dire, ma in questo momento sono in laboratorio a lavorare alle stampe da portare la prossima settimana al Film Festival di Cannes (siamo stati scelti nella rosa dei 18 partecipanti). Vi dico solo questo: qualcuno potrà avere paura di quello che mostra questo film, ma non c’è nulla che egli possa fare adesso, perchè tutto è già stato fatto, è bellissimo e, se posso dirvelo, quest’estate lo vedrete — perchè, nonostante tutto, siamo in un paese libero.”