Appunti su una storia d’altri tempi
«Il caso Battisti. L’emergenza infinita e i fantasmi del passato». Un instant book in corso d’opera. (31 Marzo 2003)

di SARA MENAFRA
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E’ un libro illuminista quello scritto da Wu Ming, Valerio Evangelisti e Giuseppe Genna e dedicato alle vicende di Cesare Battisti, l’ex Pac (Proletari armati per il comunismo) e attuale affermato giallista di cui l’Italia ha chiesto l’estradizione suscitando un putiferio di polemiche da entrambi i lati delle Alpi.

Il caso Battisti. L’emergenza infinita e i fantasmi del passato, edito da NdA press, organizzato come ogni istant book che si rispetti, ospita tutti gli appelli diffusi in solidarietà con lo scrittore italo francese – un po’ ripetitivi forse, ma che di certo rendono perfettamente il clima delle settimane seguite all’arresto dell’autore di Avenida revolution . Contemporaneamente, però, riesce ad essere un volumetto che sa estraniarsi dalla mischia in cui si sono buttati in molti in queste settimane, con un tono che si intuisce sin dalle prime pagine quando è l’editore a spiegare: «Riteniamo importante dare spazio a un diritto di critica e ad un altra versione dei fatti […] crediamo che non sia compito di editori, scrittori e giornalisti stabilire o meno l’innocenza di Cesare Battisti».

Lo sviluppo delle pagine seguenti mantiene la promessa. E invece di dedicarsi a descrivere nel dettaglio vita e miracoli del giallista francese, che attende ancora la decisione di merito della Chambre d’accusation sulla richiesta di estradizione italiana, affronta i temi più generali che la vicenda ha richiamato alla memoria.

Ad esempio la storia della dottrina Mitterand attorno a cui girano buona parte dell’intervento di Wu Ming 1 («Cesare Battisti e le libertà in Italia»), di quello di Valerio Evangelisti («Come fabbricare un mostro. Cesare Battisti e i media italiani») e di quello di Girolamo Di Michele («Tre passi nel delirio (dei delitti e delle pene)»). Tre saggi che in modi diversi dimostrano quanto la vicenda di Battisti non sia solo la storia di un uomo che a trent’anni dai fatti che gli sono contestati rischia di essere nuovamente incatenato a un passato che, vero o falso che sia, non gli appartiene più. Ma anche e soprattutto la storia di un paese, la Francia, terrorizzata dall’idea di perdere uno dei pilastri delle proprie garanzie liberali.

Efficaci e particolarmente utili sono poi le pagine dedicate alle leggi speciali in Italia – nell’introduzione – e al sistema repressivo durante gli anni `70. Anche se la chicca è la scelta di ripubblicare il saggio «Il collettivo autonomo Barona: Appunti per una storia impossibile» di Primo Moroni e Paolo Bertella Farnetti edito dalla rivista Primo maggio nel 1984 e quindi attualmente introvabile. E’ proprio leggendo le pagine scritte da Primo Moroni che si riesce ad afferrare qualcosa di più del clima politico della Milano anni `70, in cui nacquero anche i Pac. Il limite del libro forse è proprio quello di decidere, sia per caso o sia per scelta, di non raccontare qualcosa di più del collettivo capeggiato da Battisti. Ma forse anche qui la decisione è stata quella che gli autori spiegavano nelle prime pagine: non pronunciarsi sulle vicende di cui è accusato lo scrittore. Non entrare nei torti e nelle ragioni.

E’ per questo motivo che Cesare Battisti, l’emergenza infinita non è una contro inchiesta. E’ piuttosto la raccolta in 160 pagine di tutte le cose essenziali che è bene sapere quando si affronta una trasmissione televisiva o uno dei tanti editoriali che in questi mesi si sono accalcati attorno alla vita di Battisti e alla morte di Torreggiani e Sabbadin, le due vittime dei Pac per il cui assassinio è stato condannato lo scrittore italo francese (in un caso per l’organizzazione dell’attentato e nell’altro per l’omicidio materiale).