di Alberto Prunetti

[Segnalo ai lettori di Carmilla alcuni titoli che mi hanno incuriosito negli ultimi tempi] A.P.

norma parentiAntonella Cocolli, Nadia Pagni e Anna Rita Tiezzi, Norma Parenti. Testimonianze e memorie, Arcidosso, Effigi, 2014, pp. 256, euro 14

Un libro importante, per chi è interessato alla storia della resistenza nel territorio grossetano. Un’opera frutto di una ricerca collettiva curata da tre appassionate studiose che per anni hanno raccolto testimonianze orali attorno alla commovente figura della partigiana Norma Parenti, uccisa a 23 anni (con un figlio ancora al petto, come disse ai nazifascisti prima che la accoltellassero e poi le sparassero) proprio il giorno prima che le truppe americane entrassero nel suo paese, Massa Marittima. Commuove Norma per la sua giovinezza, per la sua bellezza, per il suo anticonformismo (vestiva coi pantaloni o con la gonna sopra il ginocchio durante il fascismo), ma anche per la sua forza (andava in piazza da sola a recuperare i corpi dei partigiani uccisi nonostante il divieto dei fascisti). Commuove tutti noi, ma non il fascista e il nazista che la giustiziarono. Le pagine più belle del libro sono quelle delle memorie orali dei testimoni che ricostruiscono la vicenda di Norma e le tragiche ultime giornate di guerra, con il fronte che saliva da un lato e i neri in fuga che si dedicavano a colpire in maniera spietata i partigiani e le loro staffette.

Marino Magliani, Soggiorno a Zeewijk, Mestre, Amos Edizioni, 2014, pp. 169, euro 14

L’immagine che mi rimane addosso di questo romanzo è quella del protagonista che si pone davanti alla vetrata dell’abitazione di una sua vicina, in un quartiere residenziale a nord di Amsterdam, e ne tenta una curiosa etnografia impressionista. Il guardone, il flaneur, il vagabondo che curiosa nelle abitudini dei nordeuropei è facilmente identificabile nello stesso autore, Marino Magliani, che dalla sua Liguria è partito molti anni fa e da buon ligure ha sempre vissuto altrove rispetto ai suoi olivi ormai circondati dall’edera. Interessantissimo è l’intreccio che Magliani mette in scena nel testo tra la sua attività di traduttore di autori argentini e la sua scrittura come autore, con lo sconfinamento delle tematiche tradotte (l’opera tutta sudamericana di Arlt e la riflessione sul lunfardo, ad esempio) nel suo romanzo nordico pieno di fabbriche per lo svisceramento delle aringhe e di spiagge desolate e quartieri anonimi. Il risultato è un libro strano e malinconico, molto bello, caratterizzato da una lirica triste del non luogo quotidiano, arricchito da riflessioni botaniche, toponomastiche e artistiche sulla vita quotidiana olandese. (Una piccola sfida per Magliani: gli accenni sul passato dell’autore come scaricatore di porto sui moli olandesi, assieme a altri lavoratori latinoamericani, mi sembrano molto interessanti e meriterebbero almeno un racconto breve).

Fabio Orecchini, Pane, Dismissione, Bologna, Luca Sossella Editore, 2014, pp. 60 + cd, euro 10

Quello dell’amianto, dell’esposizione professionale e ambientale all’asbesto, è un problema che purtroppo diventerà nei prossimi anni sempre più rilevante. Il processo Eternit ha segnato in certo modo una svolta nella consapevolezza sociale di questa piaga che il capitalismo ha rovesciato sul pianeta. Da allora, di amianto si parla sempre più spesso. Non solo nei saggi e nei memoriali, ma anche in forma di opere derivate o multimediali. E’ il caso di questo lavoro poetico di Fabio Orecchini, pubblicato da Luca Sossella Editore assieme a un cd con una splendida interpretazione del gruppo musicale Pane. Le parole di Orecchini incidono come un bisturi e la voce di Claudio Orlandi scava nella pelle, accompagnata dal flauto e dalla chitarra dei Pane. Se suonano dalle vostri parti, non perdeteveli.

Roberto Arlt, Un viaggio terribile, Salerno, Arcoiris, 2014, pp. 95, traduzione di Raul Schenardi, euro 10

L’uscita dal dominio del copyright (70 anni più un giorno) sta finalmente rendendo accessibile al lettore italiano l’opera dello scrittore argentino Roberto Arlt, che secondo César Aira sarebbe il più grande romanziere argentino. Sicuramente uno dei più interessanti, direi. L’autore de “I sette pazzi” è famoso da un lato per i suoi personaggi “dostoveskiani”, dall’altro per i suoi reportage per il quotidiano El Mundo (la famosa e sterminata serie delle acqueforti: le portegne, le spagnole, le patagoniche). Stavolta il piccolo gioiellino tradotto da Raul Schenardi (tra i migliori traduttori italiani di cose latinoamericane, curatore del blog Sur) sorprende perché a prima vista ci presenta un Arlt umoristico, impegnato a raccontare un viaggio in nave sul Pacifico in maniera paradossale. Ma il racconto lungo non può finire senza che la follia e il delirio tornino a tingere con le note oscure l’epilogo del viaggio.

In breve:

Marco Rotini, Pane quotidiano, Viterbo, Stampa Alternativa, 2014, pp. 162, ill., euro 14.

Un saggio sul pane che sta a metà tra la storia dell’alimentazione  e l’archeologia industriale della panificazione, con l’aggiunta di alcune note critiche sullo stato delle cose dell’alimentazione contemporanea. Da leggere in un’epoca in cui il pane è un surrogato privo di capacità nutritive, pensando a quando per il pane si facevano le rivoluzioni.

Stefania Nardini, Alcazar. Ultimo spettacolo, Roma, e/o, pp. 255, euro 16,50

Quello di Stefania Nardini, collocato com’è – geograficamente tra Napoli e Marsiglia, editorialmente nella collana Sabot/Age  curata da Massimo Carlotto – può a ragione definirsi un “noir mediterraneo”. Una storia di emigrazione a Marsiglia negli anni più neri della storia italiana, quando la grande città del sud riceveva gli esuli in fuga dal fascismo. Non solo i politici, ma anche gli irregolari.