di Alberto Prunetti

lenzigialloEsce in ristampa nell’edizione “Il Giallo Mondadori”  Delitti a Cinecittà di Umberto Lenzi. Lenzi è famoso per la sua attività come autore di brillanti film di genere (dal thriller al cosiddetto poliziottesco). Un tempo considerata “di culto”, l’opera di Lenzi è ormai affermata anche nei circuiti mainstream. Prima e dopo il suo periodo cinematografico, ci sono però due dimensioni della biografia di Lenzi che meritano interesse. Dopo aver chiuso la poltrona di regista, Lenzi si è dedicato all’attività di giallista e ha accumulato negli anni un archivio bibliografico rilevante sulla Guerra civile spagnola. Ma il suo periodo meno conosciuto è quello anteriore alla direzione sul set di Maurizio Merli e Tomas Milian, quando era un giovane intellettuale di provincia che animava un circolo culturale di minatori in Maremma e si impegnava nel lavoro culturale e politico assieme a Luciano Bianciardi e Carlo Cassola. Non a caso il suo primo lavoro nel cinema è un documentario del 1955 sul tragitto del minerale di pirite dalle Colline Metallifere fino alla costa, nel golfo di Follonica, intitolato Dalle Tenebre al mare e conservato oggi negli archivi dell’Istituto Luce. Per conoscere il primo periodo dell’attività del regista toscano consiglio di leggere questo articolo. Per il Lenzi più recente, suggerisco proprio la lettura di “Delitti a Cinecittà”, un giallo che segue le peripezie di un ex commissario antifascista nel periodo del cinema dei “telefoni bianchi”. Inviso al regime, il commissario Astolfi conduce un’ indagine per un tentato omicidio e incontra sulla sua pista Zavattini e Blasetti.

Da leggere col rimpianto di cosa sarebbe potuto diventare se l’autore l’avesse trasformato in un film.

[Qui una segnalazione della prima edizione di “Delitti a Cinecittà” e qui la recensione di un altro giallo di Umberto Lenzi, Morte al cinevillaggio] A. P.