di Riccardo Valla

ClovisTrouille6.jpg
Riassunto. Parigi, estate 2005. Il Conservatore del Louvre è stato ucciso dal monaco Valjean, che ora si reca a Vezelay per recuperare un’antica pergamena.

«Valjean, sei ancora a Parigi? Non ho trovato nulla. Adesso faccio qualche telefonata ad amici per vedere se sanno qualcosa. Tutt’al più mando qualcuno alla biblioteca del Louvre, domani. Non chiamarmi, mi metto in contatto io. Tanto siamo ormai sulla pista giusta!»
«Va bene; del resto, sull’autostrada, non c’è abbastanza campo.»
*
«Voleva dire “mattacchione”?» chiese Londong, cercando di tenersi alle maniglie. Aveva ‘l’impressione di viaggiare dentro una scatola di latta: il rumore non era granché diverso.


«Volevo dire proprio quello che ho detto! Sai, non potevo lasciare che tutto quel ben di Dio marcisse in prigione!»
«Prigione?»
«Sì, in America la legge funziona, ma qui possono tenerti in prigione per anni senza mai celebrare il processo.»
«Scusi, ma dove le ha prese, queste idee dell’America?»
«Dai telefilm che vedevo alla televisione commerciale, quando ero in Italia. Dove possiamo andare? Il tuo albergo è pericoloso, casa mia la staranno già sorvegliando. Forse da una mia amica che è fuori Parigi e lascia le chiavi sotto lo zerbino…»
«Signorina, non so che idee si sia fatta, ma Fouché non aveva alcuna intenzione di arrestarmi. Voleva che gli spiegassi i messaggi lasciati da suo zio, con cui avevo un appuntamento di studio. Secondo lui, il suggerimento veniva da uno degli sms che le ha inviato. Io e lei, sommando insieme le nostre conoscenze, potevamo risalire al movente del delitto.»
«Benissimo. Risolviamo il mistero e portiamo a Fouché la soluzione, allora. Così non potrà arrestarti.» Senza guardare, prelevò un plico dalla borsetta. «Queste sono le trascrizioni dei messaggi. Le ho guardate mentre ti aspettavo. Ho letto i suoi appunti enigmistici. Il primo è idiota, talmente è semplice, Vezelay. Ma tu capisci qualcosa del secondo?»
Londong guardò tra i fogli e lesse:

«“Il primo è il libro greco senza il carbone dell’inferno
Il secondo ha il sangue di Gennaro all’interno
Il terzo è di gennaio il crudele fetente
Nel quarto se la ride del cuscin del sapiente
”,

non molto chiaro, vero?»
«Non c’era descrizione?» chiese Sophie.
«Sì. “Frase 13, 6.”»
«Portrebbe essere qualunque cosa, una sciarada, un indovinello… Lo scopo, però, mi sembra chiaro.»
«Come sarebbe a dire? Che scopo ha un enigma? Passare il tempo.»
«No, voglio dire che sembra una caccia al tesoro, come nel famoso libro sul Priorato. Da un indizio all’altro per infine arrivare al movente del crimine.»
«Senta, suo zio, in punto di morte, manda a lei alcuni sms, e va bene, ma che si metta a inventare filastrocche che rimandano dall’una all’altra… Mi pare un’idiozia. Del resto basta arrivare all’ultima.»
<> chiese Sophie.
«Un istante… Ecco:

Sotto l’automa antico
Il fiore della riviera
La sinistra inglese al posto del numero
Fondo fondo
.”

Non proprio chiarissimo, vero?»
«E negli sms mandati a me, avete scoperto qualcosa?»
«Suo zio non dava il movente, ma accusava una setta di New York, il Pus Dei.»
«Opus Dei?»
«No, una setta molto meno nota. I cultori della Santa Pustola.»
«E che c’entrano con mio zio? Era un porco, e so ben io cosa gli ho visto fare, ma una pustola…»
«Dev’essere per il legame tra il Pus Dei e il Priorato di Sion, ne parla un apocrifo.»
«Sì, l’ho letto, quel libro su Leonardo. L’hanno letto tutti.»
«No, un vangelo apocrifo, il cosiddetto “Vangelo dell’Ira di Maria”. Questa Maria, che molti identificano con Maria Maddalena, accusa di superstizione un antico gruppo di adoratori di Cristo.»
«Maddalena la moglie di Cristo?»
«Be’, se diamo retta a quel best-seller. Secondo alcuni, dal gruppo dei superstiziosi nasce il Pus Dei, e dalla Maddalena il Priorato. Comunque, il principale studioso di quel testo è il mio amico Teadrinker. Ci conviene andare da lui a Versailles.»
«Niente sosta dalla mia amica? Per approfondire la conoscenza.» Staccò la mano dal cambio e gliela posò per un attimo sulla patta.
«Meglio non perdere tempo, visto che Fouché mi vuole arrestare…» osservò Londong, con un sorriso perfido.
Sophie fece una smorfia e ingranò la marcia.

(6-CONTINUA)