CAWZT7YQ.jpgdegli Anarchici del Perla nera [AL]

Il Ritalin era famoso tra le comunita’ hippy degli anni ’70, usato per numerose sedute di sballo. Negli stessi anni gli psichiatri americani scoprivano un nuovo “disturbo” nei bambini, l’ADHD che tradotto in italiano significa “Sindrome da iperattivita’ e deficit di attenzione”. Bambini particolarmente vivaci, o, al contempo, molto distratti nella vita scolastica rivelavano un “disturbo” che trovava la sua spiegazione in ambito patologico. Come per tutte le “malattie” psichiatriche anche per questa sindrome, ADHD, esiste una cura farmacologica. Si tratta del Ritalin.

Il Ritalin e’ un metilfenidato che, somministrato, a breve termine aumenta le prestazioni di qualsiasi persona, ma a lungo termine causa una serie di effetti nocivi e complicazioni.
E’ un’anfetamina, paradossalmente somministrata ad individui gia’ iperattivi di per se’, che, appunto grazie alle sue qualita’ di aumentare le prestazioni, contribuisce a far si che l’allievo risulti attento e collaborativo durante le lezioni. Viene somministrato durante l’anno scolastico, escluso quindi il periodo di ferie estivo e durante le feste. Sovente l’interruzione del trattamento deve essere sostenuta con altri farmaci e monitorata da controlli medici.
In Italia il Ritalin e’ iscritto nella tabella I delle sostanze stupefacenti, accanti a nobili compagni, cocaina, eroina, lsd. E percio’ nel 1989 il Ministero della Sanita’ decide di ritirarla dal commercio.
Ritornera’ sui banchi delle farmacie nel 2004 su esplicita richiesta del Ministero della Sanita’ all’azienza produttrice, la Novartis, ex Ciba-Geigy, una potentissima industria farmaceutica che, tra l’altro, con la Monsanto si occupa di produrre e commercializzare pesticidi e organismi transgenici, in particolare nel campo della produzione agricola. In Italia ritorna il Ritalin perche’ anche la comunita’ psichiatrica italiana chiede a gran voce che il farmaco sia disponibile, vista la crescita esponenziale dei bambini cui viene diagnosticata la sindrome. L’unico strumento diagnostico per ora utilizzato e’ un questionario fatto compilare ai genitori, e in cui le domande hanno questo tenore:

“a. Spesso il bambino non fa attenzione sufficiente ai dettagli o fa sbagli di negligenza nei compiti, nelle altre attività lavorative o di altro genere.
b. Spesso ha difficoltà a mantenere la concentrazione durante i compiti o persino nelle attività di gioco
c. Spesso non sembra ascoltare quando gli si parla direttamente
d. Spesso non segue le indicazioni e non finisce i compiti di scuola o di altro genere (e ciò non è dovuto a ribellione aperta o al non aver compreso le istruzioni)
e. Spesso gli risulta difficile organizzare compiti e attività
f. Spesso non ama o addirittura odia o è molto titubante ad impegnarsi in compiti che richiedono uno sforzo mentale sostenuto
g. Spesso perde cose necessarie ad effettuare compiti o attività (per es. la lista dei compiti da fare, matite e penne, libri, strumenti vari)
h. E’ spesso distratto da stimoli estranei
i. Dimentica spesso le attività quotidiane”.

Che questa sindrome, sempre che si possa definire tale, si possa curare con altri strumenti che non siano il farmaco della multinazionale, magari scoprendo le cause del disturbo nelle trasformazioni che l’umanita’ sta vivendo, che producono inquinamento, intossicazioni, vita frenetica, modificazioni genetiche, radiazioni, non viene preso in considerazione. La mano lunga del businnes medico e farmaceutico ha la meglio e cosi’ i bambini italiani avranno finalmente la possibilita’ di rivaleggiare con i loro coetanei statunitensi ed europei nell’ingurgitare anfetamine sin dalla piu’ tenera eta’.
Quando si presentera’ nelle scuole italiane, e anche negli asili – il Ritalin puo’ essere somministrato anche ai bambini di 4 anni – il farmaco causera’ dibattiti accesi tra insegnanti, genitori e medici. Tra chi sara’ favorevole all’utilizzo del farmaco sui bambini troppo vivaci e dalle prestazioni scolastiche deludenti, e chi invece lottera’ per impedirlo.
Non sfugge l’importanza del problema che investe soprattutto genitori ed insegnanti, sovente inconsapevoli che dietro una innocente pastiglia dagli effetti cosi’ miracolosi, si celino invece da un lato complicazioni future nella salute e nello sviluppo psicofisico dei loro figli, dall’altro una delle piu’ selvagge ed agguerrite lotte di multinazionali, il cui bene supremo rimane il profitto.