leonard.jpgleonardtb.jpgLo hanno definito “lo zar della crime novel” e lo è a tutti gli effetti. Basta aprire Tishomingo Blues, l’ultimo romanzo di Elmore Leonard, per essere risucchiati in un vortice narrativo irresistibile, a una velocità sconcertante. E’ un meccanismo perfetto, che il più grande scrittore hard boiled contemporaneo fa funzionare con una sapienza da culto. Per quanto Leonard tenti spesso di superare il muro del suono dell’esotico, è abbastanza incredibile come riesca a integrare, con un andamento mozzafiato, elementi eterogenei – esotici, appunto – in una maniera così armonica da ricordare certi speed leggendari. In questo Leonard è l’erede legittimo di certa letteratura beat. Addentrarsi in un suo romanzo significa farsi una pista di narrativa allo stato quintessenziale. Per esempio: cosa c’entra un tuffatore acrobatico con la mafia sudista e le rappresentazioni in costume della Guerra Civile e i casinò? Leonard è stato finalmente acquisito da Einaudi, la sua sede naturale. La traduzione di Wu Ming 1 è eccezionale: una lingua letale, che vellica morbosamente alla velocità di una mangusta.

Tutto Leonard, con i suoi tropi antimorali, è schierato al meglio in Tishomingo Blues. Il suo protagonista, Dennis Lenahan, è un tuffatore acrobatico che si esibisce a vantaggio di hotel, parchi divertimento e anche casinò. Come il Tishomingo Lodge & Casino di Tunica, nel profondo sud dell’America più retriva e inaspettatamente mafiosa, dove Dennis sperimenta da subito l’amara legge imposta da una criminalità organizzata che si lascia andare a fenomeni folkloristici, apparentemente bizzarri, come le esibizioni in costume della guerra tra nordisti e sudisti. L’incipit è meraviglioso, si inizia a percorrere un ottovolante che gli amanti di Leonard ben conoscono e di cui non ci si può stancare mai. La scena del primo delitto, per esempio, è abbacinante, straniante, rarefatta come soltanto Leonard, questo incredibile costruttore di trame e dialoghi, è in grado di scrivere oggi.
Tutte le storie di Leonard hanno in qualche modo al centro un perno ambiguo e diabolico: quello della tentazione. L’anfitrione che non inizia al male Lenahan, ma ne approfondisce gli abissi morbosi, è in questo caso Robert Taylor, personaggio destinato a entrare a nostro parere nella leggenda cinematografica (i diritti di Tishomingo Blues sono già stati acquistati da Hollywood), anzitutto per l’apparente gratuità con cui penetra i diverticoli più inquietanti di una situazione di crimine allargato, effusivo, quasi atmosferico. O, almeno, questo sembra lo sguardo con cui Leonard coglie l’atmosfera di un sud sovraesposto alle radiazioni immorali di una contemporaneità che ancora resta invischiata dai fossili precetti di un passato fatto di furia arcaica e cieca (c’è qualcosa di Faulkner, in questo – è il primo riferimento che viene alla mente).
Qualche parola su Dennis Lenahan. E’ uno dei personaggi più ambigui dell’ultima produzione narrativa firmata Elmore Leonard. E’ dentro l’azione ma si mantiene in una sorta di stupore che non dissimula distacco. Niente d’infantile: l’incanto, per Leonard, non è mai una medicina affidabile. Piuttosto, Lenahan può sembrare una figura controangelica, secondo l’ovvia declinazione allegorica che si può fare assumere a uno che si tuffa in un piccolo specchio d’acqua da circa trenta metri d’altezza e che, candidamente, ammette che sì, ci si può restare secchi, può anche capitare che gli spettatori non si accorgano che entrando senza spruzzi nell’acqua ti sei spezzato la schiena: una decadenza che segue le feroci leggi della gravità. Una specie di meccanica, di fisiologia di chi sta a metà tra il crimine organizzato e il male metafisico. Una specie di Billy Bud della truffa. Una figura non dell’immoralità, ma della perfetta ed edenica amoralità. Qualcosa, comunque, di insolito per Leonard, che al suo 37mo romanzo non ha smesso di tastare i confini del genere e di lavorare per allargarli.
L’affilata analisi delle psicologie, di cui Leonard è da sempre magistrale interprete, ha un perfetto ed emblematico rappresentante nella folla di personaggi, alcuni impressionisticamente appena accennati (soprattutto quelli femminili), che danzano con Dennis Lenahan e Robert Taylor un ballo scriteriato e vertiginoso, che ha il suo culmine nell’incredibile trovata della rappresentazione storica in costume: un helter skelter che soltanto il polso veloce di Leonard poteva regalare.
Se siete stanchi dei cadaveri gratuiti e delle solite regolette da noir post-tradizionale, Leonard vi regalerà, con Tishomingo Blues, i piaceri che derivano da una gratuità della morte molto più ambiziosa e alta. Il genere nero, oggi, è Elmore Leonard e lui, che sta entrando nella sesta decade di attività letteraria, lo sa e non pare perdere il gusto di farci riflettere, divertire e inquietarci.

Elmore Leonard – Tishomingo Blues – Einaudi Stile Libero – 14.00 euro