di Sandro Moiso

MinersIt’s dark as a dungeon way down in the mine” (Merle Travis, 1946)

“E’ scuro come in una prigione, là al fondo della miniera” recitano i versi di una delle più belle e strazianti ballate del folk americano. In cui il termine dungeon, oggi spesso conosciuto per via dei giochi di ruolo, non rinvia affatto a labirinti magici o a misteri d’oltretomba ma alle celle segrete, magari proprio quelle sotterranee in cui venivano/vengono ancora tenuti i prigionieri più sfortunati. Quelli, troppo spesso, destinati alla fine più tragica o ad una morte violenta.

A scrivere la canzone e a inciderla per la prima volta, nell’agosto del 1946, fu Merle Travis, figlio e fratello di minatori nelle miniere di carbone del Kentucky. Ripresa più volte da cantanti e gruppi come Johnny Cash (nel suo “Live at Folsom Prison”) o la Nitty Gritty Dirt Band (nell’epico triplo album “Will The Circle Be Unbroken” realizzato con i migliori musicisti di Nashville) oppure ancora da band rock-wave come i Wall of Voodoo (nel disco “Seven Days in Sammystown”), fu utilizzata anche per accompagnare le immagini iniziali del film-inchiesta “Harlan County, USA” di Barbara Kopple. Film che le fece vincere l’Oscar per il miglior documentario nel 1976 oltre a numerosi altri premi.1

harlan C Il documentario narra, in presa diretta, lo sciopero di Brookside, la lotta di 180 minatori del carbone e delle loro mogli contro la Duke Power Company, di proprietà della Eastover Coal Company’s Brookside Mine and Prep Plant, della contea di Harlan ( South-West Kentucky) nel 1973.
Barbara Kopple, che era stata a lungo un avvocato del lavoro, si era trasferita lì fin dal giugno del 1972 per documentare lo sciopero dei minatori supportati dall’UMWA (United Mine Workers of America), il sindacato statunitense dei lavoratori delle miniere di carbone.

Come and listen you fellows, so young and so fine,
And seek not your fortune in the dark, dreary mines.
It will form as a habit and seep in your soul,
‘Till the stream of your blood is as black as the coal.
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La lotta documentata dal film era portata avanti per migliorare le condizioni di salute, lavoro e salario: tre semplici, chiare ed evidenti richieste di classe. Per fare questo la Kopple con la sua troupe seguì i minatori nelle gallerie della miniera, ai picchetti fatti davanti alla Borsa di New York, mentre i minatori venivano feriti con armi da fuoco dalle guardie padronali durante la lotta e filmando le interviste con coloro che erano stati colpiti dalle malattie polmonari dovute all’aver respirato polvere di carbone per tutta la vita.

barbara kopple 2 La Kopple, nata nello stesso anno in cui Travis aveva scritto e inciso la canzone, nel 1972 aveva già partecipato alla realizzazione del film Winter Soldier, insieme ad altri 19 filmmaker che avevano lavorato in maniera anonima per la realizzazione, sotto la sigla comune Winterfilm Collective, di un documentario contro la guerra in Vietnam destinato a documentare l’evento di tre giorni, denominato Winter Soldier Investigation, organizzato a Detroit, tra il 31 gennaio 1971 e il 2 febbraio 1972, dall’organizzazione dei Veterani del Vietnam contro la guerra (Vietnam Veterans Against the War -VVAW). In quell’occasione 109 veterani avevano denunciato le criminali politiche militari americane nel Sud Est Asiatico, rivelando i crimini cui avevano assistito o che avevano commesso durante la guerra tra il 1963 e il 1970.

It’s dark as a dungeon and damp as the dew,
Where danger is double and pleasures are few,
Where the rain never falls and the sun never shines
It’s dark as a dungeon way down in the mine.
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Ma le immagini scarne della vita nelle miniere e nei poveri borghi che le circondavano, così come le parole dei minatori e delle loro mogli nelle assemblee pubbliche oppure l’arroganza dei rappresentanti delle forze dell’ordine o delle milizie arruolate, insieme a i crumiri, dalle società minerarie colpivano ancora di più. Spettatori e critici. Tanto da far sì che il critico cinematografico Dennis Schwartz definisse il film come “Uno dei migliori e più stimolanti film realizzati sulla guerra di classe in America”. Nel 1990 il film fu scelto per essere conservato presso il National Film Registry della Libreria del Congresso degli Stati Uniti essendo “significativo sul piano culturale e storico e dal punto di vista estetico.

La Kopple fu anche accusata però di non essere stata sufficientemente obiettiva nel rappresentare le due parti in lotta. Cosa che fece dire alla regista, allora non ancora trentenne: “Non era questione di obiettività. Credo che sia importante fare chiarezza su questo: la troupe non ha fatto finta di essere obiettiva. Hanno detto, stiamo col sindacato, e questo è come stanno le cose dal nostro punto di vista. E direi che non puoi metterti a discutere con le immagini. Le immagini non mentono. E le cose che si vedono nel film sono successe davvero.”4

harlan women 1 Le scene in cui i picchetti delle donne sono prima aggrediti e poi presi a colpi d’arma da fuoco, nell’oscurità della notte, dalle guardie che scortano i crumiri sono testimoniati dalle immagini girate dalla Kopple e dai suoi assistenti. Che furono aggrediti e malmenati dalle forze del disordine così come i minatori e le loro donne. E’ ancora la Kopple a ricordare la scena: “Era buio e stavamo lì come tanti anatroccoli, e tutto ad un tratto arrivano i thug,5 e cominciano a sparare razzi illuminanti che accendevano tutta la china della montagna. I thug passarono e io sentivo che dovevo stare in prima fila, così nel film si vedono i miei capelli e le cuffie, che si muovono in avanti; e i thug mi buttarono a terra, e buttarono a terra Anne [Lewis, l’aiuto regista] e mi prendevano a calci, ma io avevo un Nagra, che era il mio registratore, poggiato sul petto, così quando mi davano i calci non sentivo niente, e avevo come una lunga canna da pesca con un microfono in cima e cominciai a darglielo addosso. Ma fu un momento di paura, di paura vera. Fu una scena che ci scosse tutti e capimmo che lo sciopero stava cambiando, lo sciopero stava svoltando un altro angolo, lo sciopero stava diventando molto più violento e poteva scapparci il morto6

I lavoratori però si sarebbero presentati ai picchetti successivi a loro volta armati e determinati a far fuoco su chiunque avesse tentato ancora di forzare i picchetti sulla strada della miniera. Dando vita a fronteggiamenti che potevano durare anche ore, in cui entrambe le parti spianavano le armi l’una contro l’altra.

«Essendo necessaria, alla sicurezza di uno Stato libero, una milizia ben regolamentata, non potrà essere infranto il diritto dei cittadini di detenere e portare armi.» Così recita il secondo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d’America, così inviso ai benpensanti e alla Sinistra politically correct che vedono in tale principio soltanto un favore fatto all’industria delle armi. Senza cogliere nello stesso, affermato durante la lotta di liberazione anti-coloniale e anti-britannica, il diritto del popolo a ribellarsi e ad organizzarsi contro un governo autoritario, negando allo Stato il diritto di essere l’unico a poter detenere il monopolio della forza e della violenza organizzata. Su questo si basava la possibilità dei minatori di contrapporsi adeguatamente ai loro assalitori.

Così oggi, nell’Italia democratica di Minniti e del PD, il diritto ad armarsi dei cittadini è stato accolto, ma in chiave leghista e protofascista, in difesa della proprietà privata. Ecco a cosa ha portato, come al solito, la cancellazione della memoria di classe e storica, la negazione del diritto delle masse alla ribellione e ad un’autonoma organizzazione politica e militare. Dimenticando che anche alcuni illustri padri della Costituzione, come Aldo Capitini, avrebbero voluto vedere accolto nel suo testo il diritto alla sollevazione dei cittadini contro uno Stato iniquo. Diritto che fu aspramente negato sia dalla DC di De Gasperi che dal PCI di Togliatti.

The midnight, the morning, or the middle of day,
Is the same to the miner who labors away.
Where the demons of death often come by surprise,
One fall of the slate and you’re buried alive.
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miner's son Il maggior elemento di scontro all’interno della vertenza era rappresentato dalla volontà della compagnia mineraria di inserire una clausola che prevedesse la rinuncia ad ogni forma di sciopero all’interno del contratto, mentre i minatori erano consapevoli che l’accettazione di ciò li avrebbe privati della principale arma in loro possesso per la difesa delle loro condizioni di lavoro. Opporsi alla proposta della compagnia significava comunque rientrare in quel ciclo di lotte che tra il 1967 e i primi anni settanta avevano visto i lavoratori americani rifiutare spesso gli accordi proposti dai sindacati e dare vita al numero più alto di scioperi selvaggi di qualsiasi altro periodo precedente.

Insomma sia la lotta di Harlan County che il film della Kopple non sorgevano dal nulla. Il terreno era stato ben concimato e successivamente, tra il dicembre del 1977 e il marzo del 1978, 166.000 minatori avrebbero bloccato completamente le miniere della regione degli Appalachi, riducendo enormemente le riserve di carbone in un momento in cui la classe dirigente stava cercando di fare della crisi energetica l’arma principale di una nuova politica economica.

miners wage Gli obiettivi dei minatori scesi in lotta non erano esclusivamente economici. Infatti il contratto firmato dai dirigenti dell’U.M.W.A. il 12 febbraio 1978 e respinto in massa dai lavoratori, prevedeva un aumento del salario del 37% in tre anni. Ma per i minatori ciò che contava di più erano le condizioni di lavoro, di vita e di libertà di organizzazione e di azione collettiva. Nonostante nel 1975 i profitti di imprese come la Duke Power Company fossero cresciuti del 170%, i salari del 4% e il costo della vita del 7%, gli operai e i lavoratori americani lottavano ancora principalmente contro il lavoro e le sue condizioni coatte.

La lotta di Harlan aveva costituito un frammento, significativo ma pur sempre un frammento, di tale scontro. Un frammento, però , i cui alcuni minatori avevano perso la vita. Come era successo a Joseph Yablonski, un appassionato rappresentante popolare del sindacato, amato da molti minatori, che nel 1970 era stato trovato ucciso in casa sua, con tutta la sua famiglia. Oppure al giovane Lawrence Jones, minatore con una moglie sedicenne e padre di un bambino, che era stato colpito a morte durante lo sciopero. Episodio, quest’ultimo che aveva condotto al tavolo delle trattative gli scioperanti della miniera di Harlan e i rappresentanti della compagnia mineraria.

Lawrence Jones era stato colpito a morte da Bill Brunner, sorvegliante della compagnia, che gli aveva sparato in faccia a bruciapelo, da pochi metri di distanza, con un fucile a pallettoni. Bill Brunner, che a sua volta era rimasto ferito nella sparatoria esplosa successivamente, fu processato per omicidio a Harlan e fu assolto per “legittima difesa”.

It’s a-many a man I have seen in my day,
Who lived just to labor his whole life away.
Like a fiend with his dope and a drunkard his wine,
A man will have lust for the lure of the mines.
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miners 5 Spesso mentre interpretava la canzone Merle Travis si interrompeva per narrare questa storia: “Non riuscirò mai a dimenticare quella volta in cui, essendo tornato per una breve visita ai miei famigliari a Ebenezer, giù nel Kentucky, mi misi a parlare con un vecchio amico di famiglia che conoscevo fin da quando ero nato. Egli mi disse, «Figliolo, tu non sai quanto sei fortunato ad avere trovato un buon lavoro lontano da qui e a non dover scavare ciò di cui vivere sotto queste vecchie colline e a non dover urlare come io e tuo padre siamo abituati a fare». Quando gli chiesi perché non avesse mai lasciato quel lavoro per trovarsene un altro, egli mi rispose «Nossignore, non puoi farlo. Una volta che la polvere del carbone ti è entrata nel sangue, tu non potrai essere altro che un povero minatore per il resto dei tuoi giorni. Diventa un vizio, come masticare tabacco!»

In uno scritto riportato sullo United Mineworkers’ Journal , Travis avrebbe poi ricordato anche il fratello: “Taylor, il mio fratello più vecchio, era solito arrivare a casa e lavarsi via lo sporco. Ricordo benissimo la tinozza al centro del pavimento – la grande pentola nera di acqua caldissima versata dentro – il vapore – e l’acqua fredda per portare il tutto alla giusta temperatura Quando lo spiavo mentre si lavava via la polvere del carbone dal tatuaggio che rappresentava una piccola rosa sul suo braccio, sognavo di quando anch’io avrei potuto lavorare nella miniera e portare un tatuaggio come il suo… Poi egli si ruppe ogni costola del suo corpo per un incidente nella miniera e la sua vita cambiò completamente…9

Il lavoro visto come schiavitù, come “vizio” e come malattia, che soltanto la lotta di classe e l’azione autonoma e collettiva può contrastare, questo ci insegnano la lotta di Harlan e la canzone di Merle Travis. Una lezione che i lavoratori americani di oggi, quelli di cui da un po’ di tempo andiamo parlando dopo l’elezione di Donald Trump, sembrano aver dimenticato. Come il 62,5% dei voti accordatigli proprio nel Kentucky, purtroppo, ben dimostra.

Cosa rimane oggi della Contea di Harlan, in cui esistevano e lottavano donne come Lois Scott che, in una delle scene più famose del documentario estrae da sotto le vesti una pistola mentre arringa uomini e donne e li spinge ad avere fiducia nella loro lotta? Poco, molto poco, Soprattutto di quella coscienza, di quell’orgoglio e di quella autentica comunità umana documentata dal film. In un bacino minerario ormai privo di importanza, in cui le promesse di Trump di rilanciare l’uso e l’estrazione del carbone sembrano riprendere le lusinghe di cui parlava Merle Travis nella sua canzone.

harlan women 2 In una contea in cui gli ex-minatori vivono di espedienti mentre i loro figli trafficano in droga, unendo metaforicamente la realtà all’esempio tracciato nei versi finali di “Dark As A Dungeon”. E in cui, al posto del bellissimo documentario della Kopple, è stata girata in anni recenti la serie televisiva Justified, trasmessa in Italiano dal 2011come Justified-L’uomo della legge, in cui il protagonista è un Marshall degli Stati Uniti, Raylan Givens, che deve mantenere l’ordine proprio nella disperata e corrotta Contea di Harlan di cui è originario. La storia è ribaltata, le forze del disordine hanno vinto e i minatori e i loro parenti sono i cattivi. Mentre l’unico a salvarsi sembra essere Dave Alvin con la canzone della sigla: “Harlan County Line”.

( 3 – continua)


  1. Qui il link per accedere alla visione del film su YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=CsNtc7Uxspw  

  2. Venite qui intorno e ascoltate compagni, così giovani e così orgogliosi / Non andate a cercare fortuna nelle scure e cupe miniere / Perché quel lavoro si infiltrerà nella vostra anima come un vizio / Finché il vostro sangue non sarà nero come il carbone – Traduzione dell’autore 

  3. E’ scuro come in una segreta e umido come la rugiada / Dove il pericolo raddoppia e i piaceri sono pochi / Là dove non piove mai e altrettanto non risplende il sole / E’ proprio scuro come in una prigione laggiù nella miniera  

  4. cit. in Alessandro Portelli, AMERICA PROFONDA. Due secoli raccontati da Harlan County, Kentucky, Donzelli editore 2011, pag.408  

  5. gun-thug era il nomignolo affibbiato dai minatori alle guardie armate della miniera  

  6. A. Portelli., op. cit. pp. 410-411  

  7. Mezzanotte, il mattino oppure il pomeriggio / Non fanno differenza per il minatore che lavora sempre. / Là dove i demoni della morte possono spesso presentarsi all’improvviso, / Basta la caduta di una lastra di pietra e sarai sepolto vivo.  

  8. Nei miei giorni ho visto più di un uomo / spendere la sua vita solo per lavorare sempre. / Così come un tossico fa con la sua droga o un ubriacone con il suo vino, / Uomini che hanno subito le lusinghe della miniera.  

  9. Riportato in Edith Fowke e Joe Glazer, Songs of Work and Protest, New York 1973, p. 51