di Mister Tony e Danilo Arona

Tocco.jpgUna nuova mail da Mister Tony…

Caro Danilo, come al solito hai inquietato il tuo pubblico con fatti e racconti che, inseriti nel contesto che stiamo portando avanti, lo arricchiscono pur senza indirizzarlo su opinioni precise.
Ma io ho delle opinioni precise su queste manifestazioni. Ma non è ancora il momento di svilupparle. Credo però che, a questo punto della nostra indagine, sia interessante svelare la mia esperienza personale con l’occulto, vissuta e non solo osservata. Alla quale si può dare anche un titolo.

PREDISPOSIZIONE e VULNERABILITA’

Ho ricordi lontani e nitidi: sere d’estate, Sardegna, inizio anni ’70. Io ragazzino, leggermente tonto ma attento, mi sento afferrare e trascinare in una stanza interna della casa di vacanze dove trascorrevamo un periodo di vacanza che, per i tempi di eccezionale modestia economica, era una specie di viaggio da mille e una notte. Il viaggio da Milano alla Sardegna, appunto, profumava di avventura assoluta, così come questa casa sul mare di questi zii sconosciuti e un po’ selvatici. Io con i miei libri di Salgari, immerso in uno stato di trance esaltato, in cui mi sentivo Tremal-Naik nella Giungla nera, o il Corsaro Nero in un’isola dei Caraibi.

Ebbene, vengo trascinato in questa stanza in penombra, dove, in piedi davanti a un tavolo c’è la zia, imponente (adesso la definirei obesa…) che dardeggia occhiate furtive di qua e di là. Mia madre mi fa sedere su un piccolo sgabello e io mi guardo intorno: sono l’unico bambino maschio in una congrega di megere, capeggiate, a quanto pare dalla zia. A un cenno imperioso di lei, i mormorii tacciono. Il donnone osserva il piatto fondo pieno d’acqua che ha di fronte, chiude gli occhi, e poi immerge il dito mignolo in una tazzina piena d’olio di oliva. Nella stanza tutti trattengono il fiato. Dal dito della zia cade una goccia d’olio nell’acqua. A contatto con la superficie dell’acqua, l’olio non si frammenta ma rimane compatto, una unica goccia che galleggia . Grida soffocate a malapena trattenute. La zia che si guarda intorno, sgrana gli occhi, e poi con tono cavernoso pronuncia la frase: “CI HANNO PRESO D’OCCHIO!”. Sgomento fra le megere. Mia madre che abbozza un sorriso rassicurante, ma un po’ troppo tirato. Sipario.
Avevo assistito inconsapevolmente a una cerimonia la cui origine si perde nella notte dei tempi, ed è radicata con le nostre tradizioni ancestrali: la verifica del “malocchio”, ovvero il tentativo stregonesco di causare danno ad altri. Una pratica elementare di magia nera. Spesso ridotta a mero elemento folkloristico. Ma ancora fortemente presente nel territorio.
Questo episodio, in seguito da me rimosso, ha la sua valenza nel racconto che segue.
Crescendo, ho sviluppato una predisposizione per l’occulto che andava al di là della semplice curiosità giovanile per il mistero. Tale predisposizione è diventata ancora più evidente nella mia maggiore età. Spesso venivo fermato per strada da personaggi, che si rivelavano in seguito praticanti di varie forme di spiritismo, gente che mi diceva che percepivano in me una forza che li sconcertava. Nell’attività che è poi diventata la principale della mia vita, il contatto giornaliero con gli altri allo scopo di condividere e insegnare il contenuto del Libro più potente di tutti, la Bibbia, mi trovavo costantemente a contatto con individui che avevano contatti con entità spirituali, individui che si sentivano attratti e sconcertati dalla mia persona.
Questo tipo di relazioni particolari, sebbene non cercate, m’incuriosivano, e a volte mi gratificavano. Un caro amico, che chiameremo Il Professore, razionalista spiritualista – diciamo così – non smetteva però di avvertirmi della pericolosità della mia posizione. Avvertimenti da me sottovalutati.
Succede che nella primavera del 1992 contatto una donna che viveva un bizzarro caso di “arte medianica”. La tipa veniva visitata regolarmente da entità spirituali, che la gettavano in uno stato di semitrance, durante il quale dipingeva soggetti cupi e inquietanti. Particolarmente disturbante il ritratto di un orribile vecchio, esposto in ingresso, con alle spalle un paesaggio quasi lunare. A ogni nostro incontro mi informava: “ Sì, loro mi hanno detto che venivi, e che mi devi parlare di questo argomento…” e regolarmente era proprio ciò che avevo programmato di trattare. Comunque gli incontri erano molto rilassati e costruttivi. Ricordiamoci di questa donna. Lei è un personaggio chiave nel nostro racconto.
Nello stesso periodo conduco mia moglie a fare qualche seduta di Kinesiologia, il cosiddetto Touch for Health. In pratica, un test muscolare che serve a determinare i centri di energia da sbloccare per riattivare funzioni corporali e fisiologiche. Alcuni terapeuti vanno oltre, esplorano l’inconscio, dialogando col corpo del paziente, fino a far riaffiorare traumi del passato, rimossi o cancellati a livello cosciente.
Ebbene, durante la seduta, il terapeuta ogni tanto mi guarda in tralice, poi esclama: “Tony, non riesco a lavorare su tua moglie. Vieni tu perché c’è qualche cosa che interferisce a livello energetico.”
Così comincia a testare il mio corpo, operando una specie di rebirthing, e mi dice: “Tony, tu sei stato ‘toccato’ da entità spirituali nel passato, e tuttora ti porti dentro una sorta di richiamo rivolto a ‘loro’. E’ rischioso. Ti voglio liberare”. E con alcune tecniche di stimolazione energetica mi ha tenuto sotto un’oretta. Alla fine me ne vado, perplesso, e un po’ scettico.
Il giorno dopo ho l’appuntamento, come da programma, con la donna di cui sopra. Quando suono il campanello avverto…, no, invece non avverto un bel niente, contrariamente alle forti sensazioni che normalmente “sentivo”. Lei mi apre la porta e mi punta addosso uno sguardo di odio infinito. Io come di consueto comincio la trattazione prendendo in mano il Libro. Lei mi aggredisce in modo selvaggio, e mi butta letteralmente fuori di casa, e mentre scendo le scale mi urla dietro minacce nei confronti miei e di mia moglie.
Sono un po’ scosso da questa reazione, che attribuisco a un momento, spero passeggero, di squilibrio mentale.
Torno a casa e non parlo con mia moglie dell’episodio. La notte, a letto, sento che lei si agita, e si lamenta nel sonno. Alla mattina ci alziamo come di consueto per iniziare le nostre attività. Ma lei improvvisamente mi aggredisce, urla, cerca di schiaffeggiarmi, ceca di prendere un coltello da cucina; a stento la disarmo, cerco di ragionare con lei, invano. Poi in due o tre ore, dopo molto parlare e pregare, gradualmente torna in sé. Come se si risvegliasse da un sonno. Le chiedo cosa è successo. Lei non si ricorda assolutamente nulla delle ore precedenti. Allora le chiedo cosa è successo di notte. Lei mi racconta di un incubo, in cui vedeva un orribile vecchio che la osservava con malignità. Me lo faccio descrivere nel dettaglio, e lei mi descrive nei dettagli il dipinto esposto nell’ingresso della donna, che lei non aveva mai visto
Non è finita. Da quel giorno, la mia strana “predisposizione” è scomparsa. Non ho mai più avuto una esperienza anche lontanamente correlata con l’occulto. E’ come se fossi diventato cieco e sordo spiritualmente. E, come diceva il Professore, meglio, molto meglio così.
Ultimo dettaglio, importante. Il terapeuta mi aveva detto, sulla base del rebirthing, la seguente cosa: “Il ‘tocco’ demonico risale all’età di sette anni…” Mi prendo la briga di fare qualche ricerca, interrogo mia madre, le chiedo cosa è successo nel 1970, quando avevo sette anni. Lei mi guarda un po’ stupita, e poi esclama: “Ma non era l’estate in Sardegna quando assistevamo alla cerimonia del malocchio con la zia?”. Sorbole! E’ vero! Due calcoli e tutto torna. Molto interessante…

Così Danilo, come interpreti questa serie di eventi? Predisposizione, vulnerabilità, forze occulte che vanno e vengono. E, sempre e comunque, una malvagità di fondo…

… Oh, che bella storia, Tony, se fosse inventata. Ingredienti che, in mano a Pupi Avati o all’Eraldo “Baldo” Baldini, farebbero ridere tutte le finestre di mezza Romagna. Però, non ne dubito, inventata non lo è. E, nella sua verità, possiede l’impeccabile simmetria di una favola nera. Di quelle che si raccontano ancora nelle campagne, sulle colline e sulle montagne di tutta Italia. Il “novum” leggendario di cui il nostrano gotico dovrebbe nutrirsi deriva proprio da questa linea di confine, un territorio da esplorare, in cui il vero sembra falso, in cui la cronaca pare folklore. E invece, come nelle lande che circondano Alessandria-Bassavilla, le cose accadono sul serio e, da lì a qualche tempo, si trasformano in urban legend. Perché fa comodo. Perché ne prendi le distanze. E così può capitare — succede a me quando vado in giro a raccontare storie vere di fantasmi — che tutti ammirino la tua creatività. Perché tanto non ci credono. Bel paradosso, vero?
Per agganciarmi al tuo pezzo, devo però tornare per qualche secondo a Triora. Dove anni fa fui testimone del rituale del pentolino. Tal e quale quello da te descritto. Giusto per confermare che le “pratiche” sono identiche da nord a sud, alla faccia di chi vorrebbe dividere lo stivale sulla base della sacralità delle acque. Crederci o meno è poi una scelta personale, questo io lo ricordo sempre. Che le pratiche magiche esistano (e resistano) ancora però non ci piove. E non ti nascondo che, nel consesso in cui vidi effettuare il succitato rituale, si muovevano le ultime, autentiche, “streghe” – per capirci — della Valle Argentina. Forse una specie in via d’estinzione perché, mi risulta, esistono grossi problemi a trasmettere a supposti eredi i poteri e il cosiddetto “Dono”. Ma questa è un’altra storia.
Per quel che riguarda gli eventi che ti sono capitati, non c’è dubbio che fra i ‘corpi sottili’ si possa instaurare una dialettica energetica in grado di sottrarsi ai limiti dello spazio/ tempo. Mi è capitato di recente di dover scrivere di una famosa seduta spiritica, tenutasi a Londra nel 1898, nella casa di un celebre avvocato dell’epoca. La seduta s’interruppe durante una manifestazione ectoplasmatica e l’entità mai “licenziata”, se mi passi il termine, infesta ancora oggi persone in qualche modo collegate al “tocco” di quella notte. Non posso dilungarmi, ma come riferì Ferdinand Home in The Unborn Rage (1) c’era il sospetto che la “cosa” evocata fosse, per capirci, uno spirito dannatissimo che andava congedato con i rituali e le parole giuste. Ma così non accadde perché i partecipanti alla seduta, come videro formarsi sul tavolino una sorta di figura fetale che ringhiava, interruppero la catena e fuggirono in preda al panico. Ma i loro corpi sottili già erano impregnati del tocco eterico dell’entità mai tornata nel suo limbo.
Va da sé, storie così sembrano degli horror film. Ma chi l’ha detto che gli horror non siano in grado di veicolare, a loro modo, sconcertanti e inclassificabili verità? Se si scoprisse ad esempio che tanti, inspiegabili suicidi “a catena” tra giovani e meno giovani, nel caso in questione in Inghilterra, si possano collegare a demoniaci “tocchi” — continuo a usare il termine da te proposto — risalenti a un sacco di tempo prima? Anche i corpi sottili si trasformano per via parentale…
Qui la chiudo, perché non possiedo risposte certe e il suicidio è un tema sul quale occorre non scherzare. Ti invito a solo a rileggere una vecchia Cronaca di Bassavilla — la n° 16, titolo Virus – dove già tentavo di riflettere su questi argomenti, per la precisione sulla predisposizione e la vulnerabilità che sembrano ammiccare all’origine di certe, cosiddette “maledizioni”.
Anche lì citavo un caso italiano del ’95, sul quale torno spesso (perché mi sta qui, sai dove…) e sul quale è calata la cappa del silenzio a cui ovviamente non sono estranee traumi e infinito dolore. E’ la storia del famoso “binario maledetto” di Borore, in Sardegna. Cinque suicidi, giovani e meno giovani, tutti nello stesso punto facendosi travolgere da un treno in arrivo. Si parlò molto all’epoca, persino alla RAI a “I fatti vostri” di Magalli, di sedute, magia nera, messe nere, un santone che in realtà era un ex sacrestano, ovvero il solito confuso coacervo di frammenti quando c’è di mezzo il cosiddetto “occultismo”. Il fatto è che poi veramente non si va a indagare su certe piste (e chi potrebbe farlo? E con che mezzi? E con quali prospettive reali, se non quella di farsi mandare a quel paese da chiunque?…) e allora non resta che scriverne, magari trarne spunto per un romanzo, un racconto o un film. Con il rischio che poi resta solo più la fiction a tentare di portare alla luce i tanti misteri della realtà.
In ogni caso, anche a Borore, predisposizione e vulnerabilità. Stanno lì sotto i nostri occhi. E di sicuro, un’infinità malvagità sullo sfondo. Ed eccoci qui a chiederci, senza risposte, che cosa sia il Male.

(1) Ferdinand Home The Unborn Rage, Archibald Constable & Company, Londra, 1899.