brite.jpgE’ appena uscito in America The Value of X, il nuovo romanzo di Poppy Z. Brite, autrice tra le più interessanti e dinamiche della scena under-overground mondiale. Brite questa volta mutua ed esalta temi e stilemi dal divino Dennis Cooper, facendo esplodere una pubertà impazzita che entra nel cerchio dell’omosessualità non prestabilita.
Poppy Z. Brite è una delle autrici avantpop più celebrate. E’ nata il 25 maggio 1967, ha lavorato come modella per artisti, custode estiva di criceti, stripteaser e, dal ’91, scrittrice a tempo pieno. Ha pubblicato tre romanzi, Lost Souls, Drawing Blood ed Exquisite Corpse (dei quali in Italia è stato pubblicato soltanto l’ultimo, nel ’97, da Frassinelli, col titolo Cadavere squisito). Con la raccolta Wormwood – Her short stories and essays ha conquistato fama mondiale. Presentiamo un’intervista a Poppy Z. Brite sul suo libro precedente, la biografia Courtney Love: The Real Story, che ha scandalizzato i puristi dell’horror, schieratissimi sin dall’esordio di Brite nel sostenere che era comparsa una Messia del genere. Ma Brite disorienta chiunque: sempre e a ogni costo. Il che non toglie che The Value of X sia un romanzo eccezionale. Per informazioni, news e link, cliccate qui.

britelove.jpgIl tuo ultimo libro, Courtney Love: The Real Story, segna una sensibile diversione rispetto ai tuoi lavori precedenti. Perché la scelta di una biografia e perché Courtney?
Direi una menzogna se non ammettessi che la biografia di Courtney Love è, anzitutto, un progetto commerciale. Da un punto di vista puramente economico, ora posso permettermi di fare esattamente quello che mi piace fare, d’ora in poi. Ma è certo che questo libro non l’avrei mai scritto se, al di là di ogni considerazione, l’oggetto della mia ricerca non mi fosse effettivamente interessato. La verità è che Courtney è un personaggio interessantissimo.

Come è andato l’incontro dal vivo coi tuoi lettori dopo che hai pubblicato un libro tanto diverso dai tuoi precedenti?
Più che dal vivo, li ho incontrati attraverso media diversi: moltissime interviste su giornali e magazine, moltissima radio e, soprattutto, lo show trash di Geraldo Riviera in tv e uno show su CNN. Non so nulla o quasi della reazione dei lettori, a parte quelli che sono venuti ai reading a Seattle e New York: e mi sembra sia andata molto bene.

Courtney non sarebbe stata un personaggio indifferente rispetto alla tua produzione letteraria. Un personaggio come Courtney sembrerebbe perfetto per uno dei tuoi racconti…
Ci ho pensato, ma non mi funzionava. Per questo ho scelto il genere biografico. Una soluzione perfetta: potevo esplorare un personaggio femminile forte e significativo che non rientrava nel mio panorama narrativo. E sono uscita, appunto, dalla narrativa. Quanto al fatto che ho dipinto una Courtney “positiva”, va detto che le impressioni dei media sono corrette: Courtney urla, strilla, strapiace agli uomini (ecco, per esempio, una differenza fondamentale rispetto ai miei personaggi). E tuttavia la sua personalità è molto più complessa di quanto appaia in superficie – ed è esattamente quanto ho cercato di raccontare nel mio libro. Courtney ha trascorso un’infanzia allucinante, il che le ha trasmesso una vulnerabilità sorprendente. Mi ha colpito senza dubbio la sua immagine mediatica. Ma ancor di più il suo spessore umano, la sua verità.

Cos’ha detto Courtney della tua biografia? L’ha letta?
Sì, l’ha letta in bozze. Ha reagito con un mix emotivo che, immagino, colpirebbe chiunque leggesse un libro tanto personale. Non ha mai interferito con la mia scrittura, comunque: mi ha lasciato liberissima. Si è fatta sentire quando il libro era già stampato.
(da Pandora Station)