di Alessandra Daniele

”La vecchia classe politica italiana è stata travolta dai fatti e superata dai tempi – Silvio Berlusconi, discorso della ”discesa in campo”, 1994

“That is not dead which can eternal lie“ – Non è morto ciò che può mentire in eterno – H. P. Lovecraft

Periodicamente, Silvio Berlusconi viene dato per politicamente morto.
La prima volta fu nel 1994, pochi mesi dopo la sua prima vittoria elettorale, quando Bossi tolse la fiducia al loro governo, col famigerato Ribaltone.
D’Alema s’illuse, e chiamò la Lega “Una costola della sinistra”. Dopo la sconfitta del 1996, Bossi la riportò all’ovile berlusconiano.
Durante gli anni successivi, i governi dell’Ulivo si occuparono di favorire economicamente le aziende di Berlusconi, e spianare politicamente la strada al suo ritorno, nel 2001.
Alla fine del 2010, dopo un decennio quasi ininterrotto di berlusconismo circense, Gianfranco Fini cercò incautamente di fare le scarpe al Re Sòla, che appariva indebolito dagli scandali.
In testa a tutti i sondaggi, allora Fini era considerato L’Uomo del Destino. Anche nel centrosinistra molti lo preferivano ai loro stessi leader.
Berlusconi però riuscì a rimanere al governo comprandosi una manciata di senatori sfusi.
Poi coi suoi media si divertì a distruggere completamente Fini.
Dopo la crisi dello spread del 2011, e la condanna per frode fiscale del 2013, quasi tutti si convinsero che fosse la volta buona, che il giovane rampante Matteo Renzi avrebbe svuotato Forza Italia e rottamato Berlusconi, portandogli via tutto l’elettorato.
Renzi fallì miseramente in questo obiettivo, come in tutti gli altri.
Adesso tocca al giovane rampante Matteo Salvini.

Periodicamente Silvio Berlusconi viene dato per politicamente morto.
I primi che lo hanno fatto sono fisicamente morti da almeno un decennio.
E se questa fosse veramente la volta buona?
Gli esseri umani non sono eterni.
Berlusconi però non è un essere umano, è un logo, come Walt Disney. E ha fatto dell’Italia la sua Disneyland. Con le topoline al posto di Topolino.
In quest’impero di cartapesta e di promesse farlocche, questo Cirque du Sòla d’impresari cazzari e pagliacci sinistri, domatori di pulci e giocolieri incapaci, noi siamo ancora prigionieri, a prescindere dalla sopravvivenza politica o fisica di Berlusconi.
Questo grottesco sub-universo ha comunque il suo marchio.
“Meno tasse per tutti”.
“Un milione di posti di lavoro”.
“Un nuovo Miracolo Italiano”.
Come Matteo Renzi, anche Matteo Salvini viene dai telequiz Mediaset, ed è stato portato al successo dall’occupazione bulimica di tutti i talk show.
Rocco Casalino, onnipresente PR e media manager del Movimento 5 Stelle, viene dal Grande Fratello, e ne incarna completamente la logica.
Antonio Ricci di Striscia la Notizia è stato il primo autore di Grillo.
La vittoria elettorale Grilloverde nasce anche (e al Nord soprattutto) dagli Allarmi Immigrazione e dalle Emergenze Criminalità di TG4 e Studio Aperto. E dalle inchieste delle Iene, che oggi non a caso gli si ritorcono contro.
Come Jory di Ubik, Berlusconi è il demiurgo non-morto d’un universo che cade a pezzi nel quale siamo ancora prigionieri, perché quelle che ci vengono spacciate per vie d’uscita, e che così tanti imboccano, sono in realtà solo porte girevoli che riportano dentro.
A Silvioland.

“In principio era il logo” – Philip K. Dick, 16 dicembre 1928 – 2 marzo 1982