di Alessandra Daniele

radioLa donna si tolse la maschera col filtro mezzo intasato dalla sabbia radioattiva.
– Qui l’impianto d’areazione funziona ancora – disse, guardandosi attorno nel bunker. Sulla parete di fronte all’entrata, un arazzo istoriato di svastiche oscillava lentamente. L’uomo si avvicinò al mobile che c’era accanto.
– Cosa sarà questo scatolone col vetro davanti?
– Un televisore. Un’altra delle invenzioni di cui i nazisti andavano fieri. Però, al contrario delle armi nucleari, non hanno fatto in tempo a sperimentarla su tutto il pianeta.
La donna tossì un paio di volte, poi si pulì il sangue dalla bocca col dorso della mano fasciata.
– Sei sicura che possiamo respirare qua dentro?
– Sì, tanto ormai il danno è fatto. Questa è probabilmente l’aria più depurata che abbiamo mai respirato, e che respireremo mai.
– Però puzza – commentò l’uomo. Poi indicò il televisore.
– Come funzionava?
– Come una radio, con le immagini in più.
L’uomo trafficò con le manopole, la donna scosse la testa
– È inutile, anche se s’accendesse perché la pila atomica del generatore funziona ancora, non c’è più nessuno che trasmetta.
Lo schermo del televisore s’illuminò lentamente.
Comparve l’immagine sfumata d’una ragazza dai tratti mediorientali.
« …Speriamo che questa informazione possa esservi utile in qualche modo» disse.
La donna tossì violentemente, poi si precipitò ad alzare il volume.
«Ripetiamo: questa è una trasmissione interdimensionale. Appena acquisita la capacità di comunicare con altri universi, abbiamo scoperto che in alcuni di essi la terra è stata devastata da una guerra nucleare. Il punto di divergenza fra il nostro universo e il vostro è Heisenberg».
– Di che cazzo parla questa? – Chiese l’uomo. La donna lo zittì con una gomitata.
«Nel nostro universo, il professor Werner Karl Heisenberg, emigrato in Inghilterra nel 1933, si dedicò esclusivamente agli studi di meccanica quantistica. Dalla sua collaborazione col professor Alan Turing nacque il primo computer quantico, i cui successivi sviluppi hanno consentito la comunicazione interdimensionale».
Una striscia di calcoli matematici cominciò a scorrere in fondo allo schermo.
«Nel vostro universo – continuò la ragazza – il professor Heisenberg invece fornì al Terzo Reich le conoscenze necessarie per dotarsi di armi nucleari».
L’arazzo con le svastiche ondeggiò, come spinto da uno scarto nel sistema di ventilazione.
«Abbiamo scoperto anche una dimensione intermedia, nella quale il professor Heisenberg, pur lavorando in un laboratorio del Terzo Reich, per qualche motivo indeterminato, non elaborò mai le formule che gli venivano richieste. Mentre il professor Turing venne perseguitato e spinto al suicidio dal governo inglese per la sua omosessualità. In quell’universo la guerra nucleare scoppiò solo alcuni decenni dopo, in medioriente».
– Miccia lunga – commentò sarcastico l’uomo.
«Altri mondi sono possibili. Speriamo che questa informazione possa esservi utile in qualche modo». La ragazza sorrise. Poi il messaggio ricominciò da capo dall’inizio.
La donna tossì, e azzerò il volume.
– Altri mondi sono possibili – disse – ma non per noi.