rubensluca.jpgEra in cerca di spot e, alla fine, lo spot lo ha realizzato, salendo sul podio, proprio come piace a lui, facendosi inondare di bianca spuma da un giovane stallone brasiliano di nome Rubens Barrichello. In Cina, Luca Cordero di Montezemolo (che già trattammo qui e qui) voleva che la Ferrari vincesse con piglio: la Cina si sta rivelando la nuova terra di conquista per tutti, mentre per altri (soprattutto bresciani e lariani) rimane la grande nemica, incognita e a miglior competitività globale. Ma vuoi mettere che vetrina è il primo storico GP di Cina? Questi chiedono a Schumi perché la Ferrari è rossa: informiamoli, facciamo vedere a questi miliardi di aspiranti americani come è vincente il made in Italy. Non che Fiat, il gruppo che al momento sta dirigendo Montezemolo (l’ambiguità tra soggetto e oggetto è voluta), in Cina non sia già sbarcata. Lo fece anni fa, Romiti divenne presidente dell’associazione Italia-Cina, i cinesi piazzarono a venti chilometri dall’impianto Fiat una fabbrica che eiettava gli stessi modelli a un decimo di prezzo, la Fiat cinese chiuse i battenti. Fu un bagno di sangue, il sangue è rosso: forse, davvero, i cinesi intendevano chiedere altro a Schumi…

IL LUCA CHE CI ASPETTA
di Costanza Rizzacasa D’Orsogna
[da Il Riformista del 29.7.2004]

rubensluca2.jpg“Mi raccomando la puntualità – aveva detto la pierre -. Il presidente comincia a parlare alle quattro in punto”. Ma sono le quattro e mezza, e al Tempio di Adriano, in Piazza Pietra, del n.1 di Confindustria & C. neanche l’ombra. In compenso, a celebrare l’ultima fatica di Roberto Ippolito, “2014 – Il futuro che ci aspetta”, c’è il who’s who della Roma che conta.
Pierluigi Magnaschi è il primo ad arrivare. Il direttore dell’Ansa, con Pecora al seguito, sfodera il suo proverbiale aplomb. Ma deve aver preso qualche chiletto perché la giacca quasi non gli s’abbottona. Se si mettesse di tre quarti quelle foto verrebbero senz’altro meglio.
C’è De Bortoli, che qualche settimana fa aveva snobbato il libro della Sotis, ma non si perde certo la convention editoriale dell’estate. Il patron di Rcs Libri ha la classe di sempre, ma quelle maniche non saranno un po’ cortine? L’On. Enrico Letta, dal canto suo, rimane abbagliato da una splendida ragazza in abito lungo a fiori. E il colpo di fulmine dev’essere reciproco, perché lei, dopo avergli stretto molto calorosamente la mano, inciampa e quasi cade all’indietro.
Imperdonabile l’assenza di Andrea Mondello, presidente della Camera di Commercio e padrone di casa. Più giustificato il ministro Marzano, rinchiuso a Palazzo Chigi per il Dpef. Il solito corteo di spasimanti accompagna in prima fila un gioviale Pier Luigi Vigna. Accanto a lui, Innocenzo Cipolletta sfoggia la solita giacca marrone oversize, alla quale questa volta ha abbinato una cravatta rosa frou frou. Mentre al povero Igor Man non hanno riservato neanche un posto.
In mezzo lui, Ippolito, che abbraccia tutti come se partissero per il K2 e si dà più da fare delle hostess, saltellando, scavalcando e promettendo impossibili posti a sedere. Poi inizia la presentazione, e il povero Magnaschi come moderatore è un po’ soporifero. Ma finalmente arriva Montezemolo, che balza sul palco e dà a tutti una sferzata di energia.
Il Signore dell’agenzia rimane basito, ma poi si riprende e tenta la battuta: “Il presidente è l’uomo più fotografato d’Italia, ma i nostri fotografi sono incontentabili”. Abbronzato ma un po’ smagrito, in abito blu elettrico e cravatta bordeaux, il leader degli industriali ringrazia quelli della Laterza per l’ospitalità, sottolineando che per la seconda volta si sono dimenticati di mandargli una copia del libro in questione.
“Dev’essere una casa editrice molto attenta ai bilanci – dice -. Ma anche questa è efficienza aziendale. Mi piace”. Poi chiama in causa il segretario della Uil, “Angelucci, pardon, Angeletti”, che alla presenza del premier aveva osato “paragonare l’Alitalia alla Fiat”. Lucidissimo e brillante come sempre, il leader degli industriali parla delle “opportunità che ci riserva il futuro”, e dice che vorrebbe “che l’Italia si guidasse come la Ferrari”.
Intanto Ippolito aiuta i fotografi, spostando via via le bottigliette d’acqua che impediscono i primi piani dei relatori. Quando Montezemolo accenna a fuggire, vorrebbe andare con lui, e quasi si butta giù dal palco. Poi fa una piroetta e torna al suo posto. Il presidente stringe la mano a tutta la prima fila e fa persino il baciamano a una donna in tailleur arancio. Anche se il sorriso di convenienza gli si spegne sulle labbra halfwaythrough. Poi guadagna l’uscita, e la sala si svuota. Magnaschi riprende a parlare e Letta leva gli occhi al cielo.