di Luigi Bernardi

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Da quanto tempo sono davanti a questa vetrina? Minuti? Ore? Sono ancora io la figura specchiata dal vetro, oppure i miei pensieri si sono fatti immagine riflessa?
Il rosso allunga il braccio, in pugno stringe un coltello. La lama è lunga abbastanza da spaccare il cuore della brunetta cui ha teso l’agguato. Il rosso le balza addosso, lei si contorce sulla terra nuda. La tira per i capelli fino a che la brunetta solleva la testa. Il collo si mostra nudo, tenero. La lama lo penetra, vi affonda, dopo lo taglia in uno squarcio largo.
Il rosso si è raddrizzato di fianco al cadavere. Pulisce la lama del coltello, se la striscia sui pantaloni. Il tessuto mimetico si tinge di altre macchie. Quando asciugherà, il sangue avrà il colore della terra, si confonderà.


Il rosso guarda dritto davanti a sé, i suoi occhi mirano lontano. Li abbassa di colpo, si tira giù la cerniera dei pantaloni, urina sul cadavere della brunetta, una lunga pisciata soddisfatta. Dopo, cava di tasca una fiaschetta, beve un sorso di liquido forte, poi un altro, un ampio sorso goduto.
Il rosso è il secondo nemico che ammazza, oggi. Il primo è stata una bella biondina, una partigiana come la brunetta. Voleva scoparsele entrambe, prima di sgozzarle, ma è troppo piccolo per farlo. A otto anni, certe cose uno se le può soltanto immaginare.
Dietro la casa che si vede sull’orizzonte, ci sono altri quattro nemici, quattro bambini come il rosso. Pian piano gli si avvicineranno, lo circonderanno, gli salteranno addosso tutti e quattro insieme. Dopo lo faranno letteralmente a pezzi. Uno proverà anche a divorargli il cuore, sputerà il primo boccone, vomiterà anche le tre merendine che ha mangiato a colazione.
È la vetrina di un negozio di vestiti per bambini, un negozio piccolo, dentro un centro commerciale vicino a casa mia. Oltre il vetro, ci sono pantaloni in tela mimetica, girocolli color verde militare, scarponcini che imitano gli anfibi dell’esercito. Ci sono anche borracce, fiaschette per il whisky, bussole, torce. E due coltelli, hanno la lama sguainata. C’è tutto, mancano solo il sangue e il nemico, quelli ce li metto io, non mi costa fatica, ho la fantasia per farlo.
Immagino anche che dopo entrerò nel negozio, mi ci vorranno giusto un paio di minuti per fare il lavoro. Il proprietario lo troveranno sul pavimento del retro, avrà smesso di respirare, il manico di un coltello gli spunterà dal petto. Io intanto avrò già chiamato un taxi, darò all’autista l’indirizzo della ditta che produce i vestiti per bambini a foggia militare.
Invece mi allontano a piedi, forse dovrei mettermi a correre.

Da Zero in condotta