Un raccontino e un’avvertenza di Alessandra Daniele

Faccia da smartphone 

– Perché la devo registrare, la diretta Facebook? – Chiede l’ex ministro.
– Per sicurezza – risponde il social media manager.
L’ex ministro si punta lo smartphone in faccia
– Amici! Ci avete fatto caso? Da quando io non sono più al governo, la Borsa è in rialzo, lo spread scende, l’Unione Europea ci promette flessibilità – ridacchia – forse portavo sfiga.
– Stop!
– Che c’è?
– Questa cosa del portare sfiga è meglio non suggerirla neanche per scherzo.
– Ok. Riparto. Amici! Ci avete fatto caso? Da quando io non sono più al governo, la Borsa è in rialzo, lo spread scende, la credibilità dell’Italia è in ripresa…
– Stop!
– Che c’è ancora?
– Non è il caso di insistere sul fatto che senza di te le cose vanno meglio.
– Ma devo denunciare il complotto dei Poteri Forti! – Protesta l’ex ministro.
– Allora parti direttamente da quello.
– Ah, ok. Amici! È ormai chiara la manovra di Parigi, Berlino e Bruxelles. Volevano che io facessi cadere il governo. Io l’ho capito. E per questo ho fatto cadere il governo.
– Stop!
L’ex ministro scaglia lo smartphone sul pavimento.
– Che cazzo c’è stavolta?
Il social media manager gli si avvicina con aria conciliante. Gli porge il suo smartphone.
– Perché invece non parti col tuo cavallo di battaglia?
– Porti chiusi! – L’ex ministro afferra lo smartphone, e se lo punta in faccia.
– Amici! Un’altra ONG carica di clandestini sta cercando di violare i sacri confini della nostra Patria! Ma finché io sarò al Viminale…
– Stop!
– Cazzo!
– Scusa, ma tu non sei più al Viminale.
– Ma mi serve per la campagna elettorale!
– Beh, in realtà non è detto che si voti.
– Certo che si vota! Ci sono le regionali, le comunali, le condominiali… in Italia si vota sempre!
L’ex ministro torna a puntarsi lo smartphone in faccia.
– Amici! È in corso un furto di democrazia! Non vogliono farci votare!…

Vuoto elettronico

A prescindere dell’evidente possibilità di facili brogli, il cosiddetto voto elettronico sulla piattaforma Rousseau non possiede nemmeno i requisiti minimi necessari per la validità d’un voto popolare.

  1. Non è possibile certificare l’identità del votante. Potrebbe trattarsi d’un dodicenne loggato con la password del padre, della sorella, del vicino di casa.  Potrebbe trattarsi d’un hacker che conosce migliaia di password. O di qualcuno che le conosce tutte.
  2. Non è possibile garantire la segretezza del voto. Il votante può essere circondato da amici, nemici, telecamere, o da un’intera troupe televisiva (come abbiamo già visto succedere). Inoltre, il login stesso rende ogni singolo voto firmato e facilmente riconoscibile per gli admin della piattaforma.
  3. Non è possibile accertare la libertà del voto. Per quello che ne sappiamo noi, il votante potrebbe anche avere una pistola alla testa.

La piattaforma Rousseau però continuerà ad essere adoperata. Almeno finché Grillo e Casaleggio non troveranno un modo meno ridicolo di ratificare le loro decisioni.